OLTRE LA STRADA DI CASA
Per le strade corrono meno veicoli a motore che, manifestazioni d’animo e rivendicazioni.
Non conosce ZTL, né pseudo piste ciclabili, né corsie per il traffico automobilistico, la mobilitazione, di quanti perdendo il lavoro, la casa o i loro diritti, si incontrano per far sentire la loro voce e conoscere i loro volti, in quanto persone, oltre che identità numeriche.
Non c’è città nel nostro Bel Paese che venga risparmiata! Non c’è città, che non senta il respiro pesante del Disagio.
Disagio è condizione materiale e mentale è cio’ che per molti ha il sapore del pane quotidiano, eppure, alcuni luoghi si riscaldano al fuoco delle iniziative e delle idee .
14 dicembre 2012, Caserta, Belvedere Reale di San Leucio, un luogo ameno sotto una pioggia incalzante, perfettamente restaurato, per l’inaugurazione del Consolato onorario della Repubblica dell’Uzbekistan per le regioni Campania e Molise.
Un parterre di rilevanza nazionale e internazionale, solo qualche nome: il sindaco di Caserta, Pio del Gaudio; il presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi; il presidente dell’Istituto Universitario di Studi e ricerche sul Turismo, Piero Michele Farina; l’Assessore alla Cultura al Comune di Caserta, Fecilita De Negri; il Presidente della Camera di Commercio Italia Uzbekistan, Luigi Iperti; il vicepresidente della Camera dei Deputati dell’Uzbekistan; l’ambasciatore della Repubblica dell’Uzbekistan, Timur Rahmanov e l’elenco sarebbe lungo.
Tutti giunti, per augurare un lungo e proficuo lavoro al nuovo Console onorario, l’avvocato Vittorio Giorgi, a lui è affidato il compito di promuovere gli scambi commerciali, culturali e scientifici tra i due Paesi, oltre le normali funzioni amministrative.
Uzbekistan qualcuno forse, non ne avrà mai sentito parlare, si chiederà dov’è, e soprattutto, che cosa ha a che vedere con la nostra realtà.
La Repubblica dell’Uzbekistan, con capitale Tashkent, è uno Stato dell’Asia Centrale, già parte dell’Unione Sovietica, è un territorio interno ovvero non ha sbocchi al mare, la lingua ufficiale è l’usbeco, che è una lingua turca orientale. La popolazione è per l’88 % musulmana sunnita, seguono i cristiani ortodossi al 9% poi altre minoranze.
Il territorio è ricco di giacimenti di gas naturale, (il Paese produce 70 miliardi di metri cubi di gas , l’Italia ne consuma 80, una parte arriva anche nel nostro Paese, come gas russo perché usa gasdotti russi), petrolio, uranio e metalli.
Il Paese è interessato da fenomeni sismici e non mancano problemi legati a fattori climatici, quindi alla distribuzione delle piogge sul territorio, per cui l’economia è dominata da due realtà. La prima legata all’irrigazione artificiale e la fertilizzazione delle regioni aride e semiaride (ricordiamo l’essiccazione del lago salato d’Aral, morto nell’arco di una generazione), per mantenere la produzione del cotone grezzo, sua principale coltura; la seconda, è la produzione di ingenti quantità di materie piuttosto che prodotti finiti, ma non mancano le industrie.
L’Uzbekistan è all’ottavo posto come produttore di oro, investe in cio’ che produce il territorio stesso e si promuove oltre confine.
In Uzbekistan vengono costruite ad oggi 250.000 automobili, in Italia, ne vengono costruite 450.000, l’Uzbekistan ha 28 milioni di abitanti.
E’ un Paese avviato verso un grande processo industriale. Il PIL in Uzbeksitan è cresciuto ogni anno mediamente dell’8% e anche in questo periodo di crisi mondiale e questo, a dimostrazione che la politica e l’economica del Paese è molto ben gestita.
Il commercio estero è positivo: esporta piu’ di quanto importa (quasi il doppio).
Vi è un forte sviluppo della piccola e media industria, questo significa una porta aperta verso il nostro Paese. Gli uzbechi hanno bisogno di imparare a produrre in modo efficiente, molti piccoli costruttori o imprenditori, hanno un’esperienza limitata, e bisogno di tecnologie, di progetti e assistenza su come produrre prodotti di qualità.
I costi di produzione sono molto contenuti: l’energia costa un terzo di quanto costa in Italia. Il costo del lavoro è ragionevole. Producono aerei, automobili, prodotti chimici e seta.
Il commercio vede l’Italia esportare in Uzbekistan, 140 milioni di euro all’anno prevalentemente per macchinario e tecnologie ma anche altri beni di consumo come il Made in Italy.
Dobbiamo pensare di allargare le capacità dell’imprenditoria italiana. Chi produce in Uzbekistan produce per un Paese che è allargato a quelli confinanti e che prevede 200 milioni di abitanti.
Le dogane non esistono o i dazi doganali sono molto limitati. L’Italia può e deve creare rapporti internazionali che l’arricchiscono economicamente e culturalmente. Per questo si adoperano le camere di Commercio con il loro ausilio nei due sensi.
La politica italiana bloccata nelle sue “camere” non evidenzia queste possibilità e non crea i presupposti per un’uscita reale dalla crisi.
Abbiamo parlato di un Paese, grazie all’evento che ha dato la guida del consolato dell’Uzbekistan a Caserta, all’ottima persona che risponde al nome di Vittorio Giorgi, ma gli esempi spaziano verso tante altre frontiere, non così lontane da noi ma certamente molto più disponibili ai rapporti internazionali e quindi inevitabilmente al progresso.
All’interno di questo discorso ancora una volta si affaccia il discrimine che vede premiato il Nord rispetto al Sud meno recettivo, verso le nuove indicazioni lavorative e le nuove economie.
A noi comprendere gli errori e le rettifiche da apportare alla politica economica del nostro Paese tanto più ricco per natura ed esperienza, quanto meno intraprendente.
a cura di Brunella Postiglione