Donna-moda e uomo-spettatore
“Nella moda vanno considerate le brave ragazze”, parola di Cavalli&Cavalli. Interpretiamo il tutto. Come è giusto che sia la donna oggi? Femminile, intelligente, seria, curata, disponibile, taciturna quando si richiede, essenzialmente donna. Cosa vogliono gli uomini? La quintessenza della donna, leggermente sottomessa, che gli permetta di continuare ad espletare il loro ruolo nel miglior modo possibile, con un bisogno incessante di esprimere il loro savoir-faire di stampo maschilista. Un femminismo ed un maschilismo apparentemente in idiosincrasia ma con infiniti punti intersecati. Una donna estremamente affascinante nell’ambito inglese: Mary Wollstonecraft, una filosofa e scrittrice britannica, considerata la fondatrice del femminismo liberale. Nella sua opera “La rivendicazione dei diritti della donna” la Wollstonecraft afferma che ‘le donne devono ricevere un’educazione alla misura della posizione occupata nella società, specificando che tutte le donne sono essenziali per la nazione nella quale vivono, dal momento che educano i loro figli e sono – o potrebbero essere – le «compagne» dei loro mariti e non semplicemente delle spose. Invece di considerare le donne una sorta di ornamento della società e un oggetto di mercato in occasione del matrimonio, esse sono, in quanto esseri umani, titolari degli stessi diritti fondamentali riconosciuti agli uomini’. Forse è sulla parola ‘diritti fondamentali’ che si è speculato un po’. Quando alludiamo all’idea di considerazione dovremmo porre il nostro dire soprattutto sulla concreta concezione del termine ‘rispetto’, ovvero, ‘non donna oggetto’. Un’equiparazione di diritti che tende a non porre in essere la delicatezza femminile che non dovrà mai smettere di esistere. L’acume intellettivo di un individuo può semplicemente esemplificarsi attraverso delle leggiadre movenze che rendono ogni persona speciale perché intuitiva ed utile in una società in cui il superfluo non ha più ragione d’essere e dove permea l’improvvisazione cognitiva e comportamentale che ci contraddistingue essenzialmente dagli animali. Questa è anche moda. Uno stile Marylin, esemplificato nella figura di Rita Ora, testimonial della campagna autunno/inverno 2014/15 di Roberto Cavalli, mille miglia lontano dall’ideologia della Wollstonecraft ma due emblemi del tutto ‘sani’. Una donna che può spendere ed è consapevole di quello che acquista. Si è giunti ad un punto in cui la linea di confine tra volgarità e sensualità é molto sottile e varcarla dipende spesso dalle donne stesse. Non tutte sanno ‘trattare’ un abito. Oggi la donna ha più cultura, consapevolezza e maturità. Ma cosa ne pensano i maschilisti? A partire dagli anni sessanta i maschilisti hanno cominciato ad ostentare prosopopea nei confronti delle donne, vedendole come prototipi inferiori intellettualmente. Al contempo le femministe palesavano una superiorità intellettuale della donna sull’uomo. Presumibilmente entrambe le figure appaiono estremiste e disequilibrate, sicuramente non caratterizzazioni di miglioramento personale e sociale ma frutto di un malessere che oggi stesso si evidenzia nel dissesto sociale e in un anti-gusto che fortunatamente non si palpeggia nella moda ma nella pochezza di astrattezza e brio che dovrebbe profilarsi al di dentro delle nuove strutture architettoniche. Moda per un uomo? Sempre e comunque bellezza interiore e esteriore (checché se ne dica!).
A cura di Ilaria Rita Motti