CASAL DI PRINCIPE: ARRESTATO IL BOSS IOVINE, ERA LATITANTE DA 14 ANNI
Fine della latitanza dopo ben 14 anni per Antonio Iovine, il superboss dei casalesi che era nella lista dei 30 latitanti più pericolosi stilata dal Viminale, lista che comprende anche Michele Zagaria, l’ultimo ancora a piede libero della potente triarchia alla guida del clan dopo gli arresti di Francesco “Sandokan” Schiavone e di Iovine, per l’appunto.
“O’ Ninno”, così com’era soprannominato, al momento dell’arresto si trovava nell’abitazione di un muratore incensurato che lo ospitava da almeno 7-8 mesi, anch’egli arrestato per favoreggiamento. Iovine, che non era armato, dopo un primo abbozzo di fuga si è consegnato senza opporre resistenza alle forze dell’ordine. Scrosci di applausi hanno accompagnato la polizia all’arrivo in Questura. L’ormai ex superlatitante, che oggi ha 46 anni, deve scontare la pena all’ergastolo comminatagli nel 2008 al termine del famoso maxiprocesso denominato “Spartacus”.
Componente con Zagaria della diarchia che dalla latitanza ha diretto gli affari criminali del clan, Iovine è considerato il “boss manager”, la mente affaristica del sodalizio impegnato tra le altre attività anche nel business della spazzatura. È Iovine, per gli inquirenti, a rappresentare per anni la camorra che fa affari e che ricicla i proventi delle attività illecite, droga e racket su tutte, nell’economia pulita e nel business del cemento.
Un profilo più dettagliato del boss ci è fornito da un estratto di Roberto Saviano che, commentando l’importante arresto, scrive: “Antonio Iovine non ha affatto il profilo dei vecchi boss che lo hanno preceduto, come Antonio Bardellino o Francesco Bidognetti. Non si presenta come un bufalaro, che la ricchezza criminale ha reso potente signorotto. ‘O Ninno ha imparato da Schiavone ad agire come un manager e ad uccidere come i casalesi sempre dicono, “per legittima difesa”, ossia solo persone che si mettono contro i tuoi affari o “compari” di clan nemici o amici, ma comunque camorristi e quindi pronti a dare e perdere la vita. Iovine ha gestito il clan con prudenza e ha portato ovunque i suoi affari, spesso anche all’estero. I suoi parenti si sono trovati in posti chiave. Carmine Iovine, suo cugino, è stato direttore dell’Asl di Caserta. Riccardo Iovine, fratello di Carmine, è stato arrestato per aver dato ospitalità al killer in latitanza Giuseppe Setola”.
Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, conversando con i giornalisti a Montecitorio aveva anticipato: “Oggi è una bellissima giornata per la lotta alla mafia, tra pochi minuti vedrete…”, mentre dopo l’ufficialità dell’arresto di Iovine, Giandomenico Lepore, procuratore capo di Napoli si è detto felice “perché Iovine era uno dei due latitanti più importanti appartenenti ai Casalesi” augurandosi di arrestare presto anche l’altro, Michele Zagaria.
Angelino Alfano, ministro della Giustizia, ha infine dichiarato: “Firmerò subito la richiesta di 41 bis. L’arresto di Iovine è un ulteriore conferma che la squadra di Stato vince ancora con l’antimafia dei fatti contro quella parlata”.
A cura di Mario Sabljakovic