I BAMBOCCIONI NON SONO DI QUEST’ITALIA.
Mi sono sempre stupita e meravigliata della volontà dei giovani, ne hanno tanta e nella testa un frullatore a tremila giri. Con una lunga chiacchierata con le amiche ci siamo sempre poste una domanda ma e’ pur vero che i nostri ragazzi fanno e rifanno cio’ che anche noi abbiamo fatto nel bene e nel male, ma e’ pur vero che bisogna dargli le possibilità piu’ estreme. La raccolta dei pomodori in arrivo dell’estate, le olive in periodi meno opportuni ma che tutto questo rinforza mente e braccia.
Cosi’ una mamma ha deciso di mandare il proprio figlio in Africa, posto dimenticato da Dio ma non dalle varie associazioni umanitarie. Tanzania il paese scelto da un giovane ragazzo milanese con uno spiccato senso di volontà e di amore. Francesco Orlandini questo e’ il suo nome di vent’anni e’ partito in una sera di mezza estate lasciando le proprie abitudini e la comoda vita, gli affetti e la famiglia, cercando con il suo intento di regalarne un pezzetto a chi non ha piu’ nessuno. Un mondo a lui sconosciuto se non poche righe lette e rilette sui giornali, una spinta nel precipitarsi donatagli dal fratello che gia’ un anno prima aveva consumato l’avventura africana. Quasi a rispettare una regola di vita che in ognuno di noi deve essere presente, e cioè una vacanza che proprio vacanza non e’,e che bisognerebbe imporsi. Un viaggio diverso, un’esperienza che ti rende umile,forte e dolce nello stesso tempo, ingredienti con il giusto sapore dolce e amaro, perchè lì e’ terra di morte ma anche una terra con tanta voglia di vivere. Mandiamoci i nostri giovani. E cosi’ Francesco ha fortificato la volontà e con il sorriso che non gli manca ha regalato amore, diventando anche il loro insegnate. Tramite la fondazione ACRA che tende a realizzare una scuola professionale. Lunga e attenta e’ stata la mia chiacchierata con Francesco, con piglio curioso e amorevole divideva le sue giornate in sessione mattutina in lavori di campi, resi ancor piu’ duri perché le distanze chilometriche e non vi erano le comodità di casa propria e sono state tutte queste mancanze che hanno appassionato Francesco. Non ci si rende conto restandosene comodamente in poltrona, un’esperienza inverosimile, era quasi un miraggio. La fame si è fatta sentire, ore senza poter mangiare niente, in attesa di preparare qualcosa. Gli attrezzi messi a disposizione erano quasi rudimentali, Francesco ha quasi voglia di piangere, pensa a cio’ che momentaneamente ha lasciato, ma nello stesso tempo e’ felice di insegnare ai bambini inglese e informatica. Tutto condito con la sua volonta’ e far capire che si puo’ avere anche con mezzi poveri. Francesco si sofferma della gioia che tutti avevano giorno per giorno, senza mai annoiarsi, quando si e’ cosi’ poveri basta poco per sentirsi ricchi, anche un sorriso era un traguardo. L’animo del giovane milanese appariva un po’ velato, quasi si vergognava per la mancanza di rispetto che spesso i suoi coetanei hanno verso i genitori, rendendosi insoddisfatti per quello che hanno. La maturità viene fuori non si aggroviglia, ti fa crescere e con un’esperienza simile, Francesco ha fatto un passo avanti nella sua vita. E’ fiero di poter dire che a vent’anni ha dato una mano a chi ne aveva bisogno, ha regalato un sorriso, ha donato una carezza, ha potuto cullare un bimbo, ha lavato i piatti insieme alle loro mamme, ha pulito le classi con mezzi fatiscenti, ha dormito con loro sotto un manto di stelle, ha potuto parlare tanto e raccontare la sua vita di Milano, con le sue vacanze nei posti piu’ eleganti, ha raccontato storie di pura fantasia per far sognare, ha regalato la sua felicita’ per non farli sentire soli, ha cantato con i piccoli e grandi per sentirsi ancora unito, ha gioito nei momenti di tristezza, ma in quei posti basta un raggio di sole e non sei triste. Francesco ha cosi’ compiuto un desiderio che forse era nato per gioco e non lo e’ stato. La franchezza e la spiritualità di Francesco Orlandini la ripetera’, non vuole smettere di far sognare, di far gioire, il suo cuore e’ in festa e’ partito che non sapeva cosa lo aspettava è rientrato in Italia con la consapevolezza che tutto si puo’ fare, niente si mette da parte, niente e’ impossibile basta volerlo. Ma, insomma, cosa vogliamo da questi ragazzi, ciò nonostante sanno regalare tutto o niente, ma regalano, con la gioia di dare, forse non si sanno esprimere, ma quando lo fanno è nel migliore dei modi, la rotta che scelgono e’ quella giusta, non sbagliano mai, regalano a se stessi momenti da ripetere e fanno inorgoglire le mamme, se ne fanno un vanto…..e cosi’ Francesco ha solo preparato il terreno e continuera’ a lavorarlo con la sua seconda partenza. Insomma, possiamo dire e bacchettare chi lo dice che questi nostri ragazzi tanto bamboccioni non sono..anzi sono il vanto della nostra Italia e di quella che verra’.
A cura di Vina Morra