La vita non è ciò che accade, ma ciò che facciamo con quello che accade…
Cara Rossella,
non sono soddisfatta della mia vita, delle scelte che ho fatto, sia nel lavoro che negli affetti. Penso a come sarei stata diversa se avessi sposato il mio fidanzato dell’epoca che mi amava molto e che i miei indussero a lasciare perché non volevano che andassi all’estero, dove lui lavorava. All’epoca studiavo medicina, avevo completato tutti gli esami del terzo anno…Non mi sono più laureata, malgrado avessi capacità ed intenti…Una vita “sprecata” la mia, senza figli, fra i tradimenti di quello che poi è diventato mio marito e le delusioni di un lavoro precario, non adatto a me. Non ti scrivo questo perché mi trovo in un periodo di crisi : da sempre mi arrovello su come sarebbe stata diversa e sicuramente migliore la mia vita se avessi sposato l’uomo che amavo, se avessi vissuto in un altro continente, se fossi diventata medico,se non avessi ascoltato i miei genitori…
Maria Francesca
Cara Maria Francesca,
non sei la sola a tormentarti pensando a come sarebbe stata la vita se al posto di un “no” ci fosse stato un “si”,imboccando un cammino invece di un’altro. Sull’argomento ne hanno anche fatto un bellissimo film, “Sliding Doors” tratto da “Destino cieco” di Kieslowski sul tema del caso e del libero arbitrio. Di quale strada abbiamo preso, di ciò che sta accadendo e provocando un cambio di direzione ce ne accorgiamo sempre tardi e certi “segnali” non li vogliamo cogliere. Spesso siamo “fuori tempo”, agiamo in anticipo o in ritardo e solo dopo ci rendiamo conto che, se avessimo o non avessimo detto quella parola o fatto quel gesto, le cose sarebbero andate diversamente. Quindi la scelta più difficile non è solo quale sia cosa giusta ma anche il momento giusto!
“ Cosa sarebbe successo se…” questo pensiero, che a volte può diventare un tormento, inizia nel momento di insoddisfazione in cui ci si rende conto che la “vecchia vita” è al termine e ne sta iniziando una nuova, quando il dispiacere per un’occasione persa, per un amore perduto inizia a rovinarci l’esistenza creandoci uno “stallo” invece di darci la possibilità di andare avanti, senza rimuginare sul passato.
Ragioniamoci su: potresti davvero avere la certezza di come sarebbero andate le cose se avessi preso una strada diversa? Certo, tutto può succedere. Se anticipi di un minuto o lo ritardi; se incontri un amico e ti fermi a parlare oppure se lo ignori e passi oltre; se attraversi o resti su quel marciapiede; se ricambi un sorriso o resti impassibile…La vita è piena di scelte e di dubbi e non è semplice decidere di continuare sul percorso stabilito o cambiarlo, spesso a costo di dolore e lacrime e tanto, tanto coraggio. Non è facile sapere cosa si vuole, essere tanto determinati per ottenerlo, avere l’intuito e capire quando bisogna cambiare direzione per il nostro bene. Spesso, chi non vuole ammettere la responsabilità di un insuccesso o, al contrario, affidando il proprio successo al “caso” parla appunto di “destino”, supponendo che gli accadimenti siano regolati, determinati da una dimensione sovrannaturale che rende quindi “impotenti”, asserendo che all’essere umano nessuna scelta è concessa e che ogni tragedia o commedia consumata in questa esistenza terrena è solo frutto di una regia ben precisa, crudele o benevola, cui noi poco possiamo. Quasi una scusa per fuggire dalle proprie responsabilità, per non ammettere di aver fatto la scelta sbagliata,nell’illusoria certezza di non essere colpevoli, almeno non in buona parte, di ciò che è accaduto.
A noi quindi nessuna libertà di decidere, nessun libero arbitrio. In questo modo la scelta non dipende da noi, essendo già tutto predeterminato.
A meno che non ci sia un potere esterno che determini una scelta ben precisa, fuori della nostra volontà, penso che, parallelamente al libero arbitrio, ci sia un filo sottile che unisce le scelte ad una “trama” già predisposta; che esista un continuo combinarsi di circostanze, situazioni, coincidenze, impercettibili insignificanti ed infinitesimali accadimenti la cui ultima decisione spetta a noi, al nostro intuito, al nostro ragionamento, alle conseguenze di azioni od omissioni.
“Noi non siamo quello che crediamo di essere
ma ciò che riusciamo a fare di noi stessi
in relazione alle circostanze”.
A cura di Rossella Argo
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