LA PRIMAVERA DI BOTTICELLI E LE STRATEGIE DI LORENZO IL MAGNIFICO
Il patrimonio artistico italiano è ricco delle più belle opere presenti al mondo. Quadri e affreschi di autori come Michelangelo, Da Vinci, Giotto, hanno fatto discutere per il mistero che li ha avvolti per secoli. Il caso più eclatante è sicuramente quello della Gioconda, l’enigmatico dipinto di Leonardo. La donna raffigurata nel quadro celerebbe antichi messaggi per gli adepti di organizzazioni segrete, tuttora esistenti.
Così come è affascinante la nuova interpretazione della Primavera di Botticelli scaturita dalla tesi d’Enrico Guidoni, docente di Storia dell’Arte dell’Università la Sapienza. Secondo il ricercatore, al contrario di quanto creduto fin d’ora, l’opera fisserebbe la strategia politica dell’Italia nel periodo di Lorenzo il Magnifico. Rappresenterebbe su tela la politica di coesistenza pacifica tra le maggiori città italiane, legate segretamente da accordi in parte già conclusi e da fissare al più presto. Sempre secondo Guidoni, i nomi, le parole contenute nel quadro conterrebbero gli arcani da svelare.
Ecco dunque Borea, vento freddo del Nord (che prende il posto di Zefiro) ed indica Bolzano e i bellicosi conti del Tirolo. Ver (primavera in latino) che si riferirebbe alla città di Venezia. Flora (Firenze) affiancata dall’immagine materna di Maggio (Mantova) sovrastata da Amor (ovviamente Roma).
Il gruppo delle tre grazie, rappresenterebbe le città marinare di Pisa, Napoli e Genova, Mercurio infine evocherebbe Mediolanum (Milano): città d’armi, essenziale per dare forza al quadro politico laurenziano.
Guidoni ha illustrato le sue teorie nell’aula magna della facoltà di architettura a Roma, presentando un dottissimo libretto dal titolo: “ La Primavera di Botticelli. L’armonia tra città nell’Italia di Lorenzo il Magnifico”.
A cura di Rosario Scavetta