ALLA RICERCA DELLA FORMA FISICA, PRIMI PASSI PER NON SBAGLIARE
NAPOLI | Conclusa la stagione estiva, una delle prime preoccupazioni è quella di ritrovare la formaperduta; dopo essersi lasciati andare tra pranzi, cene e drink ci si ritrova pieni di buoni propositi: come una sorta di redenzione per le sregolatezze alimentari compiute a fare i conti con la bilancia. Ma da dove iniziare? Sarà davvero la bilancia il vero punto di partenza ?
Inevitabilmente la voglia di riottenere la forma perduta, la paura di vedersi con qualche chilo in più può portare a prendere delle decisioni affrettate e la maggior parte delle volte sbagliate. Iniziamo con il parlare della bilancia, punto di riferimento per molti: la sua parola è legge ma non è così. Dovremmo convincerci da oggi a parlare di “massa grassa” e “massa magra” per valutare i nostri progressi o peggioramenti. Una bilancia non terrà mai conto delle differenze morfologiche che differenziano un individuo da un altro, delle sue ossa più o meno spesse o della quantità di liquidi che lo compongono.
Parlare quindi, in generale, di peso forma non ha senso dal momento che questo varia da individuo a individuo e non è legato solo alle variabili di peso e altezza. Quindi il primo passo lungo la strada del benessere e dell’ottima forma fisica passa per “l’analisi della composizione corporea”; per far ciò dovremmo farci aiutare da un bravo nutrizionista che effettuerà il calcolo “plicometrico“ e “impedenziometrico” per valutare in maniera precisa la quantità di grasso presente nel nostro corpo e stabilire con certezza se stiamo facendo progressi o meno. Nella persona in ottime condizioni fisiche la percentuale di massa grassa si aggira tra l’ 8-10 % negli uomini a non meno del 14 % nelle donne; negli atleti agonisti tali percentuali si riducono notevolmente ma sono casi estremi che hanno bisogno di valutazione e controllo medico periodico. Il peso finisce quindi per essere un dato poco rilevante ai fini degli obiettivi prefissati.
La fase successiva sarà quella di valutare sempre insieme al nutrizionista il regime alimentare da seguire e il numero di calorie da introdurre con l’alimentazione, evitando di incorrere in diete drastiche eccessivamente ipocaloriche, che non porteranno al raggiungimento di nessun obiettivo e potrebbero causare anche gravi problematiche per la salute del nostro corpo. Il mio consiglio è quello seguire una dieta il più possibile variegata, e quale migliore se non quella che ci invidia il mondo intero? Sto parlando della“dieta mediterranea”. Questa tiene conto, forse una delle poche, che una delle peculiarità del nostro organismo che ha permesso a questo di sopravvivere nel corso del tempo ai più importanti cambiamenti ambientali è l’ ”adattamento”. Chi pensa che con una dieta o un attività fisica poco variegata, che prevede la medesima routine nel tempo, si possano ottenere grandi risultati è sulla strada sbagliata. Il nostro organismo è in grado di adattarsi anche alle situazioni più estreme al fine di ottenere dei risultati; quindi dovremmo, sia nell’alimentazione che nell’allenamento, variare la routine e non lasciargli mai il tempo di adattarsi, stimolando il nostro corpo sempre in maniera nuova e diversa. Se è vero che l’alimentazione è fondamentale, lo è anchel’attività fisica; inizialmente è consigliabile un allenamento periodico di 2-3 volte a settimana, per una durata che complessivamente non superi gli 80 minuti. Come per la dieta, un allenamento troppo intenso e lungo non porta da nessuna parte; all’inizio del nostro percorso è necessario sapere che il nostro organismo, già dopo 50 minuti di allenamento circa, va in emergenza producendo quello che viene chiamato l’ormone dello stress: il “cortisolo”. Questo è un ormone steroideo prodotto dalle ghiandole surrenali che favorisce il catabolismo proteico e che quindi è controproducente per il nostro allenamento , in quanto si finisce per attingere energia direttamente dalle proteine che sono i mattoni costituenti dei nostri muscoli e non dai lipidi che è invece il nostro obiettivo. Quindi per ottimi risultati ricordate sempre di allenarvi senza favorire la produzione di questo ormone, per un tempo non eccessivo, e di cambiare la routine almeno ogni 4 settimane; questo potrà esservi più semplice se durante il vostro percorso sarete assistiti da un preparatore atletico (personal trainer) con le competenze adeguate che sappia guidarvi e vi dia le giuste motivazioni.
Di Vincenzo Viviano, istruttore federale di pesistica e cultura fisica FIPCF-CONI