FRANCA RAME, BELLA CIAO.
E’ stato un grido di disperazione e di rabbia frammisto ad amore e profonda forza d’animo quello di Dario Fo, nel salutare la moglie, compagna di una vita, Franca Rame morta Mercoledì nella sua casa di Milano per una malattia che la attanagliava da tempo.
Si è spenta così, all’età di 84 anni una donna poliedrica e controversa, comsopolita nella sua duttilità, da sempre dedicata all’arte, al teatro oltre che all’impegno politico e civile. Una carriera durata tutta la vita, iniziata quando appena in fasce, faceva la neonata negli spettacoli con la famiglia, fino alle apparizioni nei primi anni 50 con Marcello Marchesi nello spettacolo “Ghe pensi mi”. A rappresentare il sodalizio con la recitazione fu il matrimonio con Dario Fo nel 1954, che costituì per la coppia un’alleanza tale da siglare numerose pagine della storia italiana. Una storia non solo attoriale ma anche politica che comincia nel ’68 e diventa per Franca Rame una spinta per unirsi al movimento femminista e ad emanciparsi professionalmente dal marito. Inizia in quegli anni, la sua ferma protesta contro la negazione dei diritti delle donne, che trova spazio nei suoi più celebri testi tra cui «Parliamo di donne», «L’eroina» (sulla droga), «La donna grassa», e «Tutta casa, letto e chiesa» .
Una storia tormentata quella di Franca Rame, fatti di tanti successi e molti dolori, come il tragico rapimento subito e la violenza fisica subita da parte di cinque neofascisti nel 1973. Dal tragico evento nasce il suo lavoro più commovente “Lo Stupro”, recitato prima a teatro, la sua casa di sempre e poi in televisione.
Ma il suo impegno politico non cessa nemmeno dopo una battuta d’arresto così pesante : nel 2006 viene eletta senatrice e successivamente proposta come Presidentessa della Repubblica, ma lascia la poltrona di senatrice dopo soli due anni dal suo incarico, perchè incapace di accettare i compromessi e i giochi di potere.
La storia di Franca Rame è una storia di coraggio, di una donna tenace, combattiva eppure estremamente fragile, delicata e dedicata all’amore per l’uomo della sua vita Dario Fo, per il quale ha tentato il suicidio. Un amore infinito, totalizzante e talvolta ingeneroso che ha raccontato in una lettera aperta dal titolo “Lettera d’amore a Dario”, in cui ripercorre passo passo la sua vita, gli aneddoti della famiglia, la voglia smodata di ritornare al teatro, i sentimenti e un desiderio «Penso anche al mio funerale e qui, sorrido. Donne, tante donne, tutte quelle che ho aiutato, che mi sono state vicino, amiche e anche nemiche…vestite di rosso che cantano “bella ciao”».
Ed è così che Dario Fo ha voluto salutarla, consolando in un certo qual modo anche se stesso ,con l’idea che Dio è comunista ma prima ancora femmina, perché solo una donna può essere capace di un amore grande come quello che la sua Franca Rame gli aveva saputo dimostrare.
A cura di Flavia Sorrentino.