Terremoto in Abruzzo: una Pasqua di terrore
Prima di scrivere un articolo, un giornalista analizza attentamente i costumi in voga, le ultime notizie, le aspettative dei lettori e ne discute a fondo con il suo Caporedattore. Spesso è molto difficile trovare un argomento che sia davvero interessante e che stimoli l’interesse del lettore quanto quello di se stesso. Si pensa alla cronaca nera, a quella rosa, a qualche approfondimento scientifico, finchè, ad un tratto, tutto ciò diventa assolutamente vano e privo di fondamento. Infatti, quando si è finalmente preso una decisione, ecco che capita qualcosa che spiazza completamente ogni progetto a riguardo ed è quello che mi è accaduto poche ore fa, quando in Abruzzo un terribile sisma ha cancellato in un attimo la città de L’Aquila e nuclei abitati circostanti.
In questo momento, mentre scrivo il presente articolo, la protezione civile e gli organi civili e militari incaricati di prestare i soccorsi, sono impegnati in una corsa senza sosta per portare in salvo feriti e sopravvissuti ed evitare che gli edifici in via di crollo non aggravino ulteriormente il bilancio delle vittime che, al momento ha raggiunto la triste cifra di 92 morti. I mezzi d’informazione sono mobilitati a diffondere bollettini informativi, edizioni straordinarie del Telegiornale, nonchè gli aggiornamenti in tempo reali diffuse tramite Internet che, prima di tutti ha raccolto le testimonianze scritte e filmate di chi questo sisma l’ha vissuto a media e breve distanza. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha cancellato i suoi impegni diplomatici in Russia per firmare un decreto urgente atto a far partire la macchina dei soccorsi in vista di questa grave calamità naturale che, a quanto pare, si tratta di una tragedia annunciata, visto che giorni prima il Sismologo Giampaolo Giuliani, aveva notato un’attività sospetta nel sottosuolo di quelle zone ma che, era stata zittito dalla comunità scientifica poichè, i terremoti per definizione non possono essere previsti con sicurezza certa. L’intensità è stata di magnitudo 5,8 della scala Richter (8° grado scala Mercalli) con epicentro tra L’Aquila, Collimento e Villagrande. Una scossa quindi talmente intensa tanto da essere avvertita a Roma e anche a Napoli, dove gli abitanti dei piani alti degli edifici si sono accorti subito del pericolo, vedendo oscillare lampadari, muoversi sedie e tavoli. Proprio noi abitanti di Napoli, Avellino e Campania tutta, ancora oggi ricordiamo con paura l’analogo evento che colpì l’Irpinia nel 1980 e la nostra mente, guardando le scene che in questo momento scorrono in Tv, ci riporta drammaticamente a quei difficili momenti. Il Terremoto, un evento naturale dovuto allo spostamento delle masse terrestri poichè, la Terra è in continua trasformazione e non ferma, come potrebbe invece sembrare. La nostra penisola, secondo i sismologi, è attraversata da una “cintura” immaginaria che la percorre in quasi tutta la sua lunghezza. E le città colpite si trovano proprio lungo questo circuito, come si trovavano anche quelle colpite dai sismi precedenti tra i quali ricordiamo quello di S. Giuliano di Puglia, nel quale morirono tanti bambini nel crollo di una scuola. Tra pochi giorni sarà la Santa Pasqua. Un evento religioso che ricorda la resurrezione del Signore ma che, come tutti gli eventi religiosi, è atteso e vissuto con gioia anche dai laici e dagli atei come occasione per starsene con i propri cari in serenità. Una serenità e un clima di festa che appunto, a causa di questa sciagura sarà vissuto diversamente da tutti gli italiani, a prescindere o meno dal loro credo o dalla loro ideologia. Diciamo che tutti, atei o credenti, saremo stavolta legati da un unico filo conduttore: la riflessione. Riflettere significa fare silenzio dentro se stessi, isolarsi anche brevemente dal caos delle giornate, dal consumismo e dai sorrisi frivoli. Introspezione profonda della propria anima e sul significato della vita. Una vita che oggi c’è ma che eventi come questi possono strapparla via come la fiammella timida di una candela estinta da una folata di vento. La religione cattolica, che è anche religione di Stato, ci insegna che la Pasqua è resurrezione dalla morte alla vita. Quanti morti ci sono già stati fino ad ora e che continuano a morire. Chi crede in questa cosa che molti considerano solo una bella favola, si riuniscono in preghiera affinchè queste vittime ritrovino nell’aldilà quella serenità che la vita gli ha negato in un modo così inspiegabile. Chi non crede, almeno mediti sulla fragilità dell’esistenza e sicuramente questa Pasqua avrà anche quest’anno un senso molto profondo, aldilà dell’uovo di cioccolata o della colomba candita.
a cura di Rosario De Luise