.. NON E’ VERO, MA CI CREDO..
Quante volte ci siamo chiesti: “ è pura suggestione, oppure i fantasmi esistono?… Non è vero, ma ci credo….”, è questa la domanda e la risposta, che ci poniamo ogniqualvolta sentiamo un rumore sospetto di una porta che si schiude senza che soffi un filo di vento, oppure il calpestio di passi ovattati che percorrono il solaio del nostro appartamento. Presenze di fantasmi tra i vicoli di Napoli, oppure nelle case antiche, che racchiudono leggende secolari, fatte di inganni, sentenze, esecuzioni ed abbandoni; ma anche di amori felici o rubati che hanno determinato la storia dei tempi nostri. Non sempre però, queste possono definirsi leggende, perché esistono fatti di vita realmente vissuti, e c’è chi per curiosità, o passione, li studia, e ne ha fatto diventare un lavoro. Giornalista molto nota, e massima esperta di esoterismo a livello Nazionale è Annamaria Ghedina, caporedattrice del giornale “LO STRILLO” e autrice di best-seller, da sempre studiosa di fantasmi, e dell’arcano che regna intorno a loro. Figlia di madre napoletana, è nata e vissuta a Milano, ma poi ha deciso di trasferirsi nella meravigliosa Napoli, adottando perfettamente usi, costumi e dialetto, vivendo in una città solare, fatta di rumore, di gente che popola le strade, ma anche ricca di misteri. Autrice di libri come IL RITORNO DEL PRINCIPE DI SANSEVERO , FANTASMI A NAPOLI, e SPETTRI E FANTASMI DI ROMA, ha dedicato 12 lunghi anni di studio, per riuscire a ricostruire e raccontare attraverso la sua penna, la sanguinaria storia di Giuditta Guastamacchia con L’IMPICCATA DELLA VICARIA. Un libro verità, che ha presentato al TEATRO DIANA in Via Luca Giordano a Napoli, in occasione dell’incontro tra scrittori e cittadini, un iniziativa da parte del teatro e del Direttore Artistico CLAUDIA MIRRA, che hanno iniziato l’anno 2015 con un successo che segue la scia di quello che abbiamo lasciato da poco alle spalle. Sempre più affollata di ospiti la saletta del Diana, curiosi di ascoltare la prefazione del libro, e la storia di questa giovane donna, bella e ammaliatrice, che uccise in maniera efferata suo marito, insieme ai suoi complici, quali il padre, un chirurgo, un barbiere ed il sicario. Una storia che non nasce dall’immaginario delle persone, ma da una vicenda realmente accaduta tra la fine del 700 ed inizi dell’ 800, che siamo venuti a conoscenza, dopo un’ accurata ricerca da parte della scrittrice. Il processo avvenuto presso il vecchio tribunale di Napoli a Castel Capuano (ex Gran Corte della Vicaria), condannò prima alla prigionia, e poi all’impiccagione la giovane assassina e i suoi complici, e come prevedeva la legge in quei tempi, per quel genere di omicidio, ai condannati furono amputate testa e mani, appese poi alle mura della Vicaria, dopo l’esecuzione esemplare, avvenuta pubblicamente nella piazza. Nulla si sapeva di questa storia, perché gli atti del processo furono distrutti insieme a tanti altri documenti di processi penali dell’archivio di Stato, dal Re Ferdinando IV (forse per nascondere fatti e misfatti del periodo della rivoluzione partenopea), l’unica testimonianza erano, e sono tutt’ora, i teschi conservati ed esposti al Museo di Anatomia del 600 di Napoli, Federico II. Ecco che Annamaria Ghedina, in occasione di una ricerca sui musei scientifici, fatta presso lo stesso museo di anatomia, venne a conoscenza del reperto di Giuditta, grazie al vecchio direttore Vincenzo Mezzogiorno, che non seppe fornirle ulteriori informazioni riguardo la vicenda. Appassionata e predisposta verso l’esoterismo, Annamaria fu incuriosita dal fatto che Giuditta, pareva volesse essere messa alla luce; fatto strano fu, che nel momento in cui il teschio venne riposto nella teca, dopo essere stato prelevato per una documentazione fotografica, tutte le luci del museo si spensero, come se fosse stato un segno, di non voler tornare nuovamente nell’anonimato. Altra coincidenza particolare, fu la ricerca dei dati e cose riguardanti l’accaduto, un impresa piuttosto difficile, in quanto non c’era scritto un granché , ma che per caso Annamaria ne venne in possesso attraverso fotocopie di un diario, pervenute direttamente a casa sua, con appunti riguardanti questa vicenda. Insomma tutte strane coincidenze che portano ad un unico obiettivo, far conoscere e rivivere la storia di Giuditta Guastamacchia, definita anima bianca e fantasma degli avvocati, che ancora oggi si aggira nelle sale del vecchio tribunale, portando scompigli tra le carte degli archivi. Una libro che merita di essere letto per il racconto della ferocia e la crudeltà innata in questa donna, che usava la sua seduzione per plagiare gli uomini, e anche per il periodo storico in cui è ambientato. Il pubblico presente, ha avuto il piacere di ascoltare la “napoletanissima” ospite, ANTONELLA STEFANUCCI, famosa attrice della fiction “CAPRI”, ed al fianco di Vanessa Incontrada in “UN’ALTRA VITA”, che ha rappresentato con la sua ineguagliabile voce, le parole di Giuditta in alcune letture. A darne invece un volto, è stato il pittore ARMANDO JOSSA, che lo ha raffigurato in un dipinto, con un fondo di colore rosso come il sangue, che la donna ha versato in maniera agghiacciante, per uccidere suo marito. Un volto angelico, che il pittore ha realizzato studiando i tratti somatici del teschio, un dipinto che, anche in questo caso ha dell’assurdo; infatti avendo realizzato 3 raffigurazioni di diversa morfologia del volto, ne è emersa una sola, perché le altre due tele, sono state involontariamente rovinate; una, da un solvente caduto sulla tela e l’altra stranamente crepata non si sa come…..quindi il volto di Giuditta rimane uno solo, cioè quello della tela intatta ! Ospite d’eccezione, il giornalista storico della Rai del TGR Campania ERMANNO CORSI che non si è risparmiato con la sua critica positiva, definendo la scrittrice narratrice di storie “orrorose”, dove si sente a proprio agio nel raccontare esoterismo, magia e storie di fantasmi, di una città con sottofondi agghiaccianti. Relatore ed introduttore dell’evento è stato ANTONIO D’ADDIO , giornalista, e vicedirettore del giornale Lo Strillo. Il libro ha già avuto grandi conferme di successo, perché si parla di una rappresentazione teatrale ed anche di una fiction televisiva, dove attraverso il grande schermo si portano alla luce fatti e verità di una Napoli affascinante, misteriosa, anch’essa ammaliatrice, che ruba il cuore di chi la visita; e la voglia di ritornare, questa volta non dipende dall’arte culinaria, ma dalla storia e l’esoterismo che si cela dal centro storico di Piazza Del Gesù, fino ad arrivare a Piazza Garibaldi, dalla zona Vomero a Posillipo, e in tutti gli angoli, vicoli che raccontano verità e leggende centenarie, che racchiudono guerre ingiustizie, povertà, ricchezze aristocratiche, che hanno donato a questa città un patrimonio di una ricchezza incommensurabile senza tempo. Una città dove sono vissuti tantissimi Filosofi, Musicisti, Poeti, Scrittori, che hanno fatto la storia. Una ricchezza culturale da conservare con amore e gelosia e da difendere a denti stretti. Un grazie ad Annamaria, che con la sua passione, riscopre ed ama Napoli, portando alla luce fatti e storie che potrebbero essere dimenticate per sempre !
Sabrina Abbrunzo