Piccole stelle già cresciute
E’ impressionato il modo con cui l’Italia faccia propri, assorbendoli integralmente, gli aspetti più negativi della civiltà americana. Da alcuni alimenti, abiti, fino a copiare format di programmi che davvero poco hanno di civile. Si pensi aquei programmi “ Baby star” o cose simili in cui piccole creature di pochi anni sono costrette dalle frustrazioni dei loro genitori (prevalentemente delle loro madri) a partecipare a dei concorsi di bellezza per ambire al fatitico primo posto o alla fascia più interessante. Agghindate come delle bambine simili a donnine con tanto di rossetto, abiti succinti e tacchetti, sfilino come delle stars, ancheggiando e sorridendo alla telecamera a modi veterana vip.
Tutto ciò sviluppa in queste piccole creature un senso di sfida non costruttiva, in quanto la meta cui si ambisce attiene ad un ambito davvero poco formativo.
Inoltre, tutto questo meccanismo fa scaturire nel piccolo un senso di frustrazione senza eguali in caso di mancata vittoria, poiché pressanti sono le aspettative dei genitori che gravano sullo stesso. Per tale motivo frequenti sono le scene di bimbi disperati, in preda ad attacchi di panico e crisi isteriche in caso di “sconfitta”.
Ancora, questo tipo di “gara” toglie al piccolo quel senso di ingenuità che dovrebbero essere proprio della sua età.
Pertanto, credo sia davvero chiaro che questi programmi andrebbero eliminati dal repertorio televisivo e con essi i concorsi di questo tipo perché violano l’integrità psichica e fisica del bambino, privandolo della cosa più bella dell’infanzia: la purezza e la spensieratezza.
A cura di Concetta Vernazzaro