Cari amici ed amiche quest’oggi tratterò un argomento che definirei quasi “fanta-scientifico”. L’ingegneria genetica sembra aver raggiunto nuovi traguardi: gatti che si illuminano al buio.

E’ ormai noto che al buio i felini vedono bene, ma da oggi, quelli usciti dai laboratori dell’Università della Corea del Sud, al fosco, li vediamo bene anche noi.

Infatti sono fluorescenti: illuminati dai raggi ultravioletti appaiono rossastri.

Come me, anche voi vi starete ponendo l’ovvia domanda del “Perché?”. Ebbene, i felini coreani dovrebbero aprire la strada alla produzione di animali test per lo studio di malattie umane.

I gatti dell’esperimento sono stati prodotti inserendo la proteina della fluorescenza rossa (RFP) nelle cellule epiteliali di una femmina. Queste cellule sono state poi impiantate nei suoi ovuli per ottenere dei cloni.

Secondo gli scienziati, gli esemplari creati ad hoc saranno d’aiuto nello studio di particolari patologie umane: il materiale genetico di un gatto donatore malato impiantato in un esemplare sano.

Insomma la fluorescenza ha funzione di un evidenziatore: mette in luce la destinazione del materiale impiantato.

Il ricercatore che ha condotto lo studio, Kong Il-Keun, afferma che le cellule luminescenti sono presenti in tutti gli organi e ciò dimostra che è stato individuato un sistema efficiente per modificare il patrimonio genetico.

Per la scienza, gli animali fluorescenti non sono una novità. Qualche anno fa da un laboratorio di Taiwan erano usciti i primi pesci luminosi, di colore verde, mentre nello scorso anno, lo stesso laboratorio aveva reso luminosi alcuni maiali.

Destino simile è stato riservato anche ad alcuni topi del California Institute of Technology, il cui Dna era scritto al contrario, ed ancora, una scimmia rhesus allo scopo di tracciare meglio le operazioni di trasferimento di materiale genetico.

Speriamo che questi tipi di ricerca che si avvolgono di sperimentazioni sugli animali, possano realmente essere utili.

A cura di Valeria Sorrentino