I prodotti dell’ittica, le eccellenze di vini, dolci e liquori per una serata al Quartum Store.
La piacevolissima iniziativa che i tre fratelli Rosa, Francesca e Luigi Di Criscio, produttori di eccellenti vini (anche per il rapporto qualità – prezzo) hanno ideato e stanno portando avanti già da alcuni mesi all’interno delle proprie cantine Quartum a Quarto (NA), ha riscosso successo tra il pubblico che sempre più interessato partecipa. L’ultimo evento programmato. prima di quello del 10 luglio che alle ore 20,30, proporrà i famosi fritti della pizzeria Salvo, con i tre fratelli pizzaioli Salvatore Francesco e Ciro, che da tre generazioni riscuotono successi, a San Giorgio a Cremano, per il giungere dell’estate si è svolto all’aperto a bordo piscina che la struttura Quartum store possiede.
Quest’ultima serata come le precedenti dedicata all’approfondimento di conoscenza delle eccellenze gastronomiche, vanto della zona puteolana, è stata dedicata ai prodotti ittici nostrani con un titolo altamente significativo “Un mare diVino” che, unitamente alla partecipazione della Cooperativa dei Pescatori S. Pietro di Pozzuoli, ha portato tutti ad assaporare un mare di golosità. Dopo i saluti di Francesca Di Criscio, che ha dato, anche a nome dei fratelli il benvenuto agli ospiti, si è passati a conoscere ed apprezzare l’essenza del prodotto re della serata: il pescato freschissimo del mare di Pozzuoli. A parlarne in merito è stato l’esperto Giustino Catalano e Antonio Ghiocca, presidente della Cooperativa dei Pescatori S. Pietro di Pozzuoli, presentati dalla giornalista Laura Gambacorta.
L’intendimento di queste serate è quello di fare riscoprire i prodotti di eccellenza che la Campania possiede come appunto i pesci appena pescati che sono stati l’elemento trainante del menù. Catalano, ha chiamato in causa Antonio Ghiocca. presidente della Cooperativa dei Pescatori S. Pietro di Pozzuoli delucidando così gli ospiti, o facendo addirittura scoprire, alcune problematiche dei pescatori che con impegno e costanza svolgono il proprio lavoro e che se il loro prodotto non subisse tanti passaggi di mano e con tanti aggravi potrebbero portare tante persone in più a gustare il pesce azzurro, fresco del nostro golfo come alici, pesce bandiera, sgombro ecc.. Sono però ancora tanti i pesci che fanno parte del pesce azzurro che ultimamente stiamo riscoprendo ed apprezzando sempre più, solo che molto di questo pesce viene dai pescatori ributtato a mare perchè al mercato non troverebbe acquirenti o in qualche fortunata ipotesi dovrebbe essere venduto senza guadagni perchè le spese di una pescata sono tante. Non tutti sanno, ha chiarito Ghiocca, che su una barca escono per la pesca artigianale tre persone, che aumentano a sei per quella a strascico e a 12 persone per il tipo circuizione che prevede la pesca di tutto il pesce azzurro. Si esce in mare verso le 21, si rientra al mattino e si percorrono 20/30 miglia per trovare i branchi, poi si accendono le luci e si portano i pesci a superficie d’acqua chiudendoli in reti lunghissime. Questi pesci, che altri che li acquistano per rivenderli a 7/8 € a Kilo, a noi vengono pagati allo stesso prezzo per cassetta di 10 Kg.. Sta di fatto che noi abbiamo un costo di 3.000 euro, per cinque giorni, di solo gasolio per l’uscita di una barca per la circuizione, aggiungiamo che siamo 12 persone sulla barca e che ci sono altre spese come le reti ed altro per vedere che riusciamo a guadagnare appena 40€ al giorno, quando va bene la pesca, con 8/9 ore di impegno lavorativo. Da calcolare che si raggiungono massimo i 10€ a cassa quando c’è il maltempo.
Poi c’è ad esempio il problema che le sarde non hanno prezzo perchè non vengono vendute, eppure la sardina che in Spagna costituisce una prelibatezza e le nostre che sono tanto saporite non riescono a conquistare i palati se non quelli dei veri buongustai, ma con l’incertezza della vendita non vengono proprio acquistate e proposte dalle pescherie. Nel corso dell’intervento Chiocca, sollecitato da Catalano, ha poi chiarito vari trucchi per sventare le sofisticazioni sul pesce, come il pesce persico che sfilettato viene proposto come filetto di cernia agli sprovveduti acquirenti. La colorazione del pesce che lo rende apparentemente più fresco, facendogli recuperare i punti perduti sulla qualificazione che, come noto, si contraddistingue in: “freschissimo”, “fresco”, “stantio” e “alterato” poi ci sono i trucchi sul congelato che perde il colore allo scongelamento in breve tempo e viene ravvivato da polverine. Insomma il messaggio è stato quello lanciato con il fritto di paranza che ha tanti pesci ma che oggi costa, in rapporto al pesce di allevamento, tanto da fare preferire quest’ultimo a quello squisito, naturale e freschissimo del mare Mediterraneo. Certamente però, se per poco in più al pesce di allevamento, converrebbe preferire una scelta della fresca e gustosa paranza con il Sauro (in dialetto Sapariello), l’Aringa, la Salpaorata, la Vopa, il Luvero, il Merluzzo e poi gamberetti bianchi, calamari, seppie ed altro fritti. Attenzione però a chi vuole mangiare il pesce crudo, deve congelarlo per abbatterlo 49 ore e distruggere così il batterio “anisakis” presente nell’attuale stato del mare.
La cena iniziata con i classici Cuoppi di paranza, gamberetti, alici, e poi con pasta e fagioli con le cozze e pasta con il tonno fresco, seguiti da una granita di limone con gamberetti ha fatto un intero excursus sul pesce per giungere ai dolci del maestro pasticciere Sal De Riso.
A chiudere un così gustoso momento serale sono giunti i liquori di Andrea Petrone titolare dell’omonima distilleria a Mondragone, che oltre al Limoncello, Nocillo e altri dalle note digestive, presente all’evento ha illustrato le caratteristiche del suo liquore di Mirto presentato per l’occasione in anteprima assoluta.
A cura di Cinzia Loffredo