La donna del marmo 2010: Patricia Urquiola
A Verona, dal 29 settembre al 2 ottobre 2010, ci troviamo immersi nel mondo del MARMOMACC MEETS DESIGN, Mostra Internazionale di Pietre, Design e Tecnologie che, per il quarto anno consecutivo, mette al centro della sua formula vincente le nuove proposte per il settore del marmo e della pietra, con l’idea che evoluzione e progettualità si sviluppano contemporaneamente, in un crescendo d’ unicità intesa sia come ritorno ad una componente naturale sia come individualità e personalizzazione. Sempre più aziende leder del settore, a fronte del successo delle precedenti edizioni, si affacciano in questa nuova sfida con progetti che indagano sul tema dell’irregolare-eccezionale. Due nuove iniziative verranno poste all’attenzione del Marmomacc: l’ Accademia di Architettura di Mendrisio, nel suo annuale progetto di esplorazione e riqualificazione vede nel 2010 protagonista la città di Varese, per studiare – con Riccardo Blumer – un progetto di arredo urbano in botticino che vede il diretto coinvolgimento del Consorzio Marmisti Bresciani; e la Regione Puglia, promosso dall’Area Politiche per lo Sviluppo il Lavoro e l’Innovazione della Regione, assocerà invece a quattro tra le più note e utilizzate pietre pugliesi la progettualità di altrettante giovani promesse del design, che hanno però già riscosso importanti riconoscimenti da parte di critica e aziende.
Quest’anno, il 29 settembre, il Premio Donna del Marmo 2010 è stato consegnato all’architetto Patricia Urquiola nell’ambito della 45a edizione di Marmomacc, dal presidente di Veronafiere Ettore Riello e la presidente dell’Associazione Le Donne del Marmo Alessandra Ubertazzi.
La designer spagnola, ma milanese di adozione, si è distinta per particolari meriti nel settore legato alle attività della pietra naturale, in quanto è riuscita a modellarla secondo progetti ch combinano design e scultura, materia e trasparenze, colore e neutralità, riaprendo nuovi orizzonti ai materiali lapidei sia nell’ambito privato che domestico, sia all’interno che all’esterno.
L’attenzione al materiale, alla sua lavorabilità, alla sapienza della manualità di un’esperta come la Urquiola, consentono di creare quel ponte tra artigianalità e quindi originalità del pezzo unico, alla tipica produzione in serie, quindi ad un processo industriale, senza tuttavia intaccare la preziosità della pietra naturale.
Patricia Urquiola è la donna più corteggiata dall’industria del design mondiale. Le parole chiave del suo lavoro sono: bellezza e comfort, ha come padri putativi i grandi del disegno industriale italiano: Bruno Munari, Achille Castiglioni, Vico Magistretti. Diverse sono le sue collaborazioni, quella che più colpisce è sicuramente il lavoro svolto per BUDRI, azienda leader nel settore di marmi e pietre naturali, un giardino incantato oversize interpretato da pezzi della collezione Landscape per Rosenthal, dove l’uso di materiali naturali come marmo, pietre e onice giocano insieme tra chiari e scuri, tra luce e ombra, tra bassorilievi e pattern, tra vuoti e pieni.
“È stato molto bello lavorare con Budri, perché mi hanno dato tante possibilità per quanto riguarda l’intarsio, per me è stata un’incursione in un campo molto interessante. Queste esperienze mi alimentano… lavorare con il marmo è l’esatto contrario dell’Industrial Design, perché il marmo è un ibrido molto potente, una materia storica, che continua ad essere reinterpretata. Con Budri abbiamo sviluppato un’esperienza molto stimolante perché hanno realizzato cose che per me erano impossibili da fare. Certi disegni che mandavo, pensando, – no questi sono impossibili da realizzare, invece eccoli qui. Questo è meraviglioso.”
A cura di Francesca Morano