Io e Te
Care lettrici e cari lettori,
il 26 Ottobre è uscito nelle librerie il nuovo lavoro di Niccolò Ammaniti; “Io e Te”.
L’autore romano è ormai uno stabile punto di riferimento per il panorama della letteratura italiana; il suo debutto risale al 1994 con il libro “Branchie” (inizialmente pubblicato Ediesse ed in seguito acquisito dalla Einaudi) ed in seguito una serie di lavori più famosi come la raccolta di racconti “Fango”, o il romanzo “Ti prendo e ti porto via” (che, per la cronaca, ha ispirato Vasco Rossi per l’omonimo successo).
Il vero successo è però scoppiato quando, nel 2003, Gabriele Salvatores ha portato sul grande schermo il film del romanzo “Io non ho paura”(pubblicato nel 2001) riscuotendo uno straordinario successo.
Ammaniti non è certo uno scrittore estraneo al mondo del cinema; infatti anche Marco Risi ha portato nelle sale un lavoro dello scrittore Romano, “L’ultimo Capodanno”(con un cast di buon livello che presentava tra gli altri Monica Bellucci, Claudio Santamaria, Iva Zanicchi, Giorgio Tirabassi e Max Mazzotta) ed ha curato il soggetto de “Il siero della Vanità” di Alex Infascelli, infine Gabriele Salvatores ha diretto nel 2007 il film di “Come Dio comanda” (altro Lavoro di Ammaniti, vincitore peraltro del premio strega).
Il suo nuovo lavoro (successivo a “Che la festa cominci” pubblicato nel 2009) presenta tutti i tratti caratteristici dei lavori di Ammaniti; la trama è molto semplice, un ragazzino introverso finge di essere stato invitato dagli amici a trascorrere una settimana bianca mentre è intenzionato a passare sette giorni in completa solitudine e tranquillità nascosto nella cantina del palazzo.
Qui, un po’ per caso incontrerà la sorellastra con la quale si troverà a trascorrere, forzatamente, questa sua vacanza e con la quale imparerà a condividere idee e sentimenti, finendo alla fine per condividere un rapporto affettuoso di complicità.
Ammaniti ancora una volta ci propone uno spaccato della società italiana dagli occhi dei suoi protagonisti preferiti, i distaccati e gli emarginati, quasi a voler offrire un parere di chi vede la giostra della vita, senza essere intenzionato (o alle volte senza riuscire) completamente a salirci sopra e partecipare.
Visti i protagonisti del romanzo e l’ambientazione la vena Noir di Ammaniti viene un po’ ridimensionata rispetto al solito (senza però rinunciare ai suoi tipici stralci al limite del pulp con risvolti e descrizioni psicologiche), quello che però non manca del suo stile è l’attenta descrizione dei personaggi che rende quasi impossibile non immedesimarsi negli stessi o, quanto meno, appassionarvici.
Il libro non deluderà i fan storici di Ammaniti, senza però aggiungere molto allo stile dell’autore, e, per un nuovo lettore dello scrittore, potrebbe essere un buon testo per avvicinarsi ai suoi lavori, ma non è assolutamente sufficiente per conoscere e apprezzare completamente lo stile dell’autore.
A cura di Andrea Sangiovanni