Maurizio Casagrande nel ruolo di regista anche cinematografico
Dal giorno 21settembre nelle sale cinematografiche potremo goderci il primo lavoro da regista cinematografico di Maurizio Casagrande “Una donna per la vita”.
Sinossi.
Nel film Maurizio (Casagrande), e Marina (Sabrina Impacciatore) sono una coppia come tante. Due persone che si conoscono da molti anni, che si sono amate profondamente, ma il loro rapporto è stato logorato dalle differenze e dal tempo. Ormai nessuno dei due sopporta i difetti dell’altro, sopratutto Maurizio è esasperato dall’inconcludenza e dalla superficialità di Marina. Quella donna che tanto gli era piaciuta all’inizio oggi lo indispettisce proprio con quegli atteggiamenti che un tempo lo hanno attratto. Scoppia l’ennesimo litigio al momento di partire per le vacanze, ma questa volta le conseguenze sono gravi. Maurizio concierge di un importante hotel napoletano, dopo un brutto incidente d’auto, decide di chiudere definitivamente il rapporto con la sua ragazza e interrompe violentemente ogni loro discussione.
Sembra che sia avvenuta una tragedia, ma fortunatamente l’incidente “uccide” solo la loro convivenza. Maurizio lascia Marina e va via di casa. Tra i due, il povero Paolo (Neri Marcorè), amico di entrambi ed anche loro medico è tra due fuochi. Maurizio vuole che lui gli tolga definitivamente Marina dai piedi e Marina vuole che invece faccia tornare Maurizio da lei.
Ma è ancora il destino a fare la sua mossa. Una donna meravigliosa, bella, dolce e premurosa appare nella vita di Maurizio. Ecco la donna che ha sempre cercato. Nulla a che vedere con la petulante e strampalata Marina. Questa Nadine (Madé), è la donna perfetta. L’amore sboccia violento tra i due, anche se disturbato continuamente dalle irruzioni di Marina.
Sembra che tutto porti Maurizio e Nadine a poter vivere una meravigliosa storia d’amore ma non sempre le cose sono come sembrano. Non sempre vanno come vorremmo. Non sempre facciamo la scelta giusta. Alcune volte si scopre che la persona che hai accanto non l’hai mai conosciuta veramente. Ognuno di noi nasconde un segreto, qualche volta troppo grande.
Giovedì 20 Settembre, alle ore 10.30, presso l’aula magna dell’Università Suor Orsola Benincasa, si svolgerà l’appuntamento inaugurale del ciclo d’incontri “Le vie del Cinema e della Fiction – Incontri sulla creatività per il piccolo e grande schermo”. L’incontro sarà dedicato all’esordio alla regia cinematografica di Maurizio Casagrande, che presenterà agli studenti il suo film “Una donna per la vita”. Dopo la proiezione di un estratto del film di Casagrande ci sarà un ampio spazio per il confronto, coordinato da Arturo Lando, docente di Estetica del Cinema all’Università Suor Orsola Benincasa, tra l’attore e regista napoletano e le idee degli studenti.
Il grande regista e interprete di questa commedia cinematografica ha risposto con la sua nota cordialità e simpatia ad alcune domande rivoltegli in una intervista prima della presentazione dell’anteprima nazionale avvenuta a Roma il 18 settembre ed è ora pronto ad affrontare il successo che certamente gli verrà confermato dal giorno 21.
Perchè ho deciso di dirigere un film?
Ho incominciato a fare questo lavoro circa venticinque anni fa. Ma prima di fare l’attore facevo il batterista e per un lungo periodo della mia vita artistica mi sono visto come un musicista che faceva l’attore. A differenza di tanti colleghi, pur bravi e qualche volta anche più bravi di me, io non ho mai pensato solo ed unicamente alla riuscita del mio personaggio. Ho sempre diviso equamente la mia attenzione e la mia concentrazione tra quello che dovevo fare io e quello che era lo spettacolo, il film, la trasmissione, la fiction o qualunque altra cosa io stessi facendo. Forse proprio il mio passato di batterista mi ha dato questa caratteristica: il fatto di essere abituato a dover dare il ritmo e la compattezza al gruppo che suonava con me ha fatto sì che io sviluppasi questo modo di fare l’attore. Col passare degli anni il mio è diventato un modo di essere che, per chi mi conosce, rappresenta un po’ il mio marchio di fabbrica. Sono sempre presente in tutto quello che accade, attento a tutto quello che fanno gli altri, che siano attori, cantanti, musicisti o tecnici. Inoltre ho scoperto che amo dirigere i miei colleghi, soprattutto se bravi e intelligenti. Trovo molto stimolante poter migliorare un personaggio dando qualche consiglio all’attore che lo interpreta.
Oggi, dopo tanti anni di lavoro e dopo aver già sperimentato con buoni risultati la regia teatrale ho voluto provare a mettere tutta questa esperienza al servizio di un film. Ovviamente, per colmare le mie carenze tecniche ho scelto di avvalermi di un ottimo direttore della fotografia che mi sostenesse e mi aiutasse nelle scelte.
Dirigere un film, secondo me, è un po’ come dirigere un’orchestra nell’esecuzione di una sinfonia. Non è necessario sapere suonare tutti gli strumenti, ma averne un’infarinatura è molto meglio. Ecco… Credo che questi anni di lavoro in tutti i settori dello spettacolo mi abbiano fatto conoscere tutti gli aspetti utili alla realizzazione di un film.
Perchè l’ho scritto?
Qualche anno fa, dopo una lunga relazione con una ragazza un po’ matta ed incostante cui volevo, peraltro, molto bene pur esasperato dal suo modo di essere piuttosto inconcludente, incontrai un’altra ragazza, molto bella, sexy, capace di prendersi cura di me come mai nessun’altra aveva fatto. Lasciai Yvonne e cominciai un’intensa relazione con la nuova fiamma. Che meraviglia. Era dolcissima, accomodante, paziente, intelligente, disposta a sacrificarsi per me e sempre bella ed attraente. Era la donna perfetta.
Infatti, dopo solo sette mesi e per la prima volta nella mia vita fui piantato in asso e scoprii anche che la “donna perfetta” aveva una relazione con un altro. Non ho mai capito bene quale dei due colpi sia arrivato prima, ma credo che non sia molto importante. Ma quale fu la grande sorpresa di tutta questa storia? Che a raccogliere i cocci del mio amor proprio ferito ed umiliato fu Yvonne, la donna che io avevo lasciato per l’altra e che mi aiutò a superare la mia crisi standomi vicino senza secondi fini. Non ci siamo mai rimessi insieme o cose del genere, tutto si è svolto solo per affetto. La morale che avevo imparato è che molte volte la routine e l’abitudine non ci fanno vedere più quanto è importante e alcune volte necessaria la presenza della persona che abbiamo al fianco; e ci possono far prendere delle grandi cantonate sul comportamento di quelli che fingono di essere qualcosa di diverso da quello che sono e lo fanno in realtà per il loro tornaconto.
Questa è la storia che ho scritto, con la collaborazione di Andrea del Monte, bravissimo e ricco di doti tecniche. Per raccontare qualcosa di interessante, secondo me, non bisogna raccontare una storia di tutti i giorni, come spesso accade nel nostro cinema, ma una storia straordinaria, eccezionale, che porti un concetto semplice fino all’altezza dei sogni delle persone. Questo è il cinema che immagino io. Un cinema che renda interessante e straordinario quello che nella vita ci sembra scontato e banale. Il tutto condito da un sano divertimento. Eh sì, perché perdonerete il mio vizio, ma adoro far ridere le persone.
Perchè ambientato a Napoli?
Quella di “ Una donna per la vita” è una storia universale, che potrebbe essere ambientata in qualsiasi parte d’Italia o del mondo. È una storia che racconta di sentimenti che tutti possono capire indipendentemente dal luogo.
Ma io sono napoletano e il film è legato in qualche modo al turismo. Il mio personaggio è il concierge di un grande albergo e tutta la vicenda ha bisogno di ambientazioni paesaggisticamente valide. Allora mi sono detto: facciamo un po’ ricordare all’Italia che la mia città di provenienza non è fatta solo di delinquenza, camorra, miseria, degrado, immondizia, violenza, ignoranza come alcuni pur straordinari film hanno saputo raccontare e come film un po’ meno ispirati hanno continuato a ripetere. La mia città è fatta anche di persone intelligenti, simpatiche con un grande senso dell’ironia, che abitano in una città fatta di luoghi geograficamente eccezionali, che storicamente ed artisticamente non hanno nulla da invidiare a città molto più blasonate. Nel film ci sono tante occasioni per raccontare tutto questo e Napoli si presterà a farlo nel migliore dei modi.
Insomma, con questo film mi piacerebbe far ricordare a tutti che dall’altra parte della medaglia delle brutture c’è ancora una cartolina tra le più belle del mondo.
Perchè recitare il ruolo di protagonista?
Perché recitare, fino ad oggi, è la cosa che mi è venuta meglio nella vita.
Il film, dalla trama ricca di contenuti, prodotto da Eduardo senior e Alessandro Tartaglia per Mitar Group, con soggetto e sceneggiatura di Maurizio Casagrande unitamente a Andrea Dal Monte, distribuito da “Medusa”, è ricco di un cast di noti attori: Sabrina Impacciatore, Neri Marcorè e con Marghareth Madè nel ruolo mdi Nadine, ed ancora Francesco Piscopo, Roberto Calabrese e Paola Lavini ai quali si aggiunge la partecipazione straordinaria di Antonio Casagrande nel ruolo di Eduardo e l’amichevole partecipazione di Giobbe Covatta, Pino Insegno, Biagio Izzo, Simona Marchini, Maurizio Mattioli, Stefano Sarcinelli, Alena Seredova e con l’amico di sempre Vincenzo Salemme.
A cura di Cinzia Loffredo