Massimo Ferretti
Nacque a Chiaravalle nel 1935 e trascorse un’adolescenza , allietata solo dalla compagnia di suo fratello a causa di una malattia, l’endocardite reumatica che lo costrinse a ripetuti ricoveri ospedalieri. Con lo scoppio della guerra mondiale si trasferì con la sua famiglia in una cittadina nei pressi di Belvedere Ostrense. Le sue condizioni fisiche lo indussero all’isolamento e scrivere per lui ebbe quasi un effetto terapeutico. Iniziò a scrivere un diario che poi decise di distruggere. Ebbe scarsi risultati scolastici e la sua passione verso lo studio del pensiero di poeti come Rimbaud, Eliot e Montale lo spinsero a scrivere i suoi primi versi. Ebbe con il padre un rapporto conflittuale, dettato dal suo scarso interesse per lo studio. Pubblicò vari poemetti “Deoso” e “Allergia”, questi ultimi non ebbero un grande eco, ma Pier Paolo Pisolini ne pubblicò una parte su “Officina”.
Dietro pressioni paterne si iscrisse a giurisprudenza a Perugia ma con scarsi risultati scolastici. La morte suicida di un suo cugino lo sconvolsero terribilmente, attraversò un momento introspettivo molto delicato a causa dell’accaduto e la triste vicenda sfociò in un suo romanzo. Successivamente sempre appoggiato da Pier Paolo Pasolini pubblicò “La croce copiativa”. Iniziò una collaborazione con “Paese Sera”ed “Il Giorno” fino al 1963. Partecipò anche ad un concorso come programmista indetto dalla Rai, ma le sue cagionevoli condizioni di salute non gli dettero la possibilità di superare il concorso. Successivamente i rapporti con Pasolini si incrinarono a causa del suo interesse riposto per il Gruppo 63. e la loro collaborazione ebbe definitivamente fine con la pubblicazione de “Il Gazzarra”A causa della morte del padre fu costretto unitamente a suo fratello ad immergersi nell’attività commerciale. Studiò e perfezionò a Londra la lingua inglese. Nel 1968 stanco dell’attività commerciale ereditata dal padre l’abbandonò e riprese sempre più attratto dalla sua vocazione letteraria a scrivere e svolse anche l’attività di traduttore di testi di psicologia. Rimase incompiuto un suo romanzo e riuscì ad ultimarne solo tre capitoli perché nel 1974 la morte lo colse nel sonno. Riposa nel cimitero di Jesi e a lui è anche dedicata la biblioteca civica di Chiaravalle.
La solitudine
La mia piccola figura
Si è sentita tanto sola,
camminando per la strada
tra i cespugli smorti e secchi.
E ha viaggiato con la mente
La mia piccola figura,
perché avrebbe voluto volare
per non trovarsi lì.
(Luisa de Franchis)