Manzoni e le sue verità

Nacque a Milano nel 1875, trascorse gran parte della sua adolescenza lontano dall’affetto materno, dapprima nel Collegio di San Bartolomeo a Merate e fu proprio in questo contesto che iniziò a comporre i suoi primi versi.

poesie 2Seguirono altri trasferimenti in altri Collegi a Lugano e da queste esperienze religiose ne conseguì la sua formazione letteraria classica.

Appassionatosi alla poesia scrisse numerosi sonetti. La sua formazione fu anche influenzata dallo studio di opere di Virgilio, Orazio, Dante, Petrarca.

Nel 1801 si trasferì a Milano e visse con il padre e fu particolarmente influenzato dall’ accanimento al gioco d’azzardo ed alle donne.

Nel 1805 recandosi  a Parigi  finalmente potè riallacciare il suo rapporto materno.

Vi trascorse due anni , partecipando anche a scuole ottocentesche di alcuni filosofi ideologi, dai quali trasse l’insegnamento di non dover comporre le sue opere scrivendo con degli schemi fissi, ma in un modo tale da poter esprimere sentimenti che potessero colpire il cuore dei suoi lettori.

La cultura francese inoltre lo avvicinò al “Sensismo”, che metteva al primo posto i cinque sensi ai fini della conoscenza delle cose.

La sua maturazione artistica si affinò dopo il suo matrimonio e dopo la sua conversione al cattolicesimo.

La poesia Manzoniana fu celebre per la convinzione che essa doveva essere incentrata alla ricerca del vero, dell’utile e dell’interessante.

Condusse una vita lontana da azioni eclatanti ed espresse attraverso i suoi componimenti romantici i suoi ideali patriottici.

Nel 1819 pubblicò la sua prima Tragedia “Il Conte di Carmagnola”.

I suoi studi storici lo influenzarono a tal punto che alla morte di Napoleone Bonaparte sopraggiunta nel 1821 compose la lirica “Il cinque Maggio

Nel 1822 ultimò “Fermo e Lucia” (I Promessi Sposi) ambientandolo nei luoghi della sua infanzia lecchese.

Questa sua opera che gli rese grande affermazione, pose le basi per un italiano moderno.

Nello stesso anno nacque la sua seconda tragedia “L’Adelchi”. Nel 1827 rielaborò “I Promessi Sposi” utilizzando uno stile italiano in una forma fiorentina.

La morte di sua moglie e dei suoi otto figli lo colpirono duramente. Nel 1860 con l’incarico di senatore del Regno votò a favore dello spostamento della capitale da Torino a Firenze nell’attesa che Roma fosse liberata.

Nel 1868 scrisse una relazione sulla lingua italiana “All’Unità della Lingua e dei Mezzi di diffonderla, in qualità di Presidente della Commissione Parlamentare.

Nel 1873  morì a causa di un trauma cranico per il sopraggiungere di una meningite.

(Luisa de Franchis)

Desiderio di cambiare

Ma cosa cambi a fare

Se la testa ce l’hai sempre uguale.

Se ti cambi il vestito

e ti rivesti elegante

o se giri per strada con aria stravagante,

se ti cambi pettinatura

se migliori la tua andatura,

o se invece di mille parole

poi ne dici solo quattro

o per la tua dieta

alla fine non tocchi nemmeno un piatto.

Ma cosa cambi a fare

se poi la prossima settimana

ti ritrovi con la tua solita sottana,

con la tua solita aria discreta

e non con quella voce di pietra.

E non avrai certo il sorriso sulle labbra

ma te ne andrai

con la tua solita aria soddisfatta,

lontana,

verso l’orizzonte

con il tuo cuore in mano

per cercare qualcuno che te lo compri.

poesie 1(Luisa de Franchis)