Hanoi
La “Città del drago che vola alto” compie mille anni: li festeggia bruciando banconote false (aiuta a diventare ricchi) e mangiando sotto spirito (aiuta l’erotismo). Questa è Hanoi, Vietnam.
Hanoi venne fondata mille anni fa: era il 1010 e venne battezzata Thang Long, la città del drago che vola alto, un insieme di poche case e il sogno di diventare grandi. Sessant’anni dopo fu costruito il Tempio della Letteratura, fra le attrazioni della città ancora oggi, dove resistono, incisi sulla pietra, i nomi degli allievi più bravi. Il romanticismo bellico segnala che nel negozio Tan My, nella via che si chiama Hang Gai, i soldati venivano a comprare fazzoletti con frasi d’amore ricamate: era il regalo da dare alle fidanzate prima della partenza. Oggi vendono lenzuola e tovaglie.
Il pho, splendida zuppa di tagliolini, carne ed erbe è la loro pizza, la mangiano ad ogni ora: costa meno di un euro, sazia come un pasto e si digerisce subito. Ottimo quello della catena Pho24, in tutta la città.
Il Mausoleo di Ho Chi Minh. E’ inutile andare all’alba, come consigliano, per evitare le fila, perché purtroppo quelle non mancano mai; meglio coprirsi bene, perché davanti alla teca di cristallo che custodisce il corpo, fa veramente freddo.
L’Ao Dai è uno degli abiti più semplici, eleganti e maliziosi del mondo. E’ una sorta di pigiama palazzo con profondi spacchi nella blusa che scende fin quasi ai piedi. Lo usano, candido, anche le studentesse dei licei. E’ l’immagine del Vietnam. In seta colorata diventa straordinario. Splendide le rielaborazioni della stilista Minh Hanh.
Le gallerie d’arte del quartiere vecchio sono interessanti, per scoprire l’emergente arte vietnamita. L’Apricot ha anche una succursale a Saigon: i migliori artisti e un indimenticabile colonna sonora.
Atmosfera coloniale al Sofitel Legend Metropole, il più sofisticato degli alberghi di Hanoi. Qui Graham Green scrisse “Un americano Tranquillo” e chi soggiorna rivive quei tempi.
La prigione è diventata museo e a Hoa Lo, quella che gli americani chiamavano “Hanoi Hilton”, si può avere un’idea di cosa soffrivano i soldati Usa e, prima di loro, i vietnamiti che qui vennero incarcerati dai francesi. Evitare di portare i bambini.
La baia di Ha Long è una meraviglia: emoziona, a cominciare dalla leggenda secondo la quale gli isolotti che spuntano dall’acqua altro non sarebbero che la coda di un drago, protettore subacqueo del suo popolo. Si può anche andare e tornare in giornata, ma sono almeno 5 ore di auto. E i vietnamiti guidano come pazzi.
Il Museo delle Donne è interessante, anche se si celebra soprattutto la donna-soldato e un po’ meno il ruolo della donna nella famiglia, dove in realtà ancora oggi il maschio si comporta di solito come un piccolo despota. Molto belli i costumi tradizionali delle minoranze etniche che vivono in montagna.
La medicina tradizionale ha luoghi di rifornimento spettacolari. Nelle stradine del quartiere vecchio ci sono “farmacie” dove si trovano antichi rimedi, ritenuti ancora molto efficaci. Fra questi un “viagra” ante litteram: il serpente sotto spirito, ancora molto usato.
La passeggiata curiosa per Pho Hang Ma (significa via contraffatta) dove si vende il “denaro fantasma”, ossia banconote false che vengono bruciate nelle cerimonie buddhiste, è d’obbligo. Il rito serve a propiziare i guadagni. Un giro in risciò a pedali, 5 dollari per un’oretta, più magari una piccola mancia. Può fare impressione, ma chi pedala per i turisti, oltre che per i vietnamiti, non ha altre fonti di guadagno: invece di girare le spalle inorriditi, finchè ci sono è bene aiutarli.
Gli accendini zippo dei soldati americani possono essere una tentazione. Ci sono incise odiose frasi di guerra, dichiarazioni d’amore, stravaganti disegni: ma possono essere autentici, e allora non si comprano le cose rubate ad un cadavere; oppure falsi, e allora inutile acquistare un imbroglio.
La grande tradizione artistica vietnamita passa anche per le marionette d’acqua, spettacolo suggestivo (e noiosissimo) con un teatro apposito nel centro di Hanoi. Non ci sono tentativi di imitazione e questo deve far riflettere. Pochi minuti in platea bastano per una vita.
C’è una strada, direzione aeroporto, dove si sommano rispetto per la tradizione e crudeltà di questo popolo. E’ accanto al Fiume Rosso e qui si trovano i ristoranti specializzati in carne di cane. Questo genere di banchetto porta fortuna se avviene nell’ultimo giorno del mese lunare.
Il tramonto più bello è con un tè verde – o anche altro – al Chim Sao Arte et Bistrot, nella strada Ngo Hue. Si entra, si tolgono le scarpe, si sale una scala scricchiolante e al primo piano ci si abbandona sui cuscini: se fa caldo girano i ventilatori, ma non sempre Hanoi è afosa. Anni Trenta? Volendo, può sembrare.
Per gli amanti delle serate in discoteca l’Apocalypse Now è una di quelle più famose D’Asia, gemella di quella di Saigon, o se preferite Ho Chi Minh City, più affollata e anche decisamente più maliziosa. In alternativa, ma con meno atmosfera, le discoteche degli alberghi.
Roberta Morano