L’amore nell’era moderna
Nell’era dei social network, delle avventure di una notte e dei rimpianti di una vita, di matrimoni che durano un lampo e fidanzamenti eterni per paura di vincolarsi, cos’è ancora Amore? È davvero, un “amore liquido” come sostieneZygmunt Bauman? Mentre aumentano le occasioni d’incontro, altrettanto proporzionalmente, aumentano l’egoismo e, paradossalmente, la solitudine. Oggi sembra così difficile impegnarsi e donarsi completamente per la vita, che i “per sempre” quasi non si pronunciano per paura di ipotecare i sentimenti. Sembra svanita qualsiasi profonda volontà di condivisione, qualsiasi rispetto che dovrebbe esserci alla base di ogni rapporto umano.
Sempre più spesso ci s’imbatte in uomini illusi di poter comprare i sentimenti con un anello e un bouquet di fiori e in donne che, più o meno consapevolmente, si lasciano sedurre e irretire da questi finti don Giovanni che, messa una fede al dito, si trasformano in mariti padroni, pronti a dettar legge su come la donna debba vestirsi, su chi debba frequentare e a quali sogni possa rinunciare. Iniziano a imporle di non veder le amiche, per poi costringerla a rinunciare a qualsiasi lavoro in nome di una famiglia e una bella casa. Sembra assurdo, eppure, ci sono donne che si accontentano, rinunciano agli anni di studio e ai sacrifici fatti, per compiacere un uomo che, in realtà, non le ama, perché non comprende le loro esigenze ed è pronto soltanto a dettare le sue regole, nella sua casa, nella sua relazione. Un uomo così più che di una compagna, ha, in realtà, bisogno di una seconda mamma, una geisha, una badante che gli faccia trovare un piatto caldo quando torna da lavoro, sforni un paio di bimbi e sia possibilmente bella e senza tanta testa, giusto per esibirla alle cene con i colleghi e non avere tante grane.
Perché scendere negli inferi di un amore malato che rende, giorno dopo giorno, sottomesse e incapaci di discernere l’amore dal possesso, quando si può amare incondizionatamente? Perché ritrovarsi col sorriso spento, gli occhi gonfi per le troppe lacrime e i sogni chiusi per sempre in un cassetto? Quando ci si ama veramente le cose non funzionano così. La felicità può esserci solo quando c’è rispetto. Soltanto quando un uomo avrà imparato a rispettare le aspirazioni di una donna e a voler il meglio per lei, sostenendola anche a costo di dover lottare con le proprie paure, imparerà ad amarla e capirà che anche lei ha delle aspirazioni e ha diritto a realizzarsi come lavoratrice, professionista, studiosa, donna, oltre che moglie e madre. Imparerà a conoscere il suo corpo, il suo cuore, i suoi desideri, le sue idee e la sua ibertà, perché chi ama non possiede l’altro, ma condivide col mondo la sua libertà, la sua gioia di vivere e i suoi sorrisi.
Bisogna comprendere che le donne non sono trofei da esibire o bambole da far girare a proprio piacimento. Non sono crocerossine sempre pronte a salvare gli uomini dai loro mille dubbi, dalla Sindrome di Peter Pan, da una rabbia che non si riesce a incanalare o dai traumi infantili. Per quelli esiste la forza di volontà, quella forza che ciascun uomo deve trovare in se stesso per cambiare, se e quando, sarà lui a volerlo per primo. Mai nessun uomo è cambiato per amore. Si cambia quando si decide di cambiare e perché ci si sforza di farlo, senza più scuse, senza più lacrime di coccodrillo, senza incorrere nuovamente negli stessi stupidi errori. La gelosia morbosa, il possesso dell’altro, il proibizionismo e l’assenza di libertà uccidono i sentimenti. Si diventa schiavi di un amore malato, che non conosce bellezza e purezza, non crede nell’altro e nelle sue capacità, non rispetta e non Ama, possiede soltanto qualcosa che prima o poi distruggerà o volerà via. Se, però, non sono prima le donne a pretendere una felicità senza se e ma, senza strattoni e pianti continui, saranno anche loro responsabili di ciò che accade.
Nella vita si può sempre scegliere di cambiare una realtà ingiusta, confidandosi e chiedendo aiuto. Non si è mai davvero soli, finché non si sceglie di esserlo, di isolarsi e immolarsi.
Non siate vittime delle vostre paure. Fare la crocerossina non ripaga.
Giuseppina Amalia Spampanato