Giudicatemi teneramente, Emily.
L’Orto Botanico di Napoli, un ruscello, vestiti di fine 800, una sedia persa sul prato. Silenzio mentre il pubblico itinerante cerca di capire cosa accade e il richiamo degli uccelli lascia che “i nostri occhi bisbiglino per noi”. Dal 12 al 14 giungo 2012 nell’ambito del Napoli Teatro Festival il testo di Antonella Cilento -L’ANGELO DELLA CASA – OMAGGIO A EMILY DICKINSON- ha avuto nuova vita nella regia di Giorgia Palombi. Sembra di essere nel set di un film mentre la poetessa statunitense, deliziosamente interpretata da Giovanna Di Rauso, è come un gattino bianco pronto a raccontarsi stringendo tra le mani una rosa rossa. Il poeta è “colui che distilla sentimenti di stupore da significati ordinari”. Chiamata “il mito” dai suoi concittadini, perché pur autoreclusa nella sua casa paterna, in quella che definisce “una vita di porcellana”, riesce a far parlare di sé: “dicono che vesta solo di bianco e che abbia un cervello come un diamante”. L’allestimento è riuscito a restituire autenticità alla scomoda biografia di una donna probabilmente bisessuale, forse nevrotica nelle sua relazione con Sue (Susanna Poole) che ha sposato il fratello Austin (Giancarlo Cosentino). Con il tramonto naturale della location il tempo interiore di Emily- Giovanna, sembra davvero andare oltre “in luoghi dove non volevo accedere”. Samuel, Otis, Helen , Mabel. Gilbert… Bowles…il padre…la madre… la morte che avvolge tutto mediante un vorticoso giro su se stessa. Nel 1886 anche lei muore nella casa di Amherst. Il suo spirito regala, dalle mani di Giovanna Di Rauso, un biglietto con qualche verso scritto ad ogni spettatore. Poichè non potevo fermarmi per la morte lei gentilmente si fermò per me La carrozza portava solo noi due e l’immortalità. Judge tenderly – of me –
Anita Laudando