Varsavia guarda al passato dall’alto dei suoi grattacieli
San Paolo Giovanni Paolo II artefice di una Polonia libera
Varsavia, nonostante abbia alle spalle una storia particolarmente travagliata, ha conservato caratteristiche che l’accomunano alle altre capitali dell’occidente europeo. Il brillante connubio tra antico e moderno e il suo spirito giovane la rende una città unica, esuberante, movimentata e piena di vita, in cui vivono moltissimi giovani. Situata nel cuore dell’Europa, il Paese è stato in passato un luogo di unione e di divisione tra l’Europa dell’est e dell’ovest. Il fervore religioso ha sempre aiutato i polacchi in tutti gli eventi tragici e non a caso il primo pellegrinaggio in Polonia di San Giovanni Paolo II fu proprio fatto a Varsavia nella piazza Pitsudski nel giugno del 1979 quando la Polonia era sotto il dominio sovietico e, durante la Santa Messa, davanti a cinquecentomila persone, pronunciò le significative parole «Venga il tuo Spirito e rinnovi il volto della terra, di questa terra! ». Prima della messa il Papa depose dei fiori presso la Tomba del Milite Ignoto, scrivendo sul registro “Al Milite Ignoto della Polonia – Giovanni Paolo II, figlio di questa terra”.
La caduta del comunismo possiamo dire è iniziata con la visita del Papa e le parole pronunciate che portarono alla nascita del sindacato Solidarnosc ed al riscatto del popolo. Oggi sono tanti i nostri connazionali che vengono in Polonia sulla scia dei ricordi di San Giovanni Paolo II, il primo Papa polacco nella storia della Chiesa cattolica e il primo vescovo di Roma non italiano dopo 450 anni. Al Santo è dedicato un museo grazie alla donazione di una collezione privata di 450 dipinti e sculture di arte occidentale europea donate alla chiesa. La collezione, che contiene anche un Renoir e un Van Gogh, è esposta in otto sale dedicate al museo ospitato nell’ex edificio della Borsa e Banca nazionale.
Oggi il Paese, che conta otto milioni di visitatori all’anno, è quello che meglio risponde alle aspettative del turista. Varsavia è collegata con Roma con numerosi voli e dopo meno di due ore e mezzo si arriva comodamente all’aeroporto Warsaw Chopin, situato a soli 13 chilometri dal centro cittadino, che si raggiunge con un efficiente servizio ferroviario metropolitano. La stazione ferroviaria principale “Centralina” si trova nel cuore della città, a pochi passi dal Palazzo della Cultura e della Scienza, eretto in soli tre anni quale dono dell’Unione Sovietica e per questo non molto amato. Una favola metropolitana vuole che i grattacieli, costruiti all’indomani della liberazione dall’Unione Sovietica, sono stati collocati in modo da coprire quel gigante alto 231 metri con oltre ottomila stanze. Per le informazioni turistiche di Varsavia è attivo il sito www.warsawtour.pl. dell’Ufficio turistico di Varsavia diretto da Barbara Tekieli. Per informazioni sulla Polonia si può consultare il sito dell’ Ente Nazionale Polacco per il Turismo: www.polonia.travel/it. Per visitare la capitale è consigliabile l’inizio dell’autunno quando si svolgono molte manifestazioni culturali e musicali. Chopin, il più prestigioso figlio di questa terra, da bambino prodigio, fu educato a Varsavia e tanti sono i concerti, che propongono la sua musica, come quelli che si tengono fino alla fine di settembre nel parco reale di Lazienki, sotto il monumento a lui dedicato. Il parco è una delle mete preferite delle passeggiate dei cittadini di Varsavia e dei turisti, dove non è consentito circolare in bici per non disturbare i numerosi scoiattoli. Incantevoli sono gli edifici storici al suo interno: il Palazzo sull’Acqua, che si riflette con il suo colore bianco nel laghetto artificiale; l’Anfiteatro estivo e l’Orangerie, in cui è collocato il teatrino di corte. Il centro storico di Varsavia, per la sua perfetta ricostruzione dopo la II Guerra mondiale, è stato inserito nel Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Nella piazza della città vecchia vi è il Castello Reale, costruito agli inizi del XV secolo. Fu trasformato più volte e poi completamente distrutto durante gli eventi bellici. All’indomani del disastro i cittadini, salvarono piccoli e grandi frammenti per ricostruirlo ed oggi è diventato un museo. Le perle della collezione sono rappresentate dai due dipinti di Rembrandt, nonché dalle vedute settecentesche del Canaletto, che furono di grande aiuto durante la ricostruzione della città.
Per poter meglio comprendere la storia e la forza di ripresa del popolo polacco occorre visitare “Il Museo dell’Insurrezione di Varsavia”, finanziato dalla città, che risale a dieci anni fa e che a tutt’oggi ha registrato cinque milioni di visitatori. Su di una superficie di tremila metri quadrati si possono vedere mille reperti oltre ad un filmato in 3D che mostra la città distrutta dalla furia nazista. All’interno sono anche esposte macchine tipografiche che servivano per stampare manifesti di propaganda e giornali ciclostilati. Per non dimenticare il lavoro di tanti che sacrificarono la loro vita, oggi ci sono alcuni anziani che da volontari prestano il loro aiuto, testimoniando con silenziosa dignità il dramma dei campi di concentramento da cui sono riusciti a fuggire, come Henryk Wasilewski, che all’epoca aveva 26 anni. L’atmosfera nel museo è cupa e si può anche ascoltare un suono simile al battito del cuore, che intende ricordare soprattutto alle giovani generazioni la vita di Varsavia nel 1944.
A cura di Harry di Prisco