“Shoppingbag” in mostra presso la Galleria Monteoliveto
Fino a che punto abbiamo bisogno di un oggetto? Perché siamo attratti dallo shopping? Quale vuoto atavico tenta di colmare un acquisto dell’ultim’ora? Ciò che serve all’uomo non è nella busta di un negozio, ma dentro di sé». Concretezza reale quella che esprime l’artista tedesca Nadine Y. Jeners mella sua singolare e dissacrante personale “Shoppingbag”, in mostra presso la Galleria Monteoliveto fino al 7 luglio (infoline 0814203210 – www.galleriamonteoliveto.it – galleriamonteoliveto@gmail.com). Vivacità e ironia per questa coloratissima esposizione che pone l’accento su una moda del nuovo millennio, il consumismo spicciolo, quello dell’effimero senza senso, quello del godimento momentaneo: appena il tempo di mettere in busta quanto si è comprato che già langue l’umore e un buio emotivo inizia a calare nell’animo. «Tutto esplode nei lavori di Nadine, in particolare il richiamo alla vita. Ogni opera, infatti, sembra gridare come l’esistenza umana sia l’unica cosa veramente preziosa», sottolinea Chantal Lora; e proprio per questa particolare cifra stilistica, la location di piazza Monteoliveto 11 appare la più indicata. Posta nel cuore della città, raccoglie le energie di chi la vive, le stesse energie che hanno fatto innamorate di Napoli la radiosa Jeners, cui sono arrivati i saluti del Console di Germania in Italia direttamente dall’addetta culturale, Sabine Genz. In un allestimento arricchito da borse della spesa, vaschette di popcorn, bottiglie di prosecco, microsculture-gioiello a firma di Stefania Ancarani e le borse in seta di San Leucio, accesissimi rossi, profondi blu, sprazzi di verde e raffinate ombreggiature vestono le tele, da cui, spesso provocatoriamente, fanno capolino dettagli di straordinaria importanza per la fruizione dell’opera stessa e, forse, proprio della vita, come i minuscoli oggetti della casa di bambole in 3D sui 30×30. Un altro grande successo per l’espace partenopeo che strizza l’occhio alla Costa Azzurra, con la sua vetrina a Nizza, e che continua così la sua missione culturale e sociale, rendendo Napoli luogo d’incontro e confronto.
Rosaria Morra