Papa Ratzinger, scusa… Solo ora ti ho compreso.

Cara Rossella,

LETTERA 1la notizia che il Papa abbia abdicato mi ha sconvolta. Non pensavo né di essere legata a questo Papa così diverso da Wojtyła che ho profondamente amato, né di sentirmi così avvilita da questa decisione, come se una persona di famiglia mi avesse abbandonata al mio destino, non interessandosi delle conseguenze. Karol Wojtyła non lo ha fatto, come tanti altri Papi che pure si sono trovati in momenti di gravi problematiche mondiali. A questo punto auspico la scelta di un Papa nero, rivoluzionario, giovane, una figura moderna che sappia coinvolgere con amore noi giovani nella preghiera, affinché ci sia una rinascita spirituale.

RosaMaria

Cara RosaMaria,

ti confesso che, appena appresa la notizia dell’ “ addio” del Papa, anche io ho avvertito risentimento per il notevole shock di questo annuncio. Ho provato delusione, mi sono sentita come abbandonata da un padre, da un fratello, da un amico. Ho iniziato a meditare su chissà quali misteri o imperscrutabili cause avessero indotto il Papa a questa decisione, sobillata anche dalle incalzanti news o dibattiti in merito, sia in televisione che sul web. Dopo il primo giorno di stordimento la mia mente, per fortuna, ha cominciato a distaccarsi dall’impulsività dettata dal cuore ancora rabbioso per questo “tradimento”. E così ho compreso che una decisione del genere non dovrebbe essere commentata ma solo accettata, pregando invece per questo Papa così poco compreso da molte persone, perlopiù perché ancora profondamente legate al ricordo del grande  Wojtyła (al cui solo pensiero mi commuovo). E così, dopo il primo momento di “ribellione ” ho compreso quanto sia ingiusto e crudele accusare Papa Benedetto XVI di non aver “accettato il peso della Croce”, contrariamente al calvario di Wojtyła che, fino all’ultimo, ha fatto sforzi immani per continuare il Suo pontificato, non risparmiandosi una agonia che per noi è stata esempio di fede e coraggio. E proprio questo continuo paragone ha pesato sui sentimenti che si sono avvicendati nel mio animo, dimenticando di quanto si possa ugualmente essere “immensi”, anche se in maniera diversa, scegliendo con lucidità e profondità un altro modo di “portare la Croce”, affrontando, come ha fatto Benedetto XVI , gli innumerevoli sconvolgimenti che in questi anni si sono abbattuti sulla Chiesa e che ancora la travolgono, fronteggiando con estremo rigore ed intelligenza, sia problemi “interni” come alleanze, rappresaglie, lotte intestine, sia scandali legati a casi di omosessualità e pedofilia, sia lo squallido episodio del “fedele” maggiordomo rivelatosi poi una spia, sia il sabotaggio di alti prelati contro la Summorum Pontificum (con la quale si è stabilito da parte del Papa il diritto dei fedeli che ne facessero richiesta, alla celebrazione della Messa Cattolica Tradizionale). E’ a tutti evidente che anche la Chiesa sia pervasa da intensa aria di crisi sia a causa dell’allontanamento di molti fedeli che non “sentono” più il messaggio di Cristo, sia dalle continue minacce di scisma ed eresia che cercano di destabilizzarla, insinuandosi subdolamente. Pensiamo alle condizioni fisiche di questo Papa dall’età avanzata, minato da problemi cardiaci, affaticato da decisioni, incombenze e critiche. Chiediamoci che Papa sarebbe stato se avesse ancora continuato il suo mandato…Come avrebbe fronteggiato le continue minacce dei tanti che continuano ad osteggiarlo (sia pure “submissa voce”) ? Come avrebbe potuto esercitare i Suoi poteri così impedito nel corpo? Forse proprio il ricordo del Suo percorso con Wojtyła gli ha fatto comprendere come la malattia possa risultare invalidante e come sia difficile, in queste condizioni, continuare il Suo operato in un momento così terribile di crisi dei valori in cui l’essere umano è pervaso da delirio di onnipotenza, superbia, brama di dominio sulle leggi terrene e anche divine! E allora mi rendo conto a quale travaglio interiore sia stato sottoposto quest’Uomo per giungere a tale decisione ! Un teologo d’eccellenza che, con lucidità e grande senso di responsabilità, ha deciso di abdicare per amore della Chiesa, non dimenticando che sin dal primo momento ha dovuto combattere contro l’inevitabile confronto col Suo predecessore ,Wojtyła il cui carisma ed umanità colpivano al cuore. Dopo tutto questo “polverone” sul Suo abdicare, confesso che ora comincio ad apprezzare la Sua lucida intelligenza, il Suo profondo senso del dovere, la consapevolezza, la coscienza e la Sua umiltà nel non sentirsi più adeguato a condurre la Chiesa. E allora basta condannare, criticare, accusare, ricordando che per alcuni “censori” il Papa non va mai bene: anatema per Giovanni XXIII che voleva aggiornare la Chiesa mentre Paolo VI col Concilio l’ha rovinata ! Il povero Giovanni Paolo I è finito troppo presto per parlarne male, Giovanni Paolo II era troppo moderno  e Benedetto XVI cede ai compromessi…! Puerile e stupida saccenteria di chi vuole “insegnare” al Papa! Quindi, cara RosaMaria, impariamo tutti a non criticare l’operato di qualsiasi essere umano “nostro fratello”, sia esso il Papa, un amico, un estraneo, cercando, da buoni cristiani, di vivere la parola del Vangelo, ricordando ciò che Benedetto XVI ha spesso ripetuto durante il Suo pontificato :” Il cuore della Chiesa non è dove si progetta, si amministra, si governa, ma è dove si prega”. E allora sia fatta la volontà di Dio, non la nostra.

Rossella Argo

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