Il Pessimismo e la poesia
Il Pessimismo è visto prevalentemente come forma del male sul bene ed è una corrente che tende ad evidenziare gli aspetti negativi della vita. Nella psicologia è inteso come uno stato patologico che genera stati psicosomatici come la depressione, con scarsa considerazione di sé.
Questa condizione è spesso presente in soggetti che hanno attraversato nella loro vita eventi traumatici.
Nella Filosofia invece distinguiamo due tipi di pessimismo: il pessimismo empirico e quello metafisico.
Nel primo si ha una visione della vita negativa contrapposta ad una visione invece dell’aldilà sereno, nella secondo tipo la concezione della vita e della morte hanno la stessa visione pessimistica.
Arthur Schopenhauer e Giacomo Leopardi sono i maggiori rappresentanti del pessimismo metafisico che si sviluppa nel 1800.
Tra le più significative opere del Leopardi troviamo “Il sabato del villaggio”, tra quelle di Shopenhauer “Il Nulla”.
Distinguiamo nel pessimismo Leopardiano tre fasi:
“Il Pessimismo storico” nel quale Leopardi segue la stessa teoria di Rosseau dove l’uomo trova la sua unica felicità solo nell’era primitiva a stretto contatto con la natura, ma poi con la consapevolezza e l’avvento della ragione, scopre il male, il dolore e l’infelicità. Anche nelle fasi della crescita umana si passa da uno stato di beata incoscienza ed innocenza dettata dall’infanzia ed è una condizione che protrae fino all’adolescenza. Quando si passa poi all’età della ragione la consapevolezza regola anche delle tristi verità.
“Il Pessimismo psicologico” presenta un continuo desiderio di ricerca della felicità e del piacere che è irraggiungibile ed incolmabile, perché non può mai essere soddisfatto in tutti i suoi aspetti.
“Il Pessimismo Cosmico” invece presenta anche un ottenimento del piacere, sempre contrapposto ad eventi inevitabili quali le malattie, i dispiaceri, la vecchiaia e la morte. Questi eventi cosmici non possono quindi rendere un individuo totalmente felice.
Nel canto “A Silvia” lui descrive la natura che fa nascere nell’uomo il desiderio di felicità che resta inappagato.
Leopardi ama la bellezza della natura, ma riconosce la stessa malvagia nei suoi disegni. Vede anche la ragione umana inizialmente la principale causa di pessimismo umano, ma allo stesso tempo la innalza poi come forma di bene essenziale per gli uomini che attraverso essa possono ricercare la loro verità.
Perché lo faccio
Non è per fama
non è per successo
il vivere il momento adesso.
E’ soltanto lo scoprire
quanto sono capace di offrire
con tutte queste parole
che mi escono di getto.
Tutto diretto verso una luce
che sto scoprendo da sola
con le sue mille verità
che mi fa vedere interiormente
ogni giorno più bella che mai
(Luisa de Franchis)