L’ASTRATTISMO DELL’ESPERIENZA
E’ il XX secolo, l’Astrattismo in pittura, diviene il rifugio di quanti esulano dalla rappresentazione oggettiva della realtà, di quanti rifuggono la stessa.
Erano gli anni dell’industrializzazione, delle lotte tra classi, di sindacati e di colonizzazione da parte degli Stati Europei alla volta dei Paesi Asiatici e d’Africa.
In quel secolo, Sigmund Freud affermo’ la filosofia dell’irrazionalità.
Nasce allora, come una radice forte destinata a dare frutti a lungo, per condizioni contingenti, mutate ma ancora vive, quella forma d’arte che si svilupperà in piu’ “bracci”, come rami produttori di artisti e opere. Nel contesto s’inserisce il pittore contemporaneo Francesco Connola.
I suoi dipinti, sono la chiara espressione del suo stato d’animo che si esprime per mezzo di un uso personale del colore secondo un’esperienza fauvista, non sempre rigorosamente rispettata, in quanto certe sue rappresentazioni sono l’esaltazione del colore accompagnato dalla ricerca del rigore, geometrico e simbolico, dal significato che va oltre quello intrinseco che rappresenta la sua relatività, verso il richiamo dell’assoluto che lo ricomprende.
In quest’ottica vanno inquadrati i dipinti del Pittore, o dovremmo esprimerci con interrogazione? A poco vale contenerli in una definizione artistica.
Certo si tratta di esperienze pittoriche che invogliano il possederle, ma sarebbe più giusto dire il fruirne, per la dinamicità del pensiero che viaggia sulle correnti della linea, e ancor più attraverso il linguaggio senza frontiere del colore.
a cura di Brunella Postiglione