FACCIAMO FINTA CHE NON E’ SUCCESSO NIENTE:IL CONFLITTO MASCHERATO
Monica Martuccelli psicoterapeuta sessuologa
Quante sono le coppie che esprimono la rabbia, l’insoddisfazione e la frustrazione in modo sotterraneo utilizzandomodalità comunicative indirette e spesso inconsapevoli. In effetti in un rapporto di coppia sono molte le forme comunicative tese a definire il rapporto. Ma non sempre ciò avviene in maniera esplicita e diretta. Infatti, una strategia comunicativa indiretta può essere rappresentata, ad esempio, dal sarcasmo che può venire usata con lo scopo d’ imbarazzare il partner. Ciò può avvenire o provando a ridicolizzarlo in pubblico oppure addirittura ignorandolo. Invece, tra le modalità comunicative inconsapevoli rientrano veri e propri sintomi o patologie come ad esempio, l’eiaculazione precoce, la dispareunia o addirittura significativi abbassamenti del tono dell’umore. Ragion per cui, è necessario imparare ad esprimere la rabbia in modo assertivo. Insomma bisogna imparare a litigare in modo costruttivo e senza danni per se stessi e per il rapporto. Il conflitto deve trasformarsi in un momento costruttivo per la coppia, soprattutto quando fa capolino in una particolare fase del rapporto. Mi riferisco a quella fase legata alla contro dipendenza o differenziazione e durante la quale il litigio serve a stabilire le regole e le meta regole (quelle regolette implicite che entrambi i partner conoscono bene). Credo che imparare a litigare bene possa rappresentare una grande risorsa per una coppia poiché il litigio potrebbe venire percepito non più come un momento paralizzante carico d’ansia e paura, ma bensì come una circostanza da utilizzare per aprire un confronto costruttivo. Innanzitutto è necessario determinare l’oggetto della controversia,cioè definire esattamente l’argomento; limitando l’oggetto della lite senza sconfinare in una serie interminabili di accuse. In particolare, quando si viene accusati non ritorcere un’accusa diversa ad esempio: perché sei tornato tardi!!? E tu perché spendi tutti i soldi in vestiti!!?. Inoltre non interrompere, bensì ascoltare fino in fondo. Ancora concordare il luogo, il tempo per litigare e non iniziare a parlare mentre l’altro è occupato o sta per uscire. Infine non accusare, ma parlare delle proprie emozioni e bisogni insoddisfatti. Ricordate che il conflitto deve fornire una soluzione pratica e concreta non trasformarsi in una fase d’impasse per la coppia. Così qualora le diversità di vedute emergenti durante i litigi siano eccessivamente divergenti, si può prendere in considerazione in modo consapevole e maturo la strada della separazione per il bene d’entrambi.
Pablo Neruda scriveva: Che hai?. Che abbiamo?. Che ci capita?.
D.ssa Monica Martuccelli,mail: martuccellim@tiscali.it