D’Annunzio Poeta
Nacque a Pescara nel 1863 da una famiglia benestante. A causa della sua intelligenza e forte vivacità nel condurre gli eventi della sua vita, l’attrazione per le donne ed i debiti accumulati fu trascinato in una delicata situazione economica. Definito anche “Il Vate” cioè “Il Profeta” lasciò una sua impronta politica indelebile. La sua espressione poetica era al centro del Decadentismo e attraverso i suoi simbolismi scaricò tutta la sua ansia riflettendo la ragione come prima fonte delle conoscenze. Seguì varie correnti e tra queste: l’estetismo, il sensualismo, il vitalismo, il panismo e l’ulissimo. L’estetismo per lui era visto come creazione della bellezza ad opera della poesia e la stessa vita andava inquadrata in un condurla in assoluta libertà, liberando l’individuo da ogni legge e morale. Dette ampio spazio alle sue sensazioni narcisistiche, che gli davano un senso di compiacimento. Sceglieva nelle sue poesie parole che davano più un senso musicale ai versi che un significato logico. Attraverso il panismo coglieva il suo diretto contatto con le forze della natura, fino a sentirne il suo sapore, ritenendole parte di tutta la nostra vita cosmica. Nell’aristocrazia destò molto interesse per i suoi atteggiamenti decadentistici. Il suo pensiero influenzò anche il fascismo con la sua poca attenzione verso i meno abbienti e verso i lavori umili. Tra le sue opere poetiche degne di menzione ritroviamo la raccolta di poesie “Primo Vere” che ebbe grosso successo anche per la notizia non veritiera, che lo stesso poeta fece circolare sulla sua morte , causata da una caduta da cavallo. Ritroviamo poi “Laudi”, Canto Novo” e Poema Paradisiaco. Nel 1881 si trasferì a Roma dove si iscrisse alla Facoltà di Lettere. Abbracciò il lavoro giornalistico anche per ovviare alle sue precarie esigenze economiche. Si sposò nel 1883 ma il suo matrimonio ben presto naufragò a causa delle sue relazioni extraconiugali. Nel 1891 sì trasferì a Firenze perché letteralmente catturato dall’attrice Eleonora Duse, con la quale si era intrattenuto in una relazione dapprima epistolare e poi vera e propria. I rapporti tra i due amanti si incrinarono per il sopraggiungere di un suo ennesimo tradimento, che descrisse in un suo poema “Il fuoco”. Ebbe anche un breve periodo parigino e poi si ritirò nella Costa Atlantica dedicandosi alla collaborazione musicale con Ma scagni e Debussy. Nel 1915 partecipò attivamente alla I Guerra Mondiale nei Lancieri di Novara ed in un atterraggio di emergenza perse un occhio. La sua popolarità crebbe ancor più quando nel 1919 guidò una spedizione di legionari occupando la città di Fiume, creando una costituzione provvisoria a tutela dei cittadini lavoratori, della libertà di opinione e dell’orientamento sessuale. Nel 1921 si ritirò nel Gardone Riviera a causa della forte delusione ricevuta per il Trattato di Rapallo e non accettando l’accordo con il governo italiano fu costretto a sgomberare la città di fiume dai suoi legionari. Nel periodo fascista non si tesserò per mantenere la sua piena autonomia di pensiero, ma nacque con Mussolini comunque una corrispondenza epistolare. Fu nominato dallo stesso Duce Presidente dell’Accademia d’Italia, ma non partecipò a nessuna riunione e fu presidente onorario della SIAE.
Morì nel 1938 mentre al suo tavolo di lavoro a causa di un’emorragia cerebrale ed ai suoi funerali il suo feretro fu avvolto nella bandiera del Timavo. Riposa nel mausoleo del Vittoriale.
(Luisa de Franchis)
L’ innocenza
Ombre di silenzio
di tristezza e di dolore
si celano nella tua immensa amarezza
fatta di stupore e di incredibile sgomento
ed è forse l’insicurezza
l’ombra del domani
(Luisa de Franchis