L’incantevole Kyoto
Kyoto, un luogo ancora incantato, perso tra la modernità e la tradizione; un luogo dove si può ancora ammirare il castello dei Ninja o il santuario dove “le menzogne vengono a galla”, ma non le geishe, mito ormai estinto; un luogo dove il treno ritarda al massimo 54 secondi.
La contemplazione delle tazze è parte del complesso rito che si chiama cerimonia del tè. E’ vero che si è di fronte ad una delle più alte manifestazioni della cultura e della tradizione giapponese, ma è bene accontentarsi della versione ridotta, che dura al massimo 20 minuti, altrimenti si rischia di restare davanti alle tazze per ore intere.
Le geishe sono uno dei grandi miti – estinti – del Giappone e di Kyoto in particolare, dove un intero quartiere, Gion, era riservato a loro. Ormai è rimasta solo qualche lieve traccia di un’epoca che appare superata. Ci sono corsi brevi dedicati ai turisti, al Gion Corner, dove sostengono di insegnare quello che le geische sapevano fare: ma sa molto di soave presa in giro. Ogni tanto per le stradine sciama qualche donna vestita in abiti tradizionali ed è subito una raffica di flash. E’ indicata come antica casa di piacere, la Sumiya Pleasure House, ma oggi è soltanto una vecchia costruzione trasformata in ambizioso museo, dove si dice venissero portate le geishe per intrattenere i clienti di questo ristorante-bordello.
Mille suggestioni, qualche tentazione. Per non avere rimpianti, a Kyoto serve una guida con cui pianificare visite ai templi – non si possono vedere tutti, sono troppi – ai giardini e anche ai ristoranti. Rimanendo però padroni di qualche pezzo di giornata per vagare tra vicoli e deliziose piazzette, dove spesso si trovano scritte nere sulle staccionate rosse: fanno un grande effetto.
La strada più bella di tutta l’Asia, secondo molti, è la Shirakawa Milami-dori, nel quartiere di Gion. Quando fioriscono i ciliegi diventa spettacolare. Il luogo più magico della città – ma anche qui le sensazioni sono molto personali – è il Fushimi Inari Taisha, che non è fra i templi più importanti o celebrati, e dunque è anche poco affollato. Forse perché può impressionare gli animi sensibili, con le statue delle volpi, il bosco che fa filtrare poca luce, l’abbagliante galleria dei Torii rossi (tipiche colonne sormontate da una trave), che si susseguono in un tunnel scintillante ed infinito.
Arrivare in treno, da Tokyo o Osaka, con il superveloce e comodo Shinkansen, è il modo più efficace. Nelle stazioni non ci sono sale d’aspetto perché il treno è sempre in orario: ha un tasso medio di ritardo di 54 secondi su base annua. Quando il controllore passa a vidimare il biglietto, fa sempre un inchino alla carrozza per salutarla e ringraziarla.
Shimogamo Jinja è un santuario dai poteri enormi: il luogo dove le menzogne “vengono a galla”. Il maestoso Chion-in impressiona per grandiosità. Ha il portale più grande di tutto il Giappone e un pavimento che “cinguetta”: il legno venne sistemato in modo da scricchiolare ad ogni passo, per evitare che qualcuno potesse entrare senza essere scoperto.
Il Ryokan è l’albergo tradizionale ed è giusto per sperimentare i modi di vita dei Paesi che si visitano. Ma con le dovute informazioni. Nei Ryokan, affacciati su giardini splendidi, spesso combinati con bagni terapeutici e terme, si dorme sul futon, srotolato ogni sera sul tatami. Basta saperlo: i pigri e viziati amanti delle comodità occidentali, senz’altro si troveranno meglio al Westin, che domina la città.
Il castello dei Ninja, il nome corretto è Nijo Jinja, è progettato con architetture difensive: corridoi segreti, botole, muri che scompaiono, regno di samurai pronti a tutto. Il bosco di bambù vicino alla porta nord del Tenru-Ji, uno dei principali templi della scuola Zen Rinzai, è identico a quello de La tigre e il dragone. Un’altra dimensione.
Il teatro Nō, come le danze Kabuki, merita un assaggio. Diffidare di chi dimostra grande entusiasmo: in genere finge. Si avrà qualche soddisfazione in più con il Tagiki-Noh, eseguito alal luce delle torce.
L’uji kintoki è una specialità di Kyoto, servita soprattutto d’estate. E’ ghiaccio tritato sul quale si versano tè verde, latte zuccherato e succo di fagioli dolci. Rinfresca. Il luogo più famoso dove lo fanno è il Gion Koishi. Un pranzetto a Nishiki, il mercato all’aperto dove ci si ripara dal sole o dalla pioggia.
Profuma di legno la notte che svanisce intorno al Kyomizu Dera, tempio buddista fra i più venerati, dove bisogna venire all’alba. Si percorre il sentiero degli innamorati che assicura successo in amore, e soprattutto si può far suonare la campana e affidare un pensiero alle vibrazioni perché lo conducano dove si vuole che arrivi.
Due le discoteche più famose: il World, la più grande, ha armadietti dove depositare tutto ciò che in pista non serve; anche Metro è molto frequentata. Per il resto, si sciama fra le vie di Pontocho, animato quartiere della notte.
A cura di Roberta Morano