Sanità campana: a Portici il diritto alla salute è davvero inalienabile?
La salute come diritto inalienabile dell’individuo: è quanto chiedono ben sette Centri Accreditati di Portici. La modalità operativa scelta è una lettera indirizzata a varie cariche istituzionali della Regione Campania, quali: il Presidente Stefano Caldoro, il Consiglio regionale, il Presidente della V Commissione Michele Schiano di Visconti, il Sub Commissario Giuseppe Zuccatelli, nonché al Sindaco della città di Portici Vincenzo Cuomo e al Consiglio della Città di Portici, avente ad oggetto il rientro del Distretto Sanitario della città di Portici all’ASL NA 3. Tale richiesta, datata 9 novembre 2010, per contrastare il rinvio in commissione della proposta di legge “Modifiche alla legge regionale 28 novembre 2008 n. 16 – Misure straordinarie di razionalizzazione e riqualificazione del sistema sanitario regionale per il rientro del disavanzo”. Tutto ciò in seguito alle gravi condizioni economiche dell’ASL NA 1, a cui attualmente appartiene la suddetta città, ancora prima appartenente all’ASL NA 5. Il superamento del tetto massimo di spesa per il 2010 ha comportato l’impossibilità, da parte dei centri convenzionati – da notare che attualmente in Italia non esiste un elenco ufficiale dei centri formalmente accreditati – di erogare le prestazioni senza il contributo economico dei pazienti, costretti a scegliere tra il servizio pubblico, ergo lunghi tempi di attesa, ed un maggior costo, da sostenere presso i centri privati, con pagamento dell’intera somma degli esami di laboratorio, indipendentemente dal fatto di essere esenti o meno dal ticket, con particolare aggravio di disagi per invalidi o affetti da varie patologie, come il tumore. Quale dato emerge maggiormente? Il prolungarsi di una situazione già esistente, con conseguente uso dei decreti ingiuntivi per il recupero delle somme che la Regione non ha rimborsato ai centri convenzionati, via attualmente non più percorribile in seguito al commissariamento della Regione Campania e ad un’apposita legge che vieta il ricorso ai decreti a tutte quelle Asl e quelle Aziende Ospedaliere che facciano capo ad enti commissariati. Dei sette centri, quali: Centro Diagnostico Igea s.r.l., Centro Cardioservice, Midulla diagnostica s.r.l, Centro Diagnostico San Ciro s.r.l., Centro Diagnostico Cardiovascolare, Stazione climatica Bianchi s.r.l., il promotore dell’iniziativa è Leonardo Di Maggio, del Centro Cardiologico Vesuviano s.r.l. che rilascia un’intervista a Donna Fashion News, da sempre vicina ai problemi dei cittadini partenopei, qui di seguito fedelmente riportata.
Da quanti anni esiste la Sua struttura? Da più di 20 anni.
Quali servizi offre e quanti assistiti c’erano e ci sono oggi? Esami cardiologici. Da gennaio a luglio sono venuti circa 2000 assistiti, mentre da agosto ad oggi essi sono circa 200. Sono notevolmente diminuiti a settembre.
La maggior parte degli assistiti è informata sullo stato di cose o crede che la responsabilità sia dei centri? Centrato il problema: è difficilissimo spiegare dov’è la responsabilità ai nostri assistiti.
Quanti centri convenzionati esistono a Portici? Una decina, oltre a due cliniche.
Perché nelle zone limitrofe si hanno le stesse prestazioni in regime di convenzione? Da cosa dipende? Tetti di spesa diversi, quindi se lì l’ASL NA 1 è in deficit può tranquillamente lavorare l’ASL NA 3.
Come risolverebbe tale problema? Con tetti regionali, specificando per ogni struttura la capacità operativa massima per ogni anno ed inoltre collegando ogni struttura ad una valutazione dei fruitori del servizio, cioé se un centro convenzionato ha il massimo della valutazione in riferimento alla qualità, efficienza e professionalità, perché deve limitare il proprio apporto al Servizio Sanitario Nazionale?
Quali azioni sono già state svolte dal Suo centro ed altri per lamentarsi di questo stato di cose? Capitolo 28 giugno 2010; 13 luglio 2010 V Commissione Sanità ; agosto – settembre: tavolo tecnico-istituzionale.
Come Le hanno risposto le istituzioni coinvolte? La situazione di Portici è iniziata l’anno scorso con il passaggio all’ASL NA 1 poi fino a ieri si stava concludendo un iter burocratico articolato e difficile per ritornare all’asl NA3 con la proposta formulata da Carlo Aveta.
Crede ancora nella tutela del diritto alla salute? Ci credo se si combatte tutti insieme!
Lei, ora, allo stato attuale delle cose, come cittadino, si rivolgerebbe ancora ad un centro privato per effettuare un controllo? Come erogatore di un servizio, tutti i giorni incontro persone che escono da ricoveri di 10 15 giorni da ospedali di tutta Napoli che chiedono di prenotare i vari esami da noi! Appena escono, vengono da noi! Mi domando cosa abbiano fatto in ospedale e chi paga il ricovero di quella persona che costa alla collettività tra le 500 e le 1000 euro al giorno?
Dubbio comprensibile: da dove arrivano i fondi?
A cura di Lidia Ianuario