Musiche perdute
Il maestro Francesco Lotaro, originario di Barletta, pianista e docente al Conservatorio, da circa ventiquattro anni ha avviato una capillare ricerca musicale, volta al recupero delle “opere” composte dai detenuti nei campi di prigionia. Non ci sono soltanto , nella sua rassegna, campi di prigionia nazisti, ma numerosi altri esempi come quello della Manciuria, dell’Australia, dell’India. In molti casi le note erano messe insieme per allietare i propri aguzzini , dunque si dava voce ad una musica obbligata , che elevava, se non altro, i compositori. Lotaro ha messo insieme in questi anni , circa quattromila opere , costituendo una vera e propria enciclopedia musicale e se vogliamo anche storica. Lotaro, a proposito della musica nata in così infelici contesti , dice : “Un musicista sa separare i luoghi della creazione dagli spazi dell’anima, ed è dunque anche capace di esorcizzare gli orrori, inserendo i nomi di aguzzini e luoghi in canzoni, filastrocche, sino a renderli dolci, carezzevoli. E’ chiaro, però, che la punta massima del dolore realmente percepito, viene fuori insieme al tentativo di sublimarla.” Nel ventesimo cd c’è una canzone intitolata Moses Moses, molto popolare in Polonia. L’autore, Flajszhakier il “negro”, ebbe il compito di comporla da un ufficiale tedesco di nome Wagner ( che non è il Wagner delle alte temperature musicali che conosciamo) e il suo “prodotto” si diffuse, dopo poco, in tutta la Polonia. Lotaro, in origine cristiano, si è convertito all’Ebraismo, per recuperare un tratto distintivo dei suoi antenati e per far si che quel tratto divenisse parte integrante della sua personalità, in quanto già presente nella visione delle cose, della vita. Una vita in ricerca. Una vita dedicata alla musica che molti hanno considerato perduta, ma di cui molti altri non ne avevano mai appreso l’esistenza.
Francesca Morgante