I segreti del Vaticano
L’ultimo libro di Gianluigi Nuzzi
Un libro destinato a far discutere, a sollevare polemiche e querele, già preannunciate del resto. Lo ha scritto un giornalista non nuovo a missioni proibite e soprattutto non nuovo Oltretevere. Gianluigi Nuzzi autore di “Vaticano Spa”, tradotto in 12 lingue ha mandato in libreria “Sua santità, le carte segrete di Benedetto XVI”. Un testo che utilizzando fonti di prima mano, prelevate nelle stanze vaticane e consegnate al giornalista di Libero. E così, pagina dopo pagina, apprendiamo ciò che i Sacri palazzi vorrebbero restasse segreto. I report sul caso Orlandi (sparita nel nulla il 22 giugno del 1983) le pressioni sui politici italiani perché sostengano le posizioni della Chiesa in campo bioetico ma anche, più prosaicamente, in campo fiscale.
Nuzzi solleva il velo sulla attività di “moral suasion” che il vaticano esercita su uomini e ambienti dell’establishment italiano Alla vigilia di un incontro con il presidente Napolitano i collaboratori del Pontefice preparano una nota molto dettagliata sui temi “sensibili” e di interesse per la Chiesa: dalle questioni relative all’accanimento terapeutico, alla famiglia, alla scuola. E poi ci sono gli argomenti scabrosi: la pedofilia ma non solo: ricordate Dino Boffo, direttore dell’Avvenie? Fu costretto a dimettersi nell’esatate del 2009 dopo la diffusone di un documento, falso, sulla sua presunta omosessualità? Bene. Si è trattato d una congiura nata in Vaticano. Lo sostiene lo stesso Boffo in tre missive inviate a monsignor Georg segretario particolare del Papa e al Segretario di Stato Angelo Bagnasco. Tre lettere nelle quali l’ormai ex direttore dell’Avvenire indica il mandate del suo omicidio professionale e le motivazioni che hanno ispirato i congiurati. E ancora: tra le mani di Benedetto passano rapporti e appunti sulla situazione economica del San Raffaele ,sul caso Ruby, sul crac delle diocesi Statunitensi dopo lo scandalo dei preti pedofili. E ancora: Carlo Maria Viganò, segretario generale del governatorato, rimosso dall’incarico scrive a Benedetto XVI: “Beatissimo padre, un mio trasferimento provocherebbe profondo smarrimento in quanti hanno creduto che fosse possibile risanare tante situazione di corruzione”.
Luca esposito