Sessant’anni di carriera . Luce in teatro.
Incontrata personalmente Angela Luce, in uno dei camerini del Teatro Mercadante di Napoli, il 3 Aprile scorso, in occasione del concerto-evento in suo onore , che ha visto tra i ferventi sostenitori l’assessore Antonella di Nocera,l’ufficio stampa Iride Comunicazione, facente capo a Giovanna Castellano ed Eduardo Paola , e che si è realizzato grazie al patrocinio del Comune di Napoli. Una signora della scena, festeggia così i suoi sessant’anni di carriera e concede saluti e sorrisi a chi , dopo l’emozionante spettacolo, si è messo materialmente in fila (addetti ai lavori e non) per poter esprimere le proprie positive impressioni. Con il fascino che la alleggerisce dal tempo che è trascorso, ma che si riduce, ai nostri occhi, a puro dato oggettivo , difficilmente riscontrabile, si fa spazio nella storia della Canzone Napoletana e del cinema, che non pochi riconoscimenti le ha donato. In realtà, più che di dono, dovremmo parlare di scambio emozionale, di sinergie e atmosfere lavorative uniche. Totò le baciò i seni in “Signori si nasce” senza che nessuna nota registica l’avesse previsto. Era l’avida moglie ne “Il contratto” di Eduardo De Filippo, la cassiera amata da Enzo Cannavale e voluta dal personaggio di Carlo Lima in Peppino Girella, l’Amalia che ci inquietava in ascensore o nella cabina di un telefono pubblico un attimo prima che il mistero martoniano prendesse piede ne “L’amore molesto” . David di Donatello per quest’ultimo e nomination per la “Palma d’oro” a Cannes . Protagonista di una delle “novelle” pasoliniane volute nel “Decameron” , Angela Luce è innanzitutto cantante. Debutta all’età di quattordici anni nella Piedigrotta Bideri e interpreta con passione autentica i brani cardini della tradizione napoletana. La ricordiamo in “So bammenella ‘e coppe e quartiere” di Raffaele Viviani , al fianco di Mariano Rigillo, Antonio Casagrande , Gennarino Palumbo (per citarne alcuni) in “Napoli notte e giorno” per la regia di Giuseppe Patroni Griffi ; in “Fresca fresca” portata in auge tempo prima da Ria Rosa e che lei ripropone, persino in questa occasione, con gradevolissima comicità . Suoi pensieri premiati al concorso letterario Premio Camaiore 2009. Il titolo , “Momenti di …. Luce “ , rende ciò che di suggestivo può regalarci la sua presenza. Il pubblico è letteralmente impazzito quando il maestro Pino Tafuto ha accennato le prime note di “Ipocrisia” e quando Marco Zurzolo e Leonardo Barbareschi la hanno magistralmente affiancata , rispettivamente con sassofono e chitarra, in pezzi storici del suo repertorio. Una donna , guardando alla nostra rassegna artistica, dolce, ma allo stesso tempo imponente. Innamorata del suo lavoro , nata tre volte artisticamente e audace nel riproporre tre vite in contemporanea. Figlia di una tradizione teatrale e musicale che in Napoli è impressa. Ci tiene uniti nell’attimo in cui lo spirito partenopeo si libra per definirsi culturalmente.
Francesca Morgante