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L’EPICONDILITE

L’Epicondilite più comunemente conosciuta come “gomito del tennista” è una malattia caratterizzata da dolore localizzato sulla faccia esterna del gomito.

SALUTE 1Parleremo di quest’argomento con lo specialista in ortopedia dott. Luciano Cremona di Napoli, ancora una volta disponibile a fornire elementi di conoscenza relativi a patologie importanti che colpiscono in larga misura la società.

L’Epicondilite è una malattia che non colpisce esclusivamente tennisti ma anche praticanti altri sport o lavoratori manuali, causandone un grave deficit dell’arto dominante con ricadute sociali.

D.  Dottore ci spieghi cortesemente, che cos’è l’Epicondilite?

R. L’Epicondilite è una malattia degenerativa che colpisce i tendini dei muscoli del gomito che hanno la funzione di estendere il polso e le dita.

Sono colpiti soprattutto sportivi come tennisti o praticanti il golf e per tal motivo viene chiamata gomito del tennista o del golfista. In misura minore interessa schermitori, nuotatori e giocatori di baseball.

Sono altresì a rischio lavoratori che utilizzano in modo eccessivo i tendini della parte esterna o interna del gomito come pittori, muratori, carpentieri operatori informatici che utilizzano il computer.

L’epicondilite interessa l’1-3% della popolazione generale in una fascia di età compresa tra i 30 ed i 50 anni. E’ principalmente colpito l’arto dominante.

D. Quali sono le cause?

SALUTE 3R. Le cause che scatenano l’epicondilite possono risalire o ad un singolo trauma di una certa importanza o più frequentemente a una serie di microtraumi dovuti sia ad errori nell’esecuzione di gesti tecnici sia a movimenti ripetitivi che col tempo infiammano le fibre tendinee dell’estensore radiale breve del carpo.

D. Come si può capire che si è affetti da Epicondilite?

R. Il sintomo principale è il dolore localizzato alla regione laterale del gomito che talora si irradia all’avambraccio e viene risvegliato dalla estensione e dalla supinazione. Altro sintomo è la debolezza del braccio che si manifesta anche nel sollevare pesi modesti come un piatto. In altri casi è presente dolore nel movimento dello stringere la mano o nell’aprire una serratura. La sintomatologia è all’inizio modesta ma tende, se trascurata, ad aumentare progressivamente fino a diventare invalidante. Naturalmente spetterà allo specialista una corretta diagnosi in quanto altre patologia a carico del gomito, possono manifestarsi con sintomi simili. Una diagnosi precoce è fondamentale, viste le difficoltà terapeutiche e l’alta frequenza di recidiva.

D. Come si fa diagnosi di epicondilite?

R. I disturbi riferiti dal paziente e l’esame clinico sono fortemente indicativi della patologia. Tra questi il dolore sull’epicondilo nell’eseguire il movimento di estensione del polso e il dolore ala palpazione sull’epicondilo. Gli esami strumentali come radiografie, ecografia, TAC e risonanza magnetica possono essere utili per una diagnosi differenziale da altre patologie.

D. Come si può prevenire l’epicondilite? R. Le cure per l’epicondilite talora sono lunghe e sebbene in una bassa percentuale di casi richiedono un trattamento chirurgico pertanto, nelle categorie a maggior rischio, ben venga un programma preventivo che consiste negli sportivi, in una adeguata preparazione ed in un corretto riscaldamento muscolare, nella correzione di eventuali errori nei movimenti e nell’uso di attrezzature sportive idonee.

Anche le fasce per epicondilite possono essere utili.

D. Come si cura l’epicondilite? R. La terapia dell’epicondilite si basa su trattamento medico, fisioterapico, SALUTE 2ortopedico e chirurgico. Il trattamento medico utilizza farmaci antinfiammatori per via generale e/o locale L’infiltrazione locale viene praticata con cortisonici a lento assorbimento è la terapia medica  di maggior efficacia. Queste iniezioni locali richiedono una tecnica corretta per evitare complicanze a carico del sottocute e dei tendini. Il trattamento fisioterapico si avvale attualmente di 2-3 sedute di onde d’urto fatte a distanza di sette-dieci giorni circa seguite da esercizi di stretching e tonificazione muscolare. Il trattamento ortopedico  prevede l’uso di specifici tutori che hanno lo scopo di ridurre la sollecitazione funzionale sui muscoli epicondiloidei. Tutori sono di due tipi o tutori che immobilizzano il gomito o più frequentemente fasce dotate di pressore, facilmente regolabile in base alle esigenze, che posizionato in corrispondenza dell’epicondilo, scarica la zona muscolo-tendinea con un effetto antalgico.

Il trattamento chirurgico è riservato ai casi più gravi e comunque ribelli alle tecniche incruente e si avvale di numerose tecniche che mirano tutte a ridurre la tensione sulla giunzione osteotendinea.

Nel ringraziare lo specialista ancora una volta per la sua, solita ormai, disponibilità a fornire un’informazione chiara e che suggerisce linee di educazione sanitaria per correggere quei piccoli errori che magari non sappiamo essere tali, e una metodologia di cura, chiuderemo il nostro incontro con il consueto assunto, a sintesi ultima, di argomenti che riguardano la salute pubblica, l’importanza di un’equazione ovvero: “ l’informazione sta alla prevenzione come la prevenzione stessa, sta alla possibilità di una diagnosi precoce  quindi, di una terapia che possa produrre effetti migliori”.

a cura di Brunella Postiglione