Il peggio di te e di me
Cara Rossella,
siamo sposati da poco, dopo un fidanzamento idilliaco, ma da un po’ di tempo, mentre mio marito si dimostra affettuoso ed innamorato come sempre, inizia a polemizzare, criticando ogni cosa, decisione o mia iniziativa, dimostrando una aggressività che rasenta la cattiveria. E’ logico che, a questa mancanza di rispetto nei miei riguardi, io risponda per le rime e così, per una sciocchezza, iniziano liti furibonde, nelle quali ci “vomitiamo” parole allucinanti, urlando senza controllo, condannandoci senza pietà, distruggendo tutto il bene costruito in precedenza. Possibile che dobbiamo ferirci in questo modo, lasciandoci intorno così tanta amarezza da condizionare poi, in modo negativo le nostre giornate insieme?
Marilù
Cara Marilù,
ho sempre asserito che troppi litigi lasciano col tempo insanabili cicatrici che minano i rapporti iniziati sotto i migliori auspici. Spesso si verificano inspiegabili “reazioni” per banali contrasti e così, sia noi che i nostri partner diveniamo “irriconoscibili”, irrazionali, aggressivi. Ed anche se tutto “sembra” finire e la pace arriva con baci, abbracci, coccole e passione, un “qualcosa”, a lungo andare, inevitabilmente si incrina, consentendo l’insinuarsi della delusione, della diffidenza, della soggezione, della poca autostima. Non si sa come, ma in modo quasi perverso, si innesca un subdolo meccanismo che stimola il lato d’ombra del partner ,facendo perdere il controllo delle emozioni e delle reazioni, che in questo modo divengono inconsulte e lesive, attivando sia desideri di rivalsa che dipendenza psicologica. Queste trasformazioni non giovano al rapporto e quindi, per non dare il peggio di se stessi, con profonda autocritica, sincerità, e determinazione, bisognerebbe affrontare l’argomento nei momenti di calma, cercando di analizzare il “perché” di questa autodistruzione, tentando di indagare nel proprio inconscio, alla ricerca di quei pensieri, di quegli stimoli, di quelle emozioni forse accantonate e per troppo tempo sedate, che esplodono alla minima e più banale situazione conflittuale. Accettando di parlare dei “punti nascosti” personali e di quelli del partner si otterrà il giusto punto di osservazione, che aiuterà non solo il rapporto, ma anche il controllo di se stessi, decifrando così le “antiche ferite” della propria vita, apparentemente sedimentate. In questo modo si riuscirà non solo a definire insolute questioni interiori ma anche a costruire e non demolire un rassicurante rapporto d’amore.
Rossella Argo
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