“L’Italia è un Paese solidale”: Si, ma a chi?
Cari giovani lettrici e lettori di Donna Fashion News, i paradossi sembrano ormai all’ordine del giorno nel nostro Paese; l’ultimo caso che riscuote parecchia perplessità è la condizione di “povertà” attuale dell’anziano cantautore Franco Califano, al quale una caduta dalle scale ha procurato, quest’estate, la frattura di tre vertebre, con la conseguenza di impedirgli l’organizzazione delle serate che costituivano la sua principale fonte di reddito. Ragion per cui il Califfo non prova vergogna alcuna a chiedere l’aiuto della Regione Lazio, reclamando l’attuazione della legge Bacchelli; quest’ultima consiste in una rendita vitalizia, un assegno mensile di sussidio retribuito dallo Stato a chi, essendosi distinto nel mondo della cultura, della musica e, in generale, delle arti, venga a trovarsi in situazione d’indigenza. Il cantautore italiano afferma infatti di essere “in ginocchio” e “con le spalle al muro”, date le difficoltà economiche in cui versa. Ma il paradosso non è (sol)tanto nel fatto che il “povero” Califfo percepisce circa 1600 euro al mese di diritti d’autore dalla Siae, volendo anche considerare il sostegno di facoltose personalità a lui vicine, ed il fatto che non deve badare a moglie e figli, mentre in Italia ci sono intere famiglie che si mantengono con circa 1000 euro mensili (o meno), anche non considerando la particolare situazione di crisi economica in cui versa, come tanti altri, il nostro Paese; né nel fatto che tale condizione sia, oltre che perfettamente sostenibile, anche temporanea, dato che le sue attuali condizioni di salute non gli impediranno di esibirsi in serate e concerti più che redditizi nel prossimo futuro; non qui, quanto invece nelle parole del governatore della regione Lazio, Renata Polverino, che afferma: “Al di là di tutti gli errori che una persona può commettere”,riferendosi ovviamente ai diversi capi di imputazione e ai paurosi sperperi di denaro del Califfo, “l’importante è che quando si lancia un grido d’allarme c’è una persona pronta a raccoglierlo”.
Parole di dubbia valenza, quando nella stessa Capitale ci sono migliaia di richieste, appartenenti perlopiù all’ambito sanitario, in cui non sono esclusi nemmeno casi di malasanità, che vengono puntualmente ignorate. Richieste di risarcimenti per interventi andati male, oppure battaglie infinite per visite mediche e vaccini (come quello antiasmatico, unica cura efficace contro questa malattia), che nelle Asl dell’Italia settentrionale risultano spese mediche a carico della Regione; quando la motivazione scusante della Regione Lazio ai postulanti è la “mancanza di fondi”.
Tenendo ben presente inoltre che il piano sanitario varato quest’anno proprio dal governatore, caratterizzato dall’assenza di un serio sforzo per riconvertire e potenziare la rete dell’assistenza, prevedeva circa settemila disoccupati, più del doppio di quelli dovuti alla crisi Alitalia, e 300 milioni di perdite in termini di PIL regionale, vengono spontanee due considerazioni: forse il signor Califano dovrebbe semplicemente imparare ad adattarsi ad un tenore di vita (più che discreto, peraltro) da lavoratore ordinario; ma ancora più gradito sarebbe che la Polverini rispolverasse la sua concezione di “gravi difficoltà economiche”, oltre a rivedere il suo ordine delle priorità. Oppure il problema è che contribuire ad aiutare un VIP fa più “eco” rispetto all’aiutare una qualsiasi, sconosciuta famiglia italiana?
A cura di Germana de Angelis