Giovani talenti che fuggono all’estero: martiri di un’Italia senza futuro

Tra Jerzu, in Sardegna, e Londra ci sono solo poche ore di aereo. Ma in termini di possibilità lavorative, Marika Serra, ingegnere civile di 25 anni, ha trovato un altro mondo. Partita dal suo paese d’origine, nell’Ogliastra, a gennaio 2014, dopo una breve permanenza nel donna 11nord dell’Inghilterra devia per la capitale. E ora lavora nel più grande cantiere d’Europa: il progettoCrossrail, una connessione ferroviaria rapida che passerà sotto la capitale inglese “e la attraverserà da ovest ad est”, spiegaMarika. Il progetto promette di cambiare ‘il modo di viaggiare aLondra‘, si legge sul sito: “Il cantiere è enorme (oltre 10mila persone impegnate in oltre 40 siti, ndr) e comprende numerose stazioni – aggiunge Marika -. Io lavoro a Farringdon station da giugno”. Il percorso per arrivare a Londra è fatto di scelte. “Dopo la laurea triennale, ho iniziato gli studi specialistici a Cagliari, ma non li ho mai terminati – racconta la venticinquenne -. Pur ritenendo che la laurea italiana dia delle solide basi, consideravo gli studi troppo teorici”. Inoltre “mi sono resa conto che molti dei miei colleghi con laurea specialistica e master non riuscivano comunque a trovare lavoro, anzi. Spesso si ritrovavano a dover lavorare gratis pur dovendo sostenere delle spese e tutto ciò mi preoccupava. Quando venivo in Inghilterra, cosa che capitava abbastanza spesso, invece incontravo ragazzi che già a 23 anni avevano un impiego. E la cosa mi attirava”. Pubblicità Così, nonostante i suoi amici le avessero sconsigliato di andar via senza aver completato l’intero ciclo di studi,Marika ha fatto le valigie, ed è partita insieme a Samuele, il suo ragazzo, che in Italia aveva una ditta di traslochi che è stato costretto a chiudere per le troppe tasse e a trasferire oltremanica. Insieme hanno ricominciato. E Marika ha smentito chi le diceva che non ce l’avrebbe fatta. “Sono arrivata con l’idea di fare un master – spiega – nel frattempo ho mandato alcuni curricula e ho trovato un tirocinio di tre mesi in una piccola ditta che faceva ristrutturazione di case, pagato mille sterline al mese. Dopo due settimane il datore di lavoro mi ha offerto un contratto a tempo indeterminato”. Ma il destino è dietro l’angolo e le riserva una bella sorpresa. “Tre giorni dopo, ho ricevuto invece l’offerta dalla ditta per la quale lavoro attualmente, che fa parte del progetto Crossrail. Un lavoro di dimensioni totalmente diverse, a cui non si poteva dire di no”. Dopo il colloquio, Marika inizia il suo lavoro che comprende “sia la parte burocratica, sia la parte in cantiere, dove controllo che tutto sia fatto rispettando il progetto. Lavoro qui da cinque mesi, ma devo dire che pur avendo appena iniziato, ho molte responsabilità. Quando mi hanno assunta, quello che cercavano, oltre i miei studi, era soprattutto la mia passione e la mia voglia di crescere nella loro azienda. Mi hanno detto ‘ti prendiamo per insegnarti il mestiere, ci interessa che tu cresca con noi’. Così mi hanno offerto subito un contratto a tempo indeterminato e molti benefit, oltre che continui corsi di aggiornamento”. Un sistema diverso dall’Italia: “Vedo più meritocrazia, ma anche una responsabilizzazione maggiore: ti danno un obiettivo e tu devi raggiungerlo. Loro ti danno fiducia, poi sta a te giocare le tue carte”. E se la partenza del primo treno è prevista per il 2018, la mente diMarika viaggia già più lontano: “Tra quattro anni spero di avere responsabilità ancora maggiori in questa ditta, perché penso che sarò ancora qui. Non credo che l’Italia potrà mai offrirmi qualcosa allo stesso livello. Pur essendo molto attaccata al mio Paese, non mi va di rientrare in un sistema dove se vuoi lavorare devi conoscere qualcuno. E mi dispiacerebbe non inseguire il mio sogno di essere un ingegnere civile”.