AGRICOLTURA E FATTORIE DIDATTICHE: IL FUTURO DELLE NUOVE GENERAZIONI
Negli ultimi tempi è sempre più evidente la realtà che circonda le nuove generazioni. In questo mondo sempre più dominato dal caos e dallo smog, sta dilagando la moda della cosiddetta “fattoria didattica”, che è senza dubbio più che propositiva data la sua caratteristica rilevante, ovvero la molteplicità funzionale che la stessa riserva. Vera e propria azienda “agricola & agrituristica”, in quanto tale, la fattoria didattica è caratterizzata dalla produzione e dal lavoro degli agricoltori; ma la peculiarità è che questa realtà bucolica vien gran parte del tempo (e per gran parte della struttura aziendale ) messa disposizione per accogliere gruppi scolastici, famiglie e singoli consumatori al fine di presentarsi come proposta per l’educazione alimentare e agro-ambientale.
Da qui nasce l’esigenza dell’imprenditore agricolo nel privilegiare la comunicazione e l’interazione diretta, senza intermediari, con il cittadino per ridurre la distanza, sempre maggiore, tra il consumatore di beni finiti e l’origine degli stessi. Tale concezione di azienda va ad inquadrarsi in quella che potremmo definire “teoria filosofica” della multifunzionalità, che vede nella diversificazione dell’attività un potente metodo per generare nuovo reddito. Tale azienda risponde in maniera eccellente al criterio di rintracciabilità del prodotto locale, favorendo non solo un’ottima formazione scolastica sin dall’infanzia del bambino -che apprende e memorizza più facilmente nozioni che in futuro sarà in grado di porre in atto – ma aiuta a far prendere coscienza del proprio territorio, di cosa esso può offrire. Venendo alla tracciabilità, il discorso si presenta facile: è intuibile che tramite questa realtà si riduce la distanza tra il produttore ed il consumatore; si tratta dunque di una filiera a km 0; il bambino collabora “con le proprie mani” al processo di trasformazione del prodotto, valutando la qualità di quest’ultimo. Quando si è in grado di conoscere e verificare non solo la qualità dell’alimento, ma anche quella dell’intero processo produttivo, come in questo caso (dalla coltivazione della pianta fino alla produzione, trasformazione, conservazione, distribuzione, commercializzazione e consumo), vi è la potenziale possibilità di percorrere l’intero iter di un alimento, a garanzia di una maggiore sicurezza per il consumatore di ciò che ha sulla propria tavola.
In Italia, soprattutto nel territorio campano, questa consapevolezza si è divulgata ampiamente negli ultimi anni. Molte sono le famiglie interessate a questo tipo di “formazione” per i loro figli; basta osservare la diffusione e il gran successo ottenuto da progetti quale ad esempio “Dal campo alla tavola” ( From Flied to Fork): tale esperienza tende a improntare nel bambino un’idea di sicurezza della filiera cercando di spiegare anche le malattie di origine alimentare o quali sono i contaminanti pericolosi per la salute e il benessere degli animali e delle piante,.
L’azienda in questione per considerarsi a tutti gli effetti “fattoria didattica” deve però tener presente di alcuni requisiti fondamentali; ad esempio v’è la necessità che la stessa mantenga una funzione primaria di produzione. Sono gli agricoltori stessi, supportati da familiari o animatori, che accolgono le scolaresche e i gruppi interessati Come ogni attività d’impresa, la creazione di una fattoria didattica comporta la necessità di definire il proprio progetto aziendale, in funzione della proprie peculiarità, tenendo sempre conto dei bisogni che vuole soddisfare e dei target specifici cui puntare.
Affinchè l’azienda agricola possa soddisfare l’utenza e permettere la buona riuscita delle visite deve rispettare alcuni punti fondamentali: deve essere un’ azienda ecocompatibile che adotta sistemi di produzione biologica o integrata, o produzioni tipiche di qualità; deve essere accogliente e disporre di un luogo di accoglienza coperto e riscaldato per la realizzazione delle attività didattiche in caso di maltempo e in tutti i periodi dell’anno; inoltre deve essere attrezzata di servizi igienici riservati agli ospiti e deve godere di un’adeguata pulizia; ovviamente deve poi essere sicura e rispettare le norme sanitarie e di sicurezza vigenti; ma senza dubbio la peculiarità più rilevante è che deve appunto essere “didattica”; deve cioè esser predisposta di uno o più percorsi didattici “attivi” sull’educazione ambientale, alimentare ed essere improntata al gusto e alla ruralità, realizzabili in funzione dell’età dell’utente. Esempio eccellente di tali requisiti è la CampagnaAmica, ovvero l’Associazione Coldiretti.
La “Fattoria Didattica” si rivela concretamente un luogo di pedagogia attiva e vivente, un luogo che deve essere supportato e vissuto almeno una volta all’anno, viste le molteplici valenze formative che offre.
A cura di Alessia Viviano