Versi in vernacolo fra ironia e crudeltà. Munno e terzo Munno.

Napoli, teatro Piccolo BELLINi dal 5 al 14 aprile 2013: “MUNNO e TERZO MUNNO”presentato da Virus Teatrali. Ritmo e musicalità sulla scena fanno pensare ad uno strumento a percussione dai toni teatro 1ancestrali. È, infatti, pura melodia il testo di LUIGI CREDENDINO che la regia di GIOVANNI MEOLA ha saputo risaltare. Raramente la sinergia tra autore vivente e regista si rivela così proficua.

Una piazza di spaccio, un pusher, un “palo”, è la giornata di lavoro di Tore, Ciruzzo e Lisandro incorniciati da due maschere bianche pronte a diventare la persona qualunque che compra fumo o cocaina. Vecchi, giovani, ricchi o poveri, ignoranti o laureati “Munni ca pareno diversi uno cu ‘n’ato e munni sempe ‘o stesso, maie cagnati.”

In scena insieme a CREDENDINO, MARIO FATICATO, DANIELE MATASCIOLI, VITO PACE, ALESSANDRO PALLADINO capaci di catturare l’attenzione della sala attenta ai mille volti di una teatro 3“brutta storia” che ha il sapore della normalità. Profondo è il pensiero degli attori dietro il canto di un testo che denuncia le contraddizioni concrete di chi si ritrova a sognare un figlio che non faccia la stessa vita, “nun voglio nu delinquente” ma che “comme minimo addà sapè spara’”. L’ironia non manca, lo spettacolo scivola leggero e spesso la parola prende in giro se stessa anche attraverso tormentoni di senso comune “vott e man” “ ma serio” “tutto apposto”.

Le musiche di ADRIANO APONTE e le luci scelte da Meola sottolineano con la forza delle immagini quando la commedia del quotidiano diventa dramma di un’esistenza già segnata. Arriva tutta la forza di chi ha osato nella ricerca e scavato nella realtà. I fatti nudi e crudi sono evocati con pulizia dimovimenti scenici che accordano con le rime del napoletano moderno, e dal rigore del lavoro sui personaggi. Un catena di montaggio quella dello spaccio, che attorciglia chi ne fa parte senza differenziazione di sorta, perché “a murì non ce vo’ niente!”

I costumi sono di Annalisa Ciaramella, le foto di  Alessandro Pone, gli elementi scenografici di Anna Seno, mentre Elena Palmentieri è assistente alla regia. Tutta la squadra nel ringraziare il pubblico plaudente dedica un inchino alla Signora Regina Bianchi.

Anita Laudando