LA SALUTE DELLE DONNE L’OSTEOPOROSI
L’Osteoporosi è una malattia sociale per grado di diffusione e costi al servizio sanitario nazionale.
Parleremo di quest’argomento con lo specialista in ortopedia dott. Luciano Cremona di Napoli, ancora una volta disponibile a fornire elementi di conoscenza relativi a patologie importanti che colpiscono in larga misura la società.
In particolare della forma di Osteoporosi che crea piu’ casi ovvero la postmenopausale che riguarda quindi le donne a partire dai 45 anni, mediamente, in poi.
D. Dottore ci spieghi cortesemente, che cos’è l’Osteoporosi?
R. L’Osteoporosi è sindrome che interessa l’intero apparato scheletrico caratterizzata da una riduzione della densità minerale ossea e da una alterazione della microarchitettura del tessuto osseo. Ciò provoca una struttura ossea più fragile e più esposta a fratture per traumi anche di modesta entità.
Le fratture costituiscono l’aspetto più evidente dell’osteoporosi, interessando con maggiore frequenza il polso, le vertebre ed il femore.
L’importanza dell’osteoporosi deriva anche dalla sua diffusione che si è notevolmente incrementata negli ultimi decenni a causa dell’aumento della vita media. Questo dato appare inesorabilmente in aumento.
D. Quali sono i fattori di rischio?
R. Il fattore di rischio più importante è il sesso femminile, con un rapporto di quasi 8 a 2, nei confronti dell’uomo. Questo, in quanto la donna, ha un apparato scheletrico meno robusto di quello maschile, è esposta alla perdita accelerata di minerale dopo la menopausa, ed, inoltre, vive più a lungo.
Anche l’età è un fattore di rischio: più si va avanti con gli anni e maggiore è la quantità di osso che si perde progressivamente. Si calcola che siano affette da osteoporosi il 16% delle donne di 50 anni, ed il 50% delle donne di 80 anni.
La razza ha la sua importanza infatti, le popolazioni caucasiche ed asiatiche hanno una prevalenza di osteoporosi superiore alle popolazioni africane e di discendenza ispanica.
Altro fattore di rischio è la storia familiare. La massa ossea si presenta ridotta nelle donne i cui genitori o ascendenti erano osteoporotici, in particolare se nella storia clinica materna, viene riferita una frattura di femore.
Ancora, possiamo elencare, il fumo che, anticipa l’età della menopausa, l’eccessivo consumo di alcolici e la vita sedentaria oltre prolungate terapia cortisoniche.
D. Come si può capire che si è affetti da Osteoporosi?
R. L’Osteoporosi è stata definita il killer silenzioso o il tarlo silenzioso, il nemico silenzioso ecc. Questo perchè l’Osteoporosi, è una malattia che rimane spesso asintomatica per lunghi periodi di tempo, addirittura alcune persone, trascorrono tutta l’esistenza senza accusare alcun sintomo particolare, pur essendone colpiti.
Ovviamente non sempre è così; quando la diminuzione della densità ossea è diminuita in modo marcato si possono avvertire forti e persistenti dolori ossei e andare incontro a varie deformità di vario tipo. Inoltre la presenza di uno o più fattori di rischio maggiori non è sufficiente per stabilire se un individuo ha un apparato scheletrico più fragile della norma.
D. Come si fa diagnosi di osteoporosi?
R. Esami radiografici e di laboratorio possono essere utili ma, l’esame principe è la MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata). Essa viene eseguita con apparecchiature specialistiche che misurano la quantità di minerale (Bone Mineral Content, BMC) o la Densità Minerale (Bone Mineral Density, BMD) del segmento osseo in esame.
Tali strumentazioni utilizzano in genere una tecnologia radiologica; l’emissione è comunque molto bassa (la dose assorbita per una misurazione di tutto lo scheletro è all’incirca pari a quella che si può assumere durante un volo in aereo di media durata) e l’esame non provoca alcun fastidio al paziente, se non quello di restare immobile per alcuni minuti.
D. Quando fare la moc?
R. Come per qualunque altro esame strumentale, deve essere il medico a consigliarlo, sulla base delle informazioni cliniche di cui dispone. In genere l’indicazione a eseguire una misurazione della massa ossea viene posta in caso di presenza di fattori di rischio nell’anamnesi personale, per meglio valutare una terapia sostitutiva estrogena in postmenopausa, se la massa ossea appare comunque ridotta, in caso di terapie prolungate con farmaci ad azione documentata sul metabolismo osseo, riscontro casuale di fratture di corpi vertebrali, particolari malattie, menopausa precoce. La mineralometria ossea non è invece indicata come test di screening sulla popolazione generale. Salvo casi particolari, è inutile ripetere la misurazione prima che siano trascorsi 10-12 mesi, in quanto la differenza di massa ossea attesa nel breve periodo può essere inferiore al coefficiente di variazioni (margine di errore) della misura. D. Come si può prevenire l’osteoporosi? R. Le cure per l’osteoporosi sono lunghe e non conducono alla guarigione, ma servono solo al contenimento della malattia. La prevenzione è quindi di fondamentale importanza e consiste in primo luogo nel cercare di raggiungere una massa ossea adeguata quando si è giovani. La prevenzione si fonda su una alimentazione equilibrata con assunzione di una quantità adeguata di calcio e vitamina D, adeguata attività fisica, astensione dal fumare e riduzione del consumo di alcol. D. Come si cura l’osteoporosi? R. La terapia dell’osteoporosi deve essere condotta per anni ed in alcuni casi per tutta la vita il 45 per cento dei pazienti molla tutto entro tre mesi e in questi casi sì che i soldi sono stati sprecati. La terapia dell’osteoporosi è un “atto di fede”: non se ne avverte l’efficacia nell’immediato, i controlli si fanno una volta all’anno. Per questo è fondamentale prescrivere i farmaci se e quando servono, motivando fortemente i pazienti a prenderli con regolarità. Possiamo elencare: Calcio: va somministrato soprattutto a chi ne introduce una quantità non adeguata con l’alimentazione. Vitamina D: con l’età diminuisce la capacità delle pelle di formare vitamina D. In questo caso l’apporto di vitamina D può essere importante. In commercio sono disponibili associazioni di vitamina D con calcio. Ormoni: la terapia ormonale sostitutiva utilizzata in menopausa consisteva nell’introduzione di estrogeni. Tuttavia recenti studi hanno fatto si che tale atteggiamento terapeutico sia stato abbandonato per gli effetti collaterali. Bifosfonati: sono i farmaci maggiormente usati nella terapia per l’osteoporosi. La loro azione consiste in un blocco della demolizione dell’osso. Ranelato di stronzio: agisce con un duplice meccanismo di azione. Inibisce la demolizione e favorisce la ricostruzione. Nel ringraziare lo specialista ancora una volta per la sua disponibilità per temi che interessano la salute pubblica, vogliamo sottolineare l’importanza di un’equazione ovvero, che l’informazione sta alla prevenzione come la prevenzione stessa, sta alla possibilità di una diagnosi precoce quindi, di una terapia che possa produrre effetti migliori.
CONFLITTI D’INTERESSE Luciano Cremona dichiara di non aver conflitti d’interesse in merito agli argomenti sui quali è stato intervistato.
a cura di Brunella Postiglione