Convegno “LOVE MAKES A FAMILY” – Genitori Gay : tutti hanno diritto alla famiglia. Intervista al Professore Roberto Baiocco, psicoterapeuta e ricercatore della Sapienza
Gentili lettrici,
questa settimana la Redazione di DonnaFashionNews è stata ospite dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza dove si è tenuto il primo convegno sui diritti degli omossessuali e sulle nuove famiglie omogenitoriali. “Love makes family” è stato un momento di riflessione toccante al quale hanno partecipato studiosi e attivisti con le loro esperienze, le loro ricerche e il loro vissuto. E’ stato un momento di accrescimento culturale e di crescita personale di cui tutti i presenti hanno potuto beneficiare, avendo allo stesso tempo la possibilità di ampliare i propri orizzonti, assaporando la nuova comunione di anime che da questa manifestazione ne è scaturita. Un momento, appunto, per riflettere, per indagarsi e per guardare all’altro con meno pregiudizio. Un momento di comprensione della natura umana e di arricchimento delle proprie prospettive immergendosi per un attimo nella dimensione dell’altro. Love makes family è un convegno voluto fortemente dal professore universitario Roberto Baiocco, psicoterapeuta familiare e ricercatore confermato presso il Dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione della facoltà Medicina e Psicologia dell’Università La Sapienza e responsabile della consulenza di “6comesei”, servizio per l’orientamento sessuale e identità di genere.
“Love makes a family” – Ci può spiegare meglio cos’è? Perchè nasce questa iniziativa?
E’ un onore poter dire che “Love makes a family” è il primo convegno pubblico sull’omogenitorialità organizzato in Italia e finanziato interamente dalla Sapienza – Università di Roma. E’ la prima volta che l’Ateneo si schiera così nettamente a favore dei diritti gay e dimostra di voler contribuire attivamente al riconoscimento degli stessi. La cosa che più colpisce è la partecipazione attiva della cittadinanza e della realtà studentesca. Oltre 500 persone hanno riempito l’Aula Magna della Facoltà di Medicina e Psicologia, ma non erano solo addetti ai lavori come psicologi, psicoterapeuti, educatori o medici. Oltre il 50% erano invece architetti, ingegneri, giornalisti, studenti universitari oltre alla presenza delle istituzioni come gli Assessori di Municipio che ha gentilmente presieduto all’incontro. C’è anche grande soddisfazione per aver avuto sia il preside di Facoltà Cristiano Violani che il Co-rettore Tiziana Catarci ad aprire ufficialmente il convegno presentando la squadra di studiosi, esperti e associazioni che sono venute per intervenire.
I temi trattati quest’oggi hanno suscitato davvero molto interesse. Può spiegare alle nostre lettrici com’è cambiato il concetto di famiglia?
Sicuramente il concetto di famiglia è cambiato tantissimo. La percentuale di famiglie tradizionali è in effetti molto più bassa di quello che si pensa. Se solo pensiamo ai tanti casi di divorzio che ci sono stati negli ultimi anni possiamo già renderci conto che molto spesso non è l’unione tradizionale a rendere saldo un matrimonio, ma è l’amore alla base di esso. In questo caso la famiglia omogenitoriale è una realtà che interessa il 15% delle famiglie italiane, mentre un cospicuo 20% sono famiglie di stranieri che vivono in Italia e ben l’8% sono composte da genitori al di sopra dei 45 anni. La famiglia tradizionale è una delle diverse sfaccettature del panorama familiare in Italia; è forse il pezzo un pò più grande del puzzle, ma non per questo l’unica legittima.
Nel panorama internazionale come viene percepito questo tema e quali differenze ci sono con l’Italia? In breve, nel nostro paese cosa si pensa delle unioni omosessuali?
Contrariamente a quanto si possa pensare e nonostante il messaggio che un certo tipo di informazione fa passare, in realtà i dati raccolti in Italia sono molto simili a quelli del resto d’Europa sull’argomento. Le statistiche ci dicono che in Italia l’atteggiamento verso i gay e le unioni omosessuali è assolutamente positivo. Certo, le percentuali in alcuni paesi Europei, soprattutto quelli del Nord Europa, fanno pensare più ad un plebiscito in favore dei diritti omosessuali, ma anche in Italia le stime parlano di percentuali in aumento. Basta pensare che tra i giovani tra i 19 e i 25 anni sono oltre il 65% coloro i quali sono favorevoli alle famiglie omogenitoriali. Senza dubbio un cambio di prospettiva e di maggiore apertura verso l’altro specialmente tra le nuove generazioni. Al momento l’attuale classe dirigente politica proibisce l’adozione da parte dei gay e la procreazione medicalmente assistita è ritenuta illegale, mentre nel resto d’Europa non lo è. L’augurio è che i nostri giovani in futuro si possano allineare alla stessa sensibilità mostrata dai loro colleghi europei. Anche i nostri cugini spagnoli per esempio hanno leggi sul matriomonio che qui in Italia non abbiamo.
Perchè allora persiste questo concetto di eteronormatività? Molto spesso i giovani non si sentono liberi di esternare il proprio orientamento sessuale. E’ colpa della società?
Purtroppo nella nostra cultura passano degli stereotipi di genere molto forti e siamo spesso invasi da luoghi comuni. E’ difficile parlare di sentimenti ed emozioni che si allontanino dai clichè e che non abbiano già un’etichetta preconfezionata che possa incasellare il nostro modo di essere.
E come si può intervenire?
Sicuramente si dovrebbe partire dalle scuole. Basta considerare che sin da piccolissimi si leggono ai bambini fiabe e racconti che ricalcano in maniera ossessiva ogni stereotipo di genere possibile. L’uomo coraggioso e virile, poco amichevole, la donna invece più debole che puntualmente necessita di essere salvata oppure la donna un pò frivola, seduttrice e spesso poco istruita. Tutto ciò rischia fortemente di creare un concetto inconscio di sudditanza verso la figura maschile ed allo stesso tempo giustifica l’uomo ad assumere atteggiamenti prepotenti. Oggi l’uomo ha sviluppato un senso di possessività sulla donna molto forte al punto da considerarla qualcosa di sua proprietà. Questo sentimento è alla base di quel fenomeno angosciante del femminicidio, spesso di tutti i delitti passionali, senza considerare tutti i casi di violenza sulle donne di cui si sente spesso parlare.
Verso quale futuro andiamo? Ci sarà meno omofobia sociale? Oggi vediamo ancora troppo spesso episodi di violenza verso i gay…
E’ un periodo di cambiamenti importanti. Come ogni periodo di cambiamento può portare ad un rigurgito di omofobia. Un aumento del fenomeno è però del tutto fisiologico e storicamente prevedibile, ma presto dovrebbe ridimensionarsi per poi scomparire. Qualsiasi momento di cambiamento nella storia porta le fazioni più estreme a ribellarsi e purtroppo molto spesso lo fanno usando la violenza. Ad esempio anche in Francia quando si discuteva delle unioni gay al governo, le richieste d’aiuto nel paese delle coppie gay erano aumentato enormemente perchè erano spesso oggetto di intimidazioni.
Cosa può fare il governo per dare pari diritti ai gay e alle lesbiche? E cosa può fare la Chiesa? Sembra che l’attuale papa abbia aperto alle unioni gay dichiarando che anche i gay sono figli di Dio…
Il governo potrebbe dare legittimità alle unioni gay ed anche più diritti ai singoli. Le attuali leggi non vanno in questa direzione e, come in altri casi, sono fonte di stress per le minoranze che sentono la loro posizione nella società costantemente messa in discussione. Non è un segreto che spesso i governi sono stati vessati dal volere della Chiesa, ma questo oggi non può più accadere in uno Stato che si professa laico e che dovrebbe ascoltare le esigenze di tutti. Le parole di Papa Bergoglio fanno indubbiamente piacere, ma la religione cattolica è solo una delle tante religioni professate in Italia. In passato c’è sempre stata grande chiusura su questi temi, oggi qualcosa sta cambiando ma bisogna vedere se alle parole seguiranno anche i fatti. Vedremo cosa accadrà.
Grazie mille Professore per il tempo che ci ha concesso e le rinnovo i complimenti per il grande evento che ha brillantemente organizzato e coordinato con la speranza che, come diceva in chiusura di convegno, paradossalmente non ce ne sia più bisogno di eventi come questo in futuro. Perchè vorrebbe dire che tutti avranno capito che l’amore esula da etichette di genere. L’amore va ben oltre certi schemi.
Alla prossima gentili amiche di Donna Fashion News.
Buona settimana!
A cura di Andrea Calvello