MADIBA – ROLIHLAHLA PER SEMPRE
Ci sono uomini che pur morendo sono capaci e consapevoli di lasciare indelebili tracce per il loro operato e per la loro carismaticità.
Nelson Mandela è tra questi uomini. Dal 5 dicembre data della sua morte , ci restano i suoi pensieri ed i suoi alti ideali politici, che lo hanno insignito anche del Premio Nobel per la pace nel 1993. Dopo la fine dell’Apartheid è stato eletto primo presidente del Sudafrica. Nei suoi lunghi ventisei anni di prigionia ha utilizzato la poesia come mezzo per portare a conoscenza il mondo delle segregazioni razziali. E’ stato un uomo umile dotato di grande umorismo, che stranamente generano gli uomini che hanno subito gravi sofferenze nella vita. Gli furono attribuiti due soprannomi, il primo Madiba per la sua appartenenza etnica Xhosa e Rolihlahla perché dopo la sua nascita lo ritenevano portatore di guai. Il suo operato politico è stato determinante per la caduta del regime. Durante la sua detenzione ha trascorso gran parte del suo tempo leggendo libri, poemi, poesie, liriche perfezionando anche la sua conoscenza della lingua olandese ed inglese. E’ stato fortemente ispirato in questi anni bui da una poesia di William Ernest Henley che si intitolava “Invictus” che letteralmente significa mai sconfitto, trovando con essa stimolo per sopportare i lunghi anni di prigionia.Costituì un importante studio legale “Mandela e Tambo” supportando gratuitamente la difesa di uomini di colore che avevano ristrettezze economiche. Ha sostenuto organizzazioni per i diritti sociali e civili ottenendo anche alte onorificenze come il Bharat Ratna. Gli è stata conferita anche la cittadinanza canadese ed è stato uno degli uomini più acclamati della terra. Si è impegnato nella lotta contro l’Aids e nel 2008 ha anche presenziato ad un concerto organizzato per il compimento dei suoi novant’anni. Di religione cristiana sosteneva che tutte le rivendicazioni africane derivassero anche dal forte impegno missionario della Chiesa. A causa di una infezione polmonare le sue condizioni di salute si sono aggravate e dopo smentite anche su un suo stato vegetativo, è morto all’età di novantacinque anni. La sua casa di Soweto è attualmente un museo. Madiba Rolihlahla sarà nei nostri cuori per sempre.
(Luisa de Franchis)
La mia campagna
La mia campagna
Ha i colori bruciati dell’estate
il verde acceso con il grano maturo.
E poi ci sono zolle di terreno rimosso,
dove vi è erba secca attaccata.
Ed io
Non la coltivavo più questa campagna,
perché la natura aveva dato i suoi frutti.
Ed io li crescevo,
pensando che la campagna
potesse alimentarsi da sola.
Ma ci sono campi intorno
Che sembrano più belli ed allietanti,
anche se infondo poi
tutti fanno la stessa fine.
Ed io ho lavorato di nuovo
Ho sudato notte e giorno
Per rendere il mio possedimento
Di nuovo bello come allora.
E adesso aspetto,
aspetto che tu ritorni al mio campo,
e combatto a denti stretti
la delusione più grande
di questa vita mia.
(Luisa de Franchis)