LA MODA DI VERSACE E’ VUNK!
Vunk, il nuovo movimento glamorous di Donatella Versace, è il Punk del 2013 secondo il nuovo senso del glamour di Versace. Sarebbe sminuente chiamarlo Versace-Punk. Questo poteva valere per il passato, quando Gianni Versace hariletto il punk mettendo delle spille da balia su quell’abito che da solo ha reso famosa Liz Hurley. No, non è quel punk lì.
“Mi piace chiamarlo Vunk”, racconta Donatella. “È un misto di Versace e di punk. Ma non scambiatelo per un remake di quanto fatto dal mio grande fratello Gianni. Qui è tutto nuovo, inaspettato, moderno, forte”. E’ molto più potente del punk, anche perché il Punk di Malcom McLaren è nato negli Anni 70 sulle basi culturali di quegli anni e il Vunk nasce adesso pensato, voluto, trasformato dalla mano per niente passatista con cui lavora Donatella Versace. «Io non penso mai al passato. Al futuro, invece, ci guardo sempre, e reagisco al presente. E ora voglio una donna energica ed energetica che si ribella a quello che vede e soprattutto al fatto di non essere considerata e premiata per quanto vale».
Il Vunk di Donatella Versace per Versace autunno/inverno 2013-14 usa il vinile per costruire abiti, pantaloni, jeans con la tela solo nella metà posteriore.
Tutti gli elementi che hanno fatto la storia del Punk sono presenti: borchie, spille, tartan, vernice, giallo e rosso.
Però il trattamento che gli viene riservato è tutto nuovo. Le fantasie scozzesi si animano di colori forti, densi, e si ingrandiscono di dimensione. Le spille si trasformano in decoro, come fossero paillettes, mentre un chiodo viene usato come fosse un bottone acuminato per chiudere giacche e cappotti. Le borchie esplodono letteralmente su tutto:illuminano stivali alti e bassi, si insinuano sui corpetti, rendono pungenti bracciali e collane.
La vernice viene usata a tutto campo e trova la sua apoteosi in due pezzi: il tubino, praticamente una versione cattiva e perversa della petite robe noire; e gli affascinanti abiti da sera, capolavori di jersey drappeggiato sporcato però con inserti di vernice in un gioco di lucido e opaco.
Non manca, ovviamente, la pelliccia di visone: qui, però, è tinta di bianco e nero oppure di giallo e usata a tutto campo per minigonne, sandali e maxi cappotti.
Precisa, evocativa senza essere banale, facile come un bicchiere d’acqua ma intricata come un Ruzzle impossibile, la nuova collezione di Versace centra nel segno della tendenza e della tradizione della maison: riesce infatti a portare l’estetica ribelle del punk dentro i labirinti erotici della Medusa. E il risultato è così conosciuto e insieme nuovo da essere già desiderabile.
A cura di Pasqualina Morsino