MAZZA E PANELL….
E’ di poche ore fa che a Napoli un ragazzo giovanissimo è stato arrestato e affidato ai servizi sociali reo di aver perseguitato un compagno di scuola per diverso tempo. Ma non finisce qui. Da attente analisi degli inquirenti ne è venuto alla luce uno scenario inquietante: svastiche e simboli incitanti il neonazismo trovati nel diario; foto della parte lesa con su disegnati simboli analoghi e addirittura uno sconcertante video in cui la vittima è filmata nel momento in cui i prepotenti sono intenti a bruciargli i capelli con un accendino. L’opinione pubblica sembra stanca di tali avvenimenti che infangano la buona reputazione della città in cui avvengono queste incresciosi avvenimenti Ci troviamo di fronte ad un fenomeno che, insieme ad altri tipo la violenza su minori e la pedofilia, è sempre esistito ma che purtroppo solo oggi, nel vortice dell’informazione che cerca la notizia ad ogni costo, purtoppo viene a galla. Sembra solo ieri quando, prima dell’abolizione della leva obbligatoria, il problema più grosso per un giovane era il nonnismo, quando invece oggi scopriamo che i giovani hanno problemi più gravi già dalla preadolescenza. La domanda che ci poniamo innanzitutto è come mai tutto questo sia possibile. Dopodichè, una volta individuata la possibile fonte, trovare una soluzione atta ad arginare in modo efficace tale fenomeno. Partiamo dalla cellula principale della società che è la famiglia. Non vogliamo colpevolizzare i genitori, ma è evidente che una scarsa presenza di questi nella formazione umana dei figli potrebbe lasciare questi ultimi in uno stato di abbandono in cui, bombardati da televisione, videogiochi e musica, vengono lasciati a loro stessi e finiscono per perdersi in un vuoto in cui non sanno più qual’è la strada giusta da percorrere nella vita. La famiglia sta diventando un pò come nelle trasmissioni televisive serali, dove un bollino verde o rosso, stabilisce quali sono i programmi più adatti ai ragazzi e quali destinati alla presenza assidua di un adulto. Bene, qui a quanto pare il bollino rosso resta perenne ma, purtroppo, con l’assenza dei genitori, troppo indaffarati negli impegni di lavoro e a seguire un tenore di vita che non è più quello degli anni più belli. Non è giusto dare solo la colpa ai genitori bensì ai ritmi pressanti della vita che non permettono ai giovani di essere presi per mano, ma soprattutto di avviarli ad un sano ideale. Che esso possa essere lo sport, la religione, il modellismo o quant’altro, non importa: importa avere più tempo da dedicargli per trasmettergli dei valori che, anche se un giorno sceglieranno di non seguire, almeno avremo la coscienza a posto e non rischieremo di trovarci di fronte a fatti eclatanti come quelli di questi giorni. L’arroganza, la voglia di sopraffare il più debole, è sintomo di una noia diffusa frutto non solo di un malessere familiare ma anche di un’assenza precoce di quella che, dopo la famiglia, è la seconda cellula portante della società: la scuola. Purtroppo infatti, sono proprio gli insegnanti a sottovalutare il problema, un pò anche per paura di ripercussioni violente da parte dei ragazzi o addirittura delle loro famiglie che, esigono che le istituzioni educative facciano i miracoli e che addirittura si sostituiscano al loro ruolo di educatori. Anche in questo caso non bisogna generalizzare in quanto, cosi’ come ci sono insegnanti volenterosi e coraggiosi di svolgere il loro lavoro-missione, ci sono anche quelli che vedendosi minacciati preferiscono portare solo a termine l’anno scolastico e quel minimo stipendio nelle loro tasche. Genitori presenti solo in parte; insegnanti disarmati; istituzioni disarmate anch’esse; aggiungiamo anche i media. Ormai in tv e su internet ci passano d’avanti violenza, sesso e doppi sensi che inducono la psiche a farci credere che tutto ciò fa parte del mondo reale e che quindi rientra nella normalità. I videogiochi sono sempre più inverosimili e fuorvianti; ammazzare qualcuno con una pistola è semplicissimo e soprattutto chi gioca è indotto a credere all’invincibilità, come se non dovesse mai ricevere ripercussioni per le sue gesta criminali se non con una bella scritta a caratteri cubitali che recita a pieno schermo “game over”. Ragazzi. Nella vita non esiste il game over ma solamente una madre che piange, tanta gente fuori dal commissariato che ti grida che sei un assassino e una decina di anni di carcere da scontare per omicidio colposo. Non si getta la monetina nella consolle della vita reale. Tutto questo è crudo ma va inculcato nel cervello di questi ragazzi. A Napoli si dice “mazza e panella fanno i figli belli”; a me questa espressione non è mai piaciuta poichè la violenza non serve mai a scongiurare la violenza. Basta solo prendersi un pò cura di più di loro e non solo affidarli alla badante che a fine giornata si guadagna i suoi venti euro. Serve una maggiore presenza e soprattutto insegnarli a distinguere tra bene e male. Il neofascismo, il comunismo, il satanismo e lo spiritismo (…solo per fare qualche esempio a caso) così tanto diffusi tra le giovani generazioni non significa che questi siano convinti di quello che professano. Ma mi dite voi un ragazzo così piccolo cosa possa saperne di nazismo se non ha mai provato davvero sulla sua pelle cosa davvero significhi? Mica ha fatto la guerra? Quindi, venendo alle possibili soluzioni, oltre a quelle già elencate aggiungerei l’esempio dei Nonni ed evitare drastiche punizioni penali se non quella dell’affidamento ai servizi sociali che insegnino a guardare in faccia la sofferenza umana. La realtà, insomma.
A cura di Rosario De Luise