Lo sviluppo in Campania de “Le Erbe Officinali Aromatiche” rappresentano un importante volano di sviluppo della nostra economia.
Il prestigioso locale storico di Napoli “Gambrinus”, insignito del gagliardetto dei locali del “Cravattino d’Oro” onorificenza che assegna l’Associazione Maîtres Italiani Ristoranti e Alberghi
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alle strutture ristorative dove i titolari si distinguono per professionalità e amore al loro lavoro, ponendo alla base della loro proposta l’accoglienza e l’attenzione nei confronti del cliente, offrendo un giusto rapporto tra qualità della ristorazione, servizio e prezzo, ha ospitato un importante convegno, per la valorizzazione dell’agricoltura che in un mondo multimediale affronta anche nuovi interessi. L’evento promosso da Regione Campania e Osservatorio dell’Appennino Meridionale, dal titolo “Erbe officinali aromatiche – risultati di una ricerca”, nell’affollato salone del locale di Piazza del Plebiscito, ha fatto si che si sviluppasse un ampio dibattito con la presenza di Italo Santangelo del <SeSIRCA> settore sperimentale informazione ricerca e consulenza in agricoltura della Regione Campania, che ha assunto anche il compito di moderatore, la partecipazione di Raffaele Beato direttore dell’Osservatorio Appennino Meridionale e Daniela Lombardo dirigente del settore foreste.
Il tema dell’incontro ha fornito risposte sui due progetti realizzati dall’Osservatorio Appennino Meridionale in convenzione con la Regione Campania Assessorato Agricoltura, quello sulla ricerca delle erbe officinali aromatiche nella nostra regione ed il progetto sulle viti storiche campane. L’impegno di assoluto rilievo sia per lo studio e ricerca sulle erbe officinali che per i risultati ottenuti dai protagonisti sono stati messi in risalto dalla Lombardo, per i nostri territori principalmente quelli interni, in quanto costituiscono una motivazione per poter sopravvivere in quello che è uno sviluppo piuttosto caotico nella nostra società. Complimentandosi con il lavoro delle donne che costituiscono il nucleo maggiore di lavoratrici in questo settore e che sempre hanno rappresentato la spina dorsale nei territori più difficili – la Lombardo – ha affermato “dobbiamo rimboccarci le maniche ed andare avanti su questa via, con questa iniezione di energie, in un momento un po difficile”. Santangelo, nel corso del suo intervento, ha affermato che “Il sistema agricolo va assolutamente cambiato, va rinnovandosi soprattutto su due direzioni uno con la produzione delle aziende più o meno grandi che continuano e continueranno a fare prodotto in generale piuttosto che il prodotto di qualità e le aziende agricole che sopravvivono e “dicono la loro” soprattutto collocandosi in un discorso di multifunzionalità, partendo da una serie di servizi e prodotti che prima erano inimmaginabili. Oggi abbiamo anche nel meridione ed in Campania in particolare aziende che non producono solo come materia prima il cibo ma anche un turismo rurale che poi in una declinazione ancora più moderna è diventato un agriturismo sociale”. Inoltre ha soggiunto Santangelo: “nel recente conferimento dei premi “Agridea”, alle imprenditrici donne d’Italia, tutte quelle che hanno vinto erano quasi tutte imprese multifunzionali, dove le cose prodotte e realizzate nelle fattorie sono estremamente diversificate come quell’azienda premiata che coltiva bambù per farne tisane ma anche chi fa piante officinali ed in prevalenza aromatiche. Ben quattro su sette imprese donna premiate fanno, accanto a produzioni principali, anche piante aromatiche, all’interno dell’azienda, da utilizzare in tutti i sensi”.
Per Beato, il successo sin qui ottenuto dall’iniziativa dell’Osservatorio da lui diretto con il progetto sulle erbe officinali aromatiche, nato nell’ambito di un progetto più ampio che è il progetto per lo sviluppo delle aree interne dell’Appennino meridionale campano, ha ottenuto successi. Dopo un primo muoversi intorno a “casa nostra”, l’espansione attraverso la richiesta di ulteriori regioni come il Molise, la Basilicata e la Calabria questa attività trova un maggiore sviluppo perchè, visto da vicino, l’Appennino è un continuo e quindi va osservato sia pure con le sue caratteristiche di altipiano, tanto diverso, nel suo complesso. La nostra prima azione operativa – ha detto Beato – è iniziata con i vini, con i gran “cru”, quei vini prodotti da un singolo vigneto con le sue particolari caratteristiche legate anche al territorio, coronati da un successo al di sopra di ogni più rosea previsione, abbiamo continuato con il progetto sulla tartuficoltura e poi sulla raccolta dei funghi e nei tempi meno impegnativi, “si fa per dire” ci siamo occupati delle ramaglie del bosco per produrre energia alternativa. Ogni pezzo di questi studi costituisce un tassello di un mosaico più complesso al cui centro c’è il recupero della vera industria del mezzogiorno d’Italia che è l’ambiente, l’agricoltura, le aziende con la loro multifunzionalità ed una di queste è stato il pensiero dedicato alle erbe officinali, aromatiche, medicinali e tintorie.
Rosario Lopa, in rappresentanza di Daniela Nugnes, consigliere delegato per l’Agricoltura della Regione Campania, ha voluto ricordare i grandi passi mossi da Beato, al tempo presidente dell’Ersac, che diedero una riconquista di spazi a tanti prodotti campani come l’olio ed ancor più il vino. Fu proprio Beato, infatti, a dare quello slancio ai produttori di tanti nostri vini da vitigni autoctoni, con la partecipazione di questi ad iniziative, da lui messe in atto, che hanno creato i primi passi di riscossa e di prestigio ai vini campani, in un territorio che è il papà del vino basti pensare le uve sbarcate da greci e romani sulle nostre coste e l’importanza che nell’antica Pompei veniva dato al nettare di Bacco. Plaudendo al progetto di Beato ed incitandolo a proseguire nel percorso intrapreso, Lopa, si è complimentato affermando che ha fatto bene a chiudere la filiera dal produttore, al trasformatore, al distributore mettendo insieme tutti questi attori, facendo sì che il reddito di una azienda non sia legato esclusivamente ad un prodotto, in modo da dare la possibilità di sviluppo al settore.
Successivi interventi più tecnici hanno messo ulteriormente in luce che l’agricoltura si apre a nuovi spazi multimediali e ad un nuovo modo di fare Agricoltura proprio per mantenere le tradizioni e le originalità del luogo e poterle utilizzare in senso lato. Sono intervenuti Vincenzo De Feo e Enrica De Falco docenti Difarm – Unisa, il giornalista Ermanno Corsi e lo scrittore Mario Tornatore che ha letto un brano inerente all’evento. Presenti inoltre l’Unisapori, la Federcasalinghe, l’Associazione donne imprenditrici e d’impresa, l’Accademia italiana di gastronomia storica attraverso Giuseppe De Girolamo suo Prefetto per la Campania, e l’Accademia della cucina italiana.
Successivamente si sono esibiti quattro maîtres dell’Amira con la presenza dello storico presidente – fiduciario della sezione Napoli, Giuseppe Di Napoli, e dei componenti del direttivo Amira Napoli, Nello Ciabatti, addetto stampa e segretario, Mario Golia, responsabile del rapporto con i soci e Antonio Ruggiero con il doppio incarico di Vicefiduciario e Tesoriere, che per l’occasione ha presentato anche l’esibizione alla Lampada che magistralmente i quattro artisti della ristorazione hanno realizzato con una flambata contemporanea. Gli attestati consegnati agli autori del flambè, Vincenzo Minervino, Fabio Sorrentino, Mattia Orlando e Salvatore Fattore, hanno fatto da preludio all’ottimo aperitivo che ha introdotto tutti i presenti a gustare stuzzicherie prodotte dal locale ospitante la kermesse e prodotti gastronomici di eccellenza della Campania, accompagnati da cru di grande valenza, per finire con i dolci del Gambrinus.
A cura di Cinzia Loffredo