IMPROVVISAMENTE FRATELLI
Cara Rossella,
al funerale di mio padre ho scoperto di avere un fratello! Spiazzante ed angosciante “sorpresa” questa dolce-amara notizia, di cui mai era trapelato nulla. Sono vissuto per 40 anni da figlio unico, mia madre è morta poco dopo il parto e mio padre, oltre a non essersi mai risposato, mai ha dato cenno d’essere un libertino o avere una compagna stabile. Insomma mai un sospetto in tutti questi anni! Sono poi stato necessariamente coinvolto a conoscere la verità: durante la malattia di mia madre, mio padre ebbe una relazione con l’infermiera che la curava ed assisteva e da questa donna ha avuto un bambino, che ha amato pur tenendolo distante, sia per non traumatizzare me che ero piccino, sia perché la signora in questione aveva già un marito e due figli. Tutto ciò mi è stato confermato da un notaio mediante un testamento olografo di mio padre ed ora non so come comportarmi con questo “nuovo” fratello. Mi sento confuso e felice al tempo stesso.
Renato
Caro Renato,
dopo aver letto di questa tua particolare situazione, mi sto chiedendo se fratelli si nasce o si diventa. Una domanda difficile per una situazione complicata come questa. Un fratello “nato” così, improvvisamente, a te sembra quasi un miracolo, un regalo insperato, senza riflettere che, seppur ti senti coinvolto emotivamente da questo legame biologico, mancano tutte quelle importanti esperienze che dovrebbero essere state vissute precedentemente insieme. Essere fratelli è bello ma non facile. Significa essere complici, condividere, avere conflitti, essere coinvolti in gelosie e rivalità anche per cercare di meritare il titolo di figlio preferito. Se ci fai caso, mentre nel mondo animale i “fratelli” sono uguali in tutto, cioè quello che fa uno lo fanno anche gli altri, nell’ambiente “umano” ciò non esiste : l’unica cosa che li accomuna è il cognome, i genitori, i parenti. Questo per dire che “essere” fratelli è una cosa, “diventare” fratelli un’altra, perché il legame affettivo si forma col tempo, dopo aver avuto un percorso familiare insieme, condividendo problemi e gioie, sentendosi alleati, superando il periodo delle gelosie, delle rivalità, dei privilegi, dei diritti, ritrovandosi poi uniti nelle importanti decisioni familiari. Percorrendo insieme questo cammino si diventa veramente “fratelli”. Adesso tu, che hai percorso la tua infanzia da figlio unico, coccolato e viziato, tu, unico perno intorno cui girava tutta la famiglia, ti trovi improvvisamente proiettato a fare i conti con una realtà che non avresti mai sospettato e che, dopo un momento di enfasi iniziale, potrebbe divenire traumatico, proprio perché questo è uno strano legame di sangue a cui manca quel rapporto costruito nel tempo, sia fonte di sicurezza che di contrasti, base per una vera unione fraterna. Perdonami, sono sincera e reputo che, essendo mancato questo percorso, possa instaurarsi inizialmente una profonda “amicizia”, e prima di divenire un po’ meno amici e più fratelli, dovrà passare un bel po’ di tempo. Cominciate a frequentarvi spesso, godendo della vicendevole presenza, raccontate dell’infanzia, delle sensazioni, dei ricordi, del tempo passato in cui l’uno non sapeva dell’altro, iniziando così ad approfondire e rinforzare questo improvviso legame, come preludio alla fratellanza, quella vera. Te lo auguro con tutto il cuore.
Rossella Argo
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