Marrakech in otto tappe
Oggigiorno, grazie al fenomeno della cosiddetta “sanckizzazione della vacanza”, si assiste ad un turismo sempre più mordi e fuggi, giusto dedicare qualche giorno alle mete prescelte. Rientra in queste destinations anche una città che per anni è stata meta di grandi viaggiatori: Marrakech.
Sempre più turisti chiedono di visitare la città in minor tempo possibile ed averne, al contempo, una visione d’insieme che sia il più possibile esaustiva e completa.
Il compito, allora, che ci si prefigge, è proprio quello di visitare questa magnifica città in otto semplici, ma imperdibili tappe.
Iniziamo dalla prima: Piazza Jemaa el Fna. Chiunque sia stato a Marrakech definirà questa piazza come uno dei luoghi più belli della città e ci si ritroverà più volte a passeggiarvi. E’ una piazza immensa che cambia aspetto e vita col trascorrere delle ore della giornata. Sicuramente, col fenomeno del turismo di massa, ha perso molto del suo originale fascino di esoticità e tradizionalità che la caratterizzava. Negli ultimi tempi sempre più turisti sono assediati da venditori di souvenir (con prezzi anche talvolta più alti rispetto ad altri luoghi). Nella piazza il turista trova di tutto, dal venditore di acqua fino all’incantatore di serpenti che, con le sue movenze e le sue note, non incanta solo i serpenti… La sera il luogo si trasforma: arrivano i banchine per mangiare coi loro fumi. Si cena sempre con cifre assai modiche, ma i prezzi restano comunque più alti che altrove. Una delle cose da non perdere assolutamente della Piazza è sicuramente quella di ammirare il tramonto da una delle terrazze presenti qui; la più famosa è Le Grand Balcon Cafe Glacier, uno dei luoghi più conosciuti dai turisti dove per prendere anche solo una bevanda fresca sarete costretti a sgomitare parecchio.
Altro luogo da non perdere, tipico delle città arabe, è il Souk. All’improvviso ci si ritrova catapultati un una tavolozza piena di colori che riempiono gli occhi. Qui è possibile acquistare di tutto, dagli accessori per donna fino al cibo. Per chi è votato allo shopping, qui potrà sbizzarrirsi quanto tempo vorrà, così da soddisfare ogni suo bisogno.
Terza tappa del nostro viaggio in giro per Marrakech, è sicuramente il Giardino Majorelle, una delle attrazioni più incredibili della città. Situato fuori dalla città vecchia, fu costruito dall’artista Jacques Majorelle che si trasferì in Marocco ad inizio secolo. Dopo la morte del fondatore fu ripreso dal famoso stilista Yves Saint Laurent, il quale ne curò l’arricchimento di piante. All’interno del giardino sarà possibile trovare anche un memoriale al famoso stilista e tantissime varietà di cactus e palme, oltre che fiori arancioni ed alcune belle vasche con pesci. Gli elementi in muratura del giardino, i quali ricordano che ci si trova in un luogo voluto dall’uomo, sono di un bel blu elettrico, per questo ha preso il nome di Giardino BLU di Majorelle.
Addentrandosi sempre più nella cultura marocchina, è d’uopo visitare Medersa Ben Youssef, la vecchia scuola coranica. La bellezza del luogo è racchiusa nell’edificio, costruito nel 1565. Esso è uno dei luoghi più belli della città in quanto, al suo interno, è possibile sentire quelle vecchie atmosfere che si potevano respirare in molte zone della città, e che oggi, vista la globalizzazione, sono rimaste sono in alcuni luoghi, e questo palazzo è uno di quelli.
Altro palazzo che merita una visita è il Palazzo della Bahia, un edificio molto raffinato con soffitti decorati e portali meravigliosi in legno e pietra. Gli arredi sono talmente assenti, infatti il tempo della visita lo si trascorre tutto col naso all’insù, dove troveremo dei soffitti che difficilmente troveremo altrove. E’ un susseguirsi di saloni, salette, stanze, una più bella dell’altra.
Molto più piccolo del palazzo della Bahdia, fu progettato dal fratello dell’architetto del Palazzo della Bahia. Quel che gli manca in dimensioni, è guadagnato in bellezza. Anche se è tenuto peggio, e in alcuni punti casca un po a pezzi, è davvero bello. Forse la vera sorpresa di questo viaggio.
Quando si visita una città musulmana, non si può perdere la visita ad almeno una moschea; e a Marrakech la più bela è quella di Koutoubia, con i suoi giardini. Purtroppo ai non musulmani è vietato l’accesso, ma la si può godere da fuori. Il minareto è l’edificio, per legge, più alto di tutta la città e servirà all’orientamento.
Ultima tappa della nostra breve visita sono le Tombe Sadiane, le 66 tombe reali di un’antica dinastia marocchina. Rimaste segrete al mondo fino agli anni ’20, sono abbastanza in buono stato. Per accedere si passa da uno stretto passaggio, che mi ha ricordato l’idea di Petra. Dentro, ci sono 3 sale (delle colonne, di preghiera, padiglione centrale…) e un giardinetto con anemoni di uno strano viola e tanti gatti randagi. Si visitano in poco tempo, massimo 30 minuti se non c’è folla, ma ne vale la pena.
I portoni di legno di cedro e fregi di stucco sono notevoli. I sepolcri sono in marmo di Carrara! Se alzate gli occhi vedrete la torre con il nido di cicogne. Poco fuori invece vi troverete sulla sinistra il quartiere della Kasbah e sulla destra il bel minareto della moschea della Kasba.
Purtroppo il tempo è tiranno, come si suol dire, ma ciò non ci ha impedito di visitare come si deve la bella Marrakech, che continuerà a restarci nel cuore con i suoi profumi, i suoi suoni e la sua tradizione che affonda le radici nella storia dell’umanità.
A cura di Luigi Del gaudio