La biblioteca, ospitata nell’oratorio dei Girolamini a Napoli, risulta essere stata privata  del suo cuore. Si tratta di ben 257 volumi,  pregiati manufatti , rappresentanti dell’oceanica cultura , salvaguardata,  fino a poco tempo fa, dal complesso monumentale.  Biblioteca specializzata in Teologia cristiana,  Filosofia, Chiesa cristiana in Europa, Storia della Chiesa,  Musica sacra e Storia generale dell’Europa, aperta al pubblico dal 1586 (per ordinanza speciale) , oggi perde il suo elemento fondante. Chi è il responsabile? La procura di Napoli ha già  disposto la custodia cautelare per cinque individui, esplicitamente coinvolti, ma il vero, grande e lucroso nodo, è nelle mani dell’ex direttore De Caro, il quale ha ricoperto il suo ruolo sino alla fine di Aprile scorso. De Caro, autosospeso dall’incarico, si dice un fervente bibliofilo, un accanito conservatore della cultura ivi presente. Ed è dunque, per il suo viscerale senso del dovere,  sostiene, che ha deliberatamente deciso di mutilare una delle più note e imponenti fonti intellettuali della nostra città; per porvi riparo, per evitare che andassero distrutti. Il valore inestimabile dei testi è ancora una volta messo in luce dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo , dagli estimatori di un tal bene pubblico, e da tutti noi cittadini, come è doveroso. Quali siano stati gli obiettivi, gli scopi dell’indegna azione  , che ha visto sorpassare,    di fatto, l’amministrazione dei Beni culurali e alterne   istituzioni, non c’è dato di sapere. Certo è  che lo stesso De Caro   ne sorvola la questione.  Una mobilitazione di ampio respiro, cercherà di garantire un minimo recupero di quanto perso (qualora sia possibile identificarne la quantità e il modo) e indagini scrupolose relative alla commercializzazione dei libri    proveranno la collaborazione sul piano internazionale. Atti illeciti di questo genere intristiscono il patrimonio librario, già di frequente falcidiato da usurpatori del bene comune. Sensibilizziamoci!

Francesca Morgante