L’emancipazione femminile e la poesia
Nel 1948 la Costituzione Italiana sancisce con la nascita della Repubblica il riconoscimento alle
donne della capacità di votare con gli stessi diritti degli uomini, di avere parità senza distinzione di
sesso. Inoltre nel contrarre matrimonio c’è uguaglianza morale e giuridica tra coniugi.
Si stabilisce che la donna lavoratrice ha le stesse opportunità nella retribuzione e che il lavoro stesso
deve consentire alla donna nella sua funzione di madre e di moglie la sua adeguata protezione.
Nella lotta all’emancipazione le donne hanno ottenuto il divorzio nel 1970, la riforma del diritto di
famiglia, la libera propaganda dei sistemi di contraccezione, l’aborto legale nei primi tre mesi di
gravidanza. Anche la violenza sessuale a suo discapito finalmente viene considerata reato.
Tra le poetesse che hanno testimoniato la crescita di questa emancipazione ritroviamo nel 900
grandi personalità come Matilde Serao, Grazia Deledda, Sibilla Aleramo.
Oggi il panorama poetico femminile è molto affollato e si compone di donne come Dacia Maraini,
Susanna Tamaro, Franca Rame, Annamaria Testa. Sono donne tenaci, donne che hanno affermato i
loro diritti con una forza di volontà incredibile. Hanno affrontato con capacità di reazione difficoltà
insormontabili, pur avendo avuto dalla vita tante delusioni.
Maria Teresa Falconieri nella sua poesia “Incanto” con semplici parole descrive la capacità
femminile di affrontare tutte le avversità. Angela Procaccini in “Talvolta” descrive la solitudine che
avvolge le donne nella vita quotidiana. Carla Vidiri Varano nella poesia “Lo strucco” descrive i
pensieri che avvolgono una donna che si guarda allo specchio struccandosi e con senso ironico
descrive il tempo che fa sfiorire la sua bellezza.
La mia isola
In mezzo al mare
Un atollo solo ed irraggiungibile.
Io ci vorrei arrivare
ma non so che percorsi devo fare.
Forse mi converrebbe navigare,
ma il vento è sfavorevole
e c’è il mare mosso
e di approdarci a nuoto io non posso.
O forse potrei scendere dall’alto,
con un bel paracadute bianco
e con un salto potermi accovacciare
sul terreno sassoso che potrei trovare.
O forse potrei aspettare,
che la bassa marea ritiri le sue acque
e riaffiorino le conchiglie
e poi possa percorrere le strade
e tutte le sue meraviglie.
(Luisa de Franchis)