A mali estremi, estremi rimedi
Cara Rossella,
ci riteniamo genitori falliti, inutili, inadeguati. Tutto andava bene nella nostra famiglia, fino ad un certo giorno, fino a quando, mesi fa, a causa di un incidente di moto, nostro figlio è stato ricoverato in ospedale. Lì, in attesa dell’intervento alla gamba fratturata, abbiamo avuto una tremenda ed inattesa rivelazione dalle analisi di routine: nostro figlio si droga. Mai avremmo sospettato una cosa simile : nessun segno, nessun comportamento strano, nessuna esigenza economica fuori dal normale. Confesso che, per avere certezza di questa “sentenza” abbiamo chiesto ripetere le analisi, ma tutto è stato ampiamente riconfermato. Lo sfacelo si è inevitabilmente abbattuto sulla nostra famiglia: sia io che mio marito ci siamo accusati a vicenda di non essere stati buoni genitori, sono iniziate recriminazioni, frasi spiacevoli, litigi inutili. In tutto questo abbiamo compreso che nostro figlio, negli ultimi tempi, non solo ha mentito e ben recitato la sua parte, ma ha anche approfittato della nostra debolezza affettiva nei suoi riguardi, promettendo un cambiamento che finora non è avvenuto. Ci chiediamo dove abbiamo sbagliato per aver generato un figlio simile. La delusione ed il dolore ci porteranno alla tomba.
Mario e Liliana
Cari Genitori,
innanzitutto la “tomba” deve essere lontana, perché senza il vostro aiuto, il ragazzo potrebbe peggiorare. Quindi forza e coraggio perché molto dipende da voi. Paura, confusione, negazione, illusione, non aiutano, anzi contribuiscono ad allontanare la soluzione del problema, rischiando di agire in modo non adeguato. E’ logico, una rivelazione del genere provoca una tragedia all’interno della famiglia e ciò che rende ancor più inaccettabile la situazione è il chiedersi “ come mai non ce ne siamo accorti prima?”. Disattenzione? Leggerezza? No, cari genitori, un tempo c’erano fenomeni bene visibili che lasciavano trasparire la tragedia, oggi i ragazzi sono divenuti più furbi, guardinghi, quasi hanno fatto in modo da “normalizzare” questo fenomeno e nasconderlo abilmente, fino a quando la situazione non peggiora al punto da renderla evidente. Spesso ci si chiede come abbiano potuto condurre in modo perfetto una doppia vita, ingannare per tanto tempo…Cari genitori, alla base di tutto esiste un disagio tremendo nell’animo di chi si abbandona ad una simile scelta, vittime inconsapevoli di una “seduzione” illusoria, che promette piacere, aumentate capacità, allontana ricordi sgradevoli, prendendo come “modello” (negativo, per chi è al difuori e comprende) testimonial come divi del cinema o della canzone, che ne fanno spesso uso smodato senza riserve, senza vergogna. Siete genitori, il vostro compito non è facile e sappiate che i primi tempi saranno difficili e laceranti : vostro figlio difficilmente accetterà di cambiare, tornando alla “normalità”, vi racconterà bugie su bugie, tenterà in tutti i modi di depistarvi. Dovrete quindi “costringerlo” con l’aiuto di uno psicoterapeuta ad uscirne, anche con il supporto di una struttura predisposta al recupero, prima che la situazione peggiori a livello tossicologico, psicologico e comportamentale. La droga lascia tracce permanenti nella psiche ma anche nel fisico di chi ne fa uso e quindi prima si agisce meglio è, in modo che la situazione non cronicizzi, rendendone ancor più difficile il recupero. I legami affettivi, l’amore incondizionato non devono rendere deboli voi genitori in situazioni urgenti e delicate come questa, in cui non si deve, né si può rimandare, sperando che il ragazzo smetta da solo, come solitamente promette, mentendo. Non ci riuscirebbe, né mai lo farebbe…Anche se dovesse implorarvi giurando d’essere sincero, anche se dovesse supplicarvi, non credetegli. Siate fermi, rigidi, severi, chiedendo il supporto di persone e strutture preposte, perché, è bene che ve ne rendiate conto, questa è la strada che porterà vostro figlio all’autodistruzione. Non disperate. Non perdete né la speranza, né la forza, né la fede. Solo così sarete in grado di farlo rinascere e di ciò, un giorno, ve ne sarà grato.
Rossella Argo
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